lunedì 12 marzo 2012

I Rangers a rischio fallimento

“Il nostro club non morirà mai”. I tifosi ne sono certi e lo hanno scritto a chiare lettere in vari striscioni apparsi all'Ibrox Park nelle ultime settimane: i Rangers di Glasgow riusciranno a superare la crisi finanziaria più dura e problematica della loro storia. Per il momento sono in amministrazione controllata, che nel Regno Unito comporta una penalizzazione automatica di dieci punti in campionato. La distanza dai cugini dei Celtic, che già non era trascurabile, ora è abissale. Addio sogni di poker di vittorie consecutive per la squadra che detiene il record di titoli in Scozia (ben 54). Ma quest'ultima è veramente la meno tragica delle notizie che hanno investito i Light Blues. Il debito nei confronti dell'erario che ha causato l'entrata in amministrazione ammonta a una decina di milioni di euro, ma già si vocifera che l'entità sia maggiore, forse “scavando” nei registri di bilancio e conteggiando multe e interessi raccolti per strada si potrebbero superare i 50 milioni.

L'ex azionista di maggioranza David Murray aveva a lungo nascosto la reale entità del problema, per poi dover finalmente gettare la spugna. Ma a rilevare il testimone, purtroppo per i Rangers, è stato uno degli avventurieri che solcano i mari del calcio moderno, tale Craig Whyte. Per comprarsi le quote dei Rangers ha usato lo stesso trucchetto adottato dai padroni americani del Manchester United: accollare la spesa alla società appena acquistata. Per far ciò ha “impegnato” gli introiti derivanti dagli abbonamenti dei prossimi quattro anni, facendosi anticipare il denaro dalla Ticketus, una compagnia specializzata in questo tipo di operazioni.

Insomma, Whyte ha finito per peggiorare, e non di poco, le cose. Adesso è scattata la corsa contro il tempo per abbattere i costi e racimolare il denaro per pagare le varie pendenze. Mentre i giocatori più forti, tra cui i nazionali Steven Whittaker, Allan McGregor e Steven Naismith, hanno concordato una riduzione del 75 per cento dei salari pur di evitare che buona parte dello staff si ritrovi senza un lavoro ancor prima dell'estate, un paio di giovani di belle speranze che rispondono al nome di Mervan Celik e Gregg Wylde hanno già chiesto e ottenuto di poter lasciare Ibrox Park. Nelle trattative con i membri della squadra (quelli del livello medio hanno accettato una decurtazione del 50 per cento) ha contato in positivo che molti calciatori fossero tifosi dei Rangers fin da bambini.

Se è certo che per la situazione finanziaria i Light Blues non potranno prendere parte alle prossime competizioni europee (non sarà infatti rispettato il termine del 31 marzo 2012 per presentare bilanci “in regola” all'Uefa) ci sono addetti ai lavori e un ex esponente del consiglio d'amministrazione che temono che la società finirà in liquidazione e il club debba così ripartire dalla quarta serie, a meno che il 90 per cento dei presidenti della Scottish Premier League decida altrimenti. Tuttavia se dovessero essere accertati pagamenti irregolari eseguiti nei confronti dei giocatori dal 1998 a pochi mesi fa – come si bisbiglia – l'espulsione dalla massima divisione scozzese scatterebbe in automatico.

Ora si parla, senza troppo costrutto, di un interessamento di fantomatiche cordate statunitensi o asiatiche. Comunque vada, sarà difficile cancellare l'onta, l'umiliazione per la compagine espressione dell'elite protestante della città. Da sempre considerato per questa ragione un club ricco, i Rangers a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, complice anche l'esclusione delle squadre inglesi dalle coppe europee, erano riusciti addirittura a strappare molti campioni all'allora Prima Divisione inglese.

Se la situazione dovesse precipitare, sarebbe tutto il movimento scozzese a subire un danno, almeno dal punto di vista economico. Le ricadute negative investirebbero anche i rivali cittadini dei Celtic. Senza il derby tra cattolici e protestanti (l'Old Firm) diminuirebbero le presenze negli stadi e anche i contratti televisivi sarebbero rivisti considerevolmente al ribasso. Ma non è nemmeno da escludere che senza l'Old Firm, la vecchia ditta al lavoro, possa regnare finalmente un po' più di equilibrio, come si augurano i supporter delle “altre”. L'ultima squadra ad aver vinto il campionato, a parte le solite due, è stato l'Aberdeen nel 1985, quando il manager era addirittura un mito vivente come Sir Alex Ferguson.

Al di là di tutti i tipi di considerazioni, i primi a volere la scomparsa dei Light Blues sono i tifosi dei Celtic, che da settimane non fanno che cantare e scrivere ovunque una frasetta beffarda quanto macabra, che li vedrebbe gustarsi un bel gelato quando i Rangers saranno morti.

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