venerdì 30 novembre 2012

La mia intervista a Zola, finalmente...

Uscita oggi su "Pubblico".

Gianfranco Zola è uno dei grandi campioni che il nostro calcio si è lasciato scappare troppo presto, a tutto vantaggio del football inglese che lo ribattezzò Magic Box. Bandiera del Chelsea da giocatore, il fantasista sardo ha iniziato la carriera di manager al West Ham dopo i due anni da consulente tecnico nell'under 21 allenata da Gigi Casiraghi. Fallita la trattativa con la Lazio, è diventato il tecnico del Watford, terzo club dopo Granada e Udinese di proprietà della famiglia Pozzo. La squadra di Elton John, ancora presidente onorario, milita in Championship, l'equivalente della nostra serie B. Martedì sera è andata a vincere a Sheffield contro il Wednesday per 4-1 e adesso è all'ottavo posto con 30 punti, anche se il compito di Zola è di riportarla in Premier il prima possibile.

Come procedono le cose al Watford? All’inizio sarà stata dura, con i tifosi delusi per la cacciata del vecchio allenatore Sean Dyche da parte dei Pozzo…
Sì, bisogna ammettere che all'inizio erano delusi per il licenziamento del manager, che era un loro idolo anche da giocatore e che l'anno scorso aveva fatto bene con una squadra non fortissima. Ma dopo qualche risultato storto le cose sono migliorate e ora stiamo attraversando un buon periodo. I giovani si stanno inserendo bene e i fan stanno apprezzando molto i nostri sforzi. In questo momento della stagione non mi interessa guardare alla classifica, questo è un progetto a lungo termine, stiamo inserendo tanti giocatori giovani e i tifosi sembrano apprezzare i nostri sforzi. La filosofia della famiglia Pozzo è anche la mia: lavorare sulla qualità del gioco innanzitutto, i risultati seguiranno.

Lei ha citato i tanti giovani, tra cui alcuni arrivati in prestito dalle altre società dei Pozzo, Granada e Udinese, presenti in rosa. Però al Watford c'è anche un veterano come l'ex romanista Marco Cassetti.
Sì, Marco è titolare e si sta facendo valere e apprezzare da tutti, anche fuori dal campo.

A livello tattico, In Italia va molto il 3-5-2. Lei in passato utilizzava altri schemi. Ora?
Ora impiego proprio il 3-5-2! Come tutti gli schemi ha i suoi pro e contro e va scelto in base ai giocatori che si hanno a disposizione, però in generale penso che dia maggior equilibrio alla squadra. A inizio stagione avevo scelto il 4-3-3, però quando ho visto che non funzionava ho preferito cambiare.

Il Watford è famoso per due personaggi profondamente legati al club: in primis Elton John, poi Luther Blissett, protagonista di una stagione tragicomica al Milan nel 1983-84. Li ha incontrati?
Ho parlato al telefono con Elton John, che si è detto molto contento del mio arrivo al Watford. Mi ha promesso che un giorno verrà allo stadio, ma per il momento non si è ancora visto. Blissett invece credo che non bazzichi più l'ambiente del club.

La Championship, oltre a essere il quinto campionato più seguito in Europa, è anche rinomato per essere un torneo molto duro. Conferma?
Confermo. Anzi, è addirittura più duro di quello che mi aspettavo. Con tutto il rispetto per la nostra serie B, la Championship è un torneo molto più competitivo e di livello superiore anche dal punto di vista tecnico. Qui puoi perdere con tutte, c'è un equilibrio totale. Prendi il Peterborough, è stato sconfitto nelle sette partite iniziali e poi è andato a vincere in trasferta su due campi molto difficili.

Obiettivo promozione?
Per questa stagione no, al massimo possiamo ambire a un posto nei play off, anche visto l'equilibrio che regna nel campionato. Certo, quando i Pozzo hanno rilevato il club lo hanno fatto con l'idea di riportarlo in Premier nell'arco di qualche anno.

Lei ha spesso detto che è meglio la tranquillità del calcio inglese rispetto ai veleni del calcio italiano. Ma davvero non tornerebbe e ha preferito “lasciar cadere” l’offerta della Lazio?
Sì, ribadisco, io sono felicissimo della scelta che ho fatto di tornare qui in Inghilterra. È vero, sono stato vicino a firmare con la Lazio, poi non è stato bello come sono andate a finire le cose. Onestamente non ne parlo con piacere, ormai è andata così e preferisco non tornarci su. Poi loro sono contenti della scelta fatta con Vladimir Petkovic, cui auguro di fare bene. Più in generale non escludo in futuro di poter tornare in Italia, qualora si dovesse presentare un'occasione valida. Però dopo la trattativa con la Lazio il mio obiettivo era tornare in Inghilterra, dove mi piace vivere e lavorare, per cui ho accettato molto volentieri la proposta della famiglia Pozzo.

Al Chelsea ha giocato con Di Matteo. Si aspettava che sarebbe diventato un grande manager, ma che poi, dopo una messe di successi, Abramovich lo avrebbe licenziato? Invece come mai Vialli ha raccolto così poco? Anche al Watford non ha lasciato un buon ricordo…
Francamente non mi aspettavo proprio che Di Matteo avrebbe intrapreso la carriera di allenatore, quando lo ha fatto mi ha sorpreso molto. Però è sempre stato evidente a tutti che aveva delle grandi capacità e si meritava tutto il successo che ha ottenuto. Per quello che è successo negli ultimi giorni posso solo dire che mi dispiace molto. Vialli ai tempi del Chelsea aveva vinto dei trofei lasciando una buona impressione, poi è vero che al Watford le cose non sono andate un granché. Una stagione storta ci può stare, Luca però ha deciso di dedicarsi ad altro, di non proseguire la carriera di allenatore. Non me lo aspettavo, ma lui ha fatto la sua scelta.

A proposito di allenatori italiani, che cosa pensa del ct della nazionale Cesare Prandelli?
In tempi non sospetti, prima che iniziasse l'Europeo, ho pubblicamente lodato il lavoro di Prandelli. Secondo me sta facendo benissimo a puntare così tanto sui giovani. È un ottimo allenatore che sta riportando entusiasmo nell'ambiente della nazionale, proprio quello che serviva.

Fra il 2006 e il 2008 è stato consulente tecnico della Under 21 allenata da Gigi Casiraghi. Un'esperienza con luci e ombre.
Quella under 21 ha raccolto molto poco in termini di risultati, ma ha favorito la crescita di giocatori importanti che adesso militano nella nazionale maggiore, ciò che penso sia proprio il compito di una selezione giovanile. Con Casiraghi abbiamo puntato forte su gente come Giovinco, che all'epoca trovava spazio solo in primavera, e Giuseppe Rossi, che faceva la riserva al Manchester United, però poi i risultati ci hanno dato ragione.

Adesso c'è Insigne...
Sì, non lo conosco benissimo, ma mi sembra un ottimo giocatore. I migliori giovani italiani secondo la mia opinione sono Verratti e soprattutto Rossi. Lui è fortissimo, appena si riprenderà dal brutto infortunio che ha avuto dimostrerà tutto il suo valore, ne sono convinto.

A proposito di Insigne, per caratteristiche e struttura fisica sembrerebbe l'erede suo e di Maradona. Certo quando lei è stato a Napoli c'era una squadra stellare.
Quello del Napoli era soprattutto un grande gruppo, molto unito in campo e fuori. Io sono rimasto in contatto con molti di loro e uno, Giancarlo Corradini, adesso è il mio assistente al Watford. Maradona, beh, lui sul rettangolo di gioco era un marziano, però era anche un uomo-spogliatoio, amatissimo da tutti.

Riattraversiamo la Manica. In Inghilterra ormai in tanti si lamentano per l’eccessiva commercializzazione del football. Eppure anche così rimane meglio del nostro calcio?
Sì, qui sanno vendere molto bene il loro prodotto, però è anche vero che il campionato inglese è di altissimo livello, tra i migliori al mondo. Sicuramente superiore alla nostra Serie A da vari punti di vista.

Oltre Manica i vari Abramovich e Al Mansour stanno facendo la fortuna dei rispettivi club. Ci dobbiamo augurare che anche da noi approdino personaggi del loro calibro? Oppure è meglio puntare sui giovani e tagliare i costi?
Al momento vista la crisi generale che ha colpito il calcio italiano è senza dubbio meglio puntare sui giovani e risanare i bilanci. Un po' come hanno già fatto in Germania, con enorme successo. Poi, se in futuro le cose andranno meglio e si presenteranno imprenditori anche stranieri con denaro e progetti seri, la cosa potrebbe essere positiva.

Ai tempi del West Ham il primo proprietario era Björgólfur Guðmundsson, a sua volta padrone della Landsbanki, una delle prime banche a risentire degli effetti della crisi proprio per la dissennata gestione finanziaria di Guðmundsson. Anche il West Ham si ritrovò in grande difficoltà, tanto che poi la società fu ceduta. Come ha vissuto quei mesi?
È chiaro che non era l'ideale. Il problema principale è stato cambiare buona parte dei programmi a stagione iniziata e ritrovarsi l'anno successivo, il secondo della mia gestione, con difficoltà enormi. Mancavano i fondi e ho dovuto affidarmi a tanti giovani, ma a volte anche i giovani vanno inseriti al momento giusto, con calma e pazienza. Purtroppo al West Ham in quei mesi non l'ho potuto fare a causa di una serie di contingenze negative.

Poi si è insediata una nuova proprietà e l'ha mandata via per prendere Avram Grant. E il West Ham è retrocesso...
Sì, ma quello per me ormai è un capitolo chiuso, acqua passata.

Certo passare da idolo assoluto dei tifosi del Chelsea ad allenatore del West Ham, squadra simbolo dell’East End proletario londinese, non deve essere stato facile. I fan del Chelsea l’hanno mai criticata per essere diventato il manager degli Irons?
No, ho avuto modo di spiegare loro la mia scelta di carattere professionale e loro hanno capito. Anche i tifosi del West Ham mi hanno sempre trattato molto bene, non mi hanno mai fatto una colpa del mio passato. Diciamo che qui alcune situazioni si vivono in modo diverso rispetto all'Italia, fortunatamente...

Parliamo del periodo allo Stamfdord Bridge. Lei arrivò al Chelsea perché nel Parma di Ancelotti non trovava più spazio. Però con i Blues ha lasciato un’impronta indelebile sul calcio inglese. È un errore affermare che in Inghilterra sapevano apprezzare ancora la fantasia, mentre il nostro calcio stava già iniziando la preoccupante involuzione che, legata alle difficoltà economiche, ha portato la Serie A ai margini del football che conta?
A Parma non stavo giocando un granché e insieme alla società capimmo che era arrivato il momento di separarci. Però è vero che in quel momento il nostro calcio aveva iniziato a dare maggior importanza alla tattica e all'elemento fisico a discapito della tecnica. Io penso che ci sia sempre bisogno del giusto equilibrio tra questi tre fattori e che in effetti l'inizio della crisi a livello di gioco sia iniziato proprio in quegli anni, quando questo equilibrio si è un po' perso.

Più importante il goal all’Inghilterra a Wembley nel 1997 o quello in finale di Coppa delle Coppe allo Stoccarda nel 1998?
Sicuramente quello con la nazionale nel match delle qualificazioni ai Mondiali del 1998. Giocare per l'Italia per me è sempre stato un grandissimo onore, poi fare un goal così importante e decisivo in un tempio del calcio come Wembley non ha prezzo.

E il goal più bello della sua carriera?
Quello contro il Norwich in un match di Coppa d'Inghilterra. Cross da calcio d'angolo, io colpisco al volo di tacco e la metto sotto la traversa. Ogni tanto me lo rivedo ancora su You Tube.

lunedì 26 novembre 2012

Il punto sulla Premier – Continua l'alternanza in vetta

Nuovo sorpasso del Manchester United, vittorioso a fatica sul disastrato QPR, ai danni dei cugini del City, bloccati sul pari dal Chelsea.

Il West Bromwich Albion non si ferma più, viola lo Stadium of Light di Sunderland e sale al terzo posto in classifica. Il Tottenham vince il derby contro il West Ham, mentre il Liverpool impatta a Swansea.

COS'E' SUCCESSO – La quattordicesima giornata della Premier 2011-12 sarà senza dubbio ricordata per l’eclatante contestazione al neo-allenatore del Chelsea Rafa Benitez e per la massiccia dimostrazione di solidarietà a Roberto Di Matteo, fresco di esonero nonostante i recenti successi con i Blues. Sul campo la compagine del West End londinese ha disputato l’ennesimo match opaco di questo periodo storto e tutto sommato il pareggio a reti inviolato contro il Manchester City – poco efficace nel finalizzare l’enorme mole di gioco prodotto – è tutt’altro che da disprezzare. Ora i Light Blues devono di nuovo rincorrere lo United, bruttino e pasticcione, ma che in soli sette minuti ha ribaltato per la nona volta in stagione una situazione di svantaggio, questa volta contro il disastrato QPR, ora affidato alle sapienti mani di Harry Redknapp. Vola il West Bromwich, che con il successo a Sunderland si insedia al terzo posto. I Baggies non vincevano quattro gare consecutive nella massima divisione inglese dal 1980. Ora sognano un posto in Champions League, anche perché l’Arsenal e il Liverpool visti nel fine settimana (entrambi protagonisti di modesti 0-0, rispettivamente contro Aston Villa e Swansea) non fanno troppa paura. Torna alla vittoria dopo tre tonfi il Tottenham per 3-1 nel derby contro il West Ham macchiato dai cori razzisti dei tifosi degli Irons. In coda colpacci di Wigan e Southampton. I Latics si affermano nello scontro diretto con il Reading, i Saints inguaiano il Newcastle, ormai in piena crisi.

IL TOP – Per la seconda volta consecutiva non possiamo non menzionare come top team il West Bromwich Albion. Quella di Sunderland aveva tutta l’aria della classica prova del nove. Superata brillantemente dai Baggies scintillanti di questa prima metà della campagna 2011-12.

IL FLOP – Caro Roman Abramovich, chi sbaglia paga e i cocci – in termini di contestazione – sono suoi…

LA SORPRESA – Non ci aspettavamo che il Newcastle, reduce da una stagione quasi miracolosa, rallentasse in modo così evidente, tanto da andare a perdere male anche su campi non del tutto proibitivi come quello del Southampton. L’assenza di un giocatore fondamentale come Yohan Cabaye è sicuramente una buona attenuante, ma urge comunque incamerare punti per non rimanere immischiati nella lotta per non retrocedere.

TOH CHI SI RIVEDE – Darren Fletcher e Kieron Dyer sono stati grandi protagonisti, su fronti opposti, del match tra Manchester United e QPR. Lo scozzese ha addirittura trovato il goal dopo oltre un anno di astinenza, mentre l’ex nazionale inglese è riapparso a buoni livelli dopo due anni in cui di partite ne ha disputate veramente poche (appena sette tra Ipswich Town e QPR).

LA CHICCA – E’ raro “ammirare” nella stessa settimana due papere colossali come quelle di Simon Mignolet (Sunderland) e Alì Al-Habsi (Wigan) nella. Sono errori così marchiani che non sapremmo a chi assegnare la palma del peggiore.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Non vi fate ingannare dalla tripletta rifilata al Reading, Jordi Gomez non è un centrocampista con il vizio del goal (in precedenza, in tre anni al Wigan ne aveva messi a segno solo sette). Però se parliamo di qualità e visione di gioco non c’è da rimanere delusi.

giovedì 22 novembre 2012

Gazza va e soliti agguati

Ok, allora "cancellate" il post precedente, Gascoigne questa sera sarà all'Olimpico, salvo sorprese dell'ultima ora. Poi va sottolineato che l'ennesimo assalto ai tifosi inglesi in quel di Campo dei Fiori questa volta ha rischiato veramente di sfociare nella tragedia.

Tutto tristemente prevedibile, visto quanto di simile accaduto in passato. Singolare la scarsa presenza di forze dell'ordine, mentre non credo che il fatto che alcuni tifosi degli Spurs siano di religione ebraica (ma ormai sono pochi rispetto a qualche decennio fa), abbia giocato una componente fondamentale nell'attacco. Menare gli inglesi fa curriculum, almeno così la pensano gli ultras violenti...

martedì 20 novembre 2012

Il punto sulla Premier – Flop delle prime, si salva solo il City

Cadono Manchester United, Chelsea ed Everton. I Light Blues passeggiano sui resti dell'Aston Villa, ormai in piena zona retrocessione.

Nel 151esimo North London derby di campionato l'Arsenal travolge il Tottenham, penalizzato dallo sciocco fallo da espulsione di Emmanuel Adebayor. Nel Monday Night il West Ham si fa bloccare dallo Stoke City.

COS'E' SUCCESSO – Un fine settimana infarcito di sorprese. La dodicesima giornata della Premier League ci ha regalato una nuova capolista, il Manchester City, e tanti risultati inattesi. Cominciamo dal più eclatante, la sconfitta del Manchester United al Carrow Road di Norwich. Ray Hughton è riuscito a dare una bella sistemata alla difesa dei Canarini, che non hanno sofferto troppo le scorribande di Van Persie e compagni, per poi colpire in maniera chirurgica con l’ex di turno, Tony Pilkington. Nei Red Devils si è sentita la mancanza di Rooney nel ruolo di prezioso suggeritore, visto che la squadra ha fornito una prestazione incolore e priva di acuti. Molto meglio i cugini del City che, in attesa di disfarsi di Mario Balotelli, relegato ancora in tribuna, si divertono a schiacciare il povero Aston Villa sotto una cinquina di reti. Protagonisti gli argentini Tevez e Aguero (una doppietta a testa per loro). Ancora male il Chelsea, che perdendo a West Bromwich arriva così a soli due punti raccolti in quattro partite di campionato. È vero che Di Matteo ha fatto riposare numerosi titolari in vista del decisivo match di Champions League con la Juventus, ma così i Blues – con un Torres tornato in fase letargica – rischiano di chiamarsi fuori dalla lotta per il titolo. Rallenta l'Everton, rimontato a Reading, con i Royals per la prima volta fuori dalla zona caldissima della classifica, mentre nel derby con il Tottenham risorge l'Arsenal. Così come lo scorso anno, il match dell'Emirates è terminato 5-2. Gli Spurs sono alla terza sconfitta consecutiva, André Villa Boas sembra avere parecchie cose su cui riflettere, incominciando dalla difesa – storicamente il suo tallone d'Achille. In coda bene il Sunderland (3-1 in casa del Fulham) e il Southampton (corsaro al Loftus Road contro un QPR sempre più disperato), naufraga ad Anfield Road il Wigan.

IL TOP – Il West Bromwich Albion si gioca con l’Everton e il West Ham lo scettro di rivelazione di inizio stagione. Sabato i Baggies dell’ottimo Steve Clarke – secondo noi già pronto per allenare una big – hanno vinto un match difficile e molto delicato contro una delle tre pretendenti al titolo come il Chelsea, confermandosi ad altissimi livelli. Proprio grazie alla concomitante sconfitta dei Toffeemen, ora occupano la quarta posizione in classifica a un solo punto dai Blues dello Stamford Bridge. Al The Hawthorns sono estasiati da tanta grazia.

IL FLOP – Continuando di questo passo, l’Aston Villa rischia seriamente di precipitare in Championship. Dopo i timidi segnali di vita manifestati nel match casalingo con il Manchester United, contro il Manchester City i Villans hanno rimediato un’imbarcata di quelle che fanno malissimo al morale e alla classifica. Il tecnico Paul Lambert sta provando a sfruttare al meglio i tanti giovani delle rosa, ma forse farebbe bene a recuperare al più presto il bomber Darren Bent, scarsamente utilizzato prima dell’infortunio che lo ha costretto ai box da un paio di settimane.

LA SORPRESA – Dopo ben otto rimonte riuscite in stagione ai Red Devils, quando il Norwich è passato in vantaggio contro il Manchester United in pochi avrebbero scommesso un penny che l'incontro si sarebbe chiuso sull'1-0. E invece i Canaries hanno retto l'urto degli avversari, portando a casa tre punti di platino.

TOH CHI SI RIVEDE – Aveva iniziato la Premier con un ruolino di marcia impressionante: quattro segnature in tre partite. Poi lo spagnolo Michu aveva vissuto un periodo altalenante, coinciso con il momento no del suo Swansea. Sabato è tornato a graffiare con una delle sue capocciate vincenti. E gli Swans sono passati sul difficile campo del St James' Park di Newcastle.

LA CHICCA – La stagione passata la percentuale di “accuratezza” di Luis Suarez era del 9,7 per cento (ovvero un goal ogni dieci tiri). Ora è salita al 17 per cento, mentre dopo la doppietta contro il Wigan le marcature complessive in campionato sono già 10 (ora l'uruguayano è capocannoniere solitario della Premier). Non è un caso che su di lui si rincorrano parecchie voci di mercato…

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Occhio al croato Mladen Petric. L’attaccante del Fulham non è più giovanissimo – classe 1981 – ma dopo i buoni trascorsi in Bundesliga sta facendo sfracelli anche in Premier. In sette match, non tutti da titolare, ha già messo a segno quattro goal e scodellato un assist. Non a caso i Cottagers possono contare sul secondo miglior attacco del campionato a pari merito con il Manchester City.

lunedì 19 novembre 2012

Gazza non va

Tutti i media italiani a fare titoli sulla presenza di Paul Gascoigne in tribuna all'Olimpico per la sfida di Europa League Lazio-Spurs di giovedì. Peccato che sui siti inglesi ci sia la notizia che Gazza non andrà, almeno a quanto comunicato dalla società che gestisce la sua immagine.

Chissà, forse ha paura di tenere una conversazione in latino con il presidente Claudio Lotito, che lo aveva gentilmente invitato ad assistere al match...

sabato 17 novembre 2012

Un mito del Chelsea

Giovedì ho intervistato per telefono Gianfranco Zola. Una lunga chiacchierata di quasi 40 minuti su una pletora di argomenti. L'articolo, che sarà su due pagine, esce la settimana prossima sul quotidiano "Pubblico" e appena possibile anche sul blog. Per il momento posso anticipare che il buon Gianfranco è, come si poteva ben intendere, molto innamorato dell'Inghilterra e del calcio inglese. Di certo è una persona di enorme signorilità, con cui è un piacere parlare. Stay tuned.

lunedì 12 novembre 2012

AFC Wimbledon v Franchise F.C.

E' molto probabile che il match che i tifosi del VERO Wimbledon attendono da circa un decennio si giocherà al secondo turno di FA Cup. L'AFC oggi ha battuto lo York City per 4-3 ai tempi supplementari. Domani l'MK Dons se la vedrà in casa con il non league team del Cambridge City. La grande sfida si avvicina...

domenica 11 novembre 2012

Il punto sulla Premier – Il Manchester United si aggrappa al Chicharito

I Red Devils allungano sul Chelsea, bloccato in casa dal Liverpool, grazie alle prodezze dell'attaccante messicano.

Balotelli in tribuna, Aguero e Dzeko a fare faville in campo. Il City rimane in contatto. Prosegue la bella favola dell'Everton, ma anche il West Ham sorprende tutti con il sesto posto raggiunto dopo il successo a Newcastle.

COS'E' SUCCESSO – Dopo 17 anni di attesa, per l'Aston Villa sembrava finalmente giunto il momento di sfatare il tabù United, che in questo lasso di tempo aveva sempre vinto o al massimo pareggiato al Villa Park. Ma alla fine a Birmingham più che la replica del 3-1 datato 19 agosto 1995, è andata in onda quella del 3-2 per i Red Devils del 6 gennaio del 2002. Quest'ultimo era un match di FA Cup, ma, come accaduto sabato, i ragazzi di Alex Ferguson erano sotto di due reti e hanno poi finito per vincere. Dieci anni fa grande protagonista della rimonta fu Ruud Van Nistelrooy, nel fine settimana uno scatenato Chicharito Hernandez. Lo United resta così al comanda della classifica, guadagnando pure due punti sul Chelsea, fermato in casa dal Liverpool. I Blues perdono due punti preziosi e John Terry, al rientro dopo le quattro giornate di squalifica per l'ormai celeberrimo insulto razzista rivolto ad Anton Ferdinand. JT segna e si infortuna gravemente in uno scontro di gioco con Luis Suarez, poi autore, con la sua decima rete stagionale, del goal del pari. Così come i cugini dello United, si afferma in rimonta ma con merito anche il City sul Tottenham, alla seconda sconfitta consecutiva. Ancora determinante Edin Dzeko, entrato nel secondo tempo. Mantiene il quarto posto l'Everton, che inguaia ulteriormente il Sunderland. Il Fulham rischia di vincere per la prima volta sul campo dell'Arsenal, sempre più lontano dal vertice della classifica. In coda rimangono a secco di vittorie e nelle ultime tre posizioni Reading, Southampton e QPR.

IL TOP – Lo davano già come sicuro partente dall'Old Trafford. Troppa concorrenza in attacco, soprattutto dopo l'acquisto di Robin Van Persie, e le prestazioni non brillantissime della stagione passata apparivano delle ottime ragioni per vendere al miglior offerente Chicharito Hernandez, ormai divenuto un habitué della panchina. Il messicano non si è perso d'animo e quando chiamato a impallinare le difese avversarie non si è mai tirato indietro. Negli ultimi cinque incontri tra campionato e coppe ha realizzato ben sette goal, compresa la quasi tripletta al Villa Park. Quasi pleonastico ribadire che tante della sue marcature sono poi risultate decisive.

IL FLOP – Prima buttano alle ortiche un vantaggio di due reti, facendosi addirittura scavalcare. Poi i Gunners hanno la palla della vittoria all'ultimo secondo e non la sanno sfruttare al meglio. Il dato di fatto è che l'attuale inizio stagione è il peggiore dell'Arsenal dai primi anni Ottanta.

LA SORPRESA – Un Liverpool fin qui ancora troppo balbettante ha trovato uno squillo degno del suo blasone su un campo difficile come lo Stamford Bridge, dove però i Reds avevano vinto le ultime tre sfide, compresa quella di Coppa di Lega segnata dal primo grave infortunio occorso a Luca Leiva. Che la cura-Rodgers stia iniziando a fare effetto?

TOH CHI SI RIVEDE – Con le sue ultime prestazioni Olivier Giroud ha smentito in buona parte la fama di brocco che si era appiccicato addosso dopo un'inizio di stagione fallimentare. Il centravanti francese dell'Arsenal, autore di una doppietta contro il Fulham, sembra tornato quello dei tempi di Montpellier. Una buona notizia per Arsene Wenger, che nel complesso non ha molte ragioni per essere allegro.

LA CHICCA – Dopo 38 partite consecutive fuori casa in cui aveva concesso almeno un goal (record negativo nella storia della Premier), sul campo del Reading il Norwich è riuscito a mantenere inviolata la proprio porta.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Se il QPR continuerà a rimediare sonori sganassoni a destra e a manca è piuttosto probabile che il fantasista marocchino Adel Taarabt, già nelle mire del PSG lo scorso anno, si cerchi una destinazione più adeguata al suo talento.

mercoledì 7 novembre 2012

I just can't get enough!

Chiaramente mi riferisco al coro dei tifosi del Celtic, piccolo omaggio per una serata da favola, quella che ha appena visto gli Hoops battere i giocolieri del Barcellona. Per una volta il tiki taka non è servito a nulla. Meglio così. Forse dovrei chiedere al mio editore di poter aggiornare Celtic Forever con un capitolo ad hoc sulla vittoria di oggi. Peccato solo non essere stato lì a gioire per l'impresa del Celtic. In attesa che su You Tube si trovi il video con i festeggiamenti odierni - roba da impazzire - una chicca del recente passato:http://www.youtube.com/watch?v=TspYx7EaF5A&feature=fvwrel

martedì 6 novembre 2012

Ennesimo omaggio ad Alex Ferguson

Una statua a sua immagine e somiglianza. Dopo avergli dedicato una tribuna dell'Old Trafford, il Manchester United ha deciso di andare oltre. Per i 26 anni di panchina Red Devils di Alex Ferguson, è pronta una statua all'interno, ovviamente, della casa del Manchester United.

La statua sarà scoperta il 23 novembre prossimo alla vigilia dell'incontro tra lo United e il Queens Park Rangers, gli stessi avversari del primo incontro guidato dalla panchina dallo scozzese, il 22 novembre 1986.

Ferguson è il manager di maggior successo della Gran Bretagna, avendo vinto con i Red Devils 12 titoli di Premier League, due Champions League cinque FA Cup e quattro Coppe di Lega. In precedenza, aveva guidato l'Aberdeen in Scozia, conquistando tre titoli nazionali e la Supercoppa Uefa nel 1983, battendo in finale il Real Madrid. Una soddisfazione importante per un allenatore unico nel suo genere...

FONTE: CALCISSIMO.COM

lunedì 5 novembre 2012

Il punto sulla Premier - Comanda lo United

I Red Devils si issano al vertice della classifica sconfiggendo l'Arsenal, giunto così alla quarta sconfitta consecutiva all'Old Trafford.

Solo pareggi per Chelsea e Manchester City. Nelle retrovie successo di fondamentale importanza dell'Aston Villa, che si impone sul difficile campo del Sunderland. Pareggio che non serve a nessuno tra QPR e Reading.

COS'E' SUCCESSO – Se non è record, ci siamo andati molto vicini. Robin Van Persie ci ha messo solo due minuti e mezzo per trafiggere l'Arsenal nel primo match da ex di super lusso dopo otto anni di carriera in biancorosso, spianando così la strada ai Red Devils. I Gunners escono dall'Old Trafford con una sconfitta di misura e non una goleada come lo scorso anno (2-8), ma per quello che si è visto in campo sono ancora parecchio inferiori ai rivali. Il tridente Balotelli-Tevez-Dzeko rimane a secco e il City perde due punti preziosi al Boleyn Ground, dove il West Ham domina lunghi tratti del primo tempo ma soffre molto nei minuti finali. Viene scalzato dalla vetta della classifica il Chelsea, raggiunto nei minuti finali da un ottimo Swansea, reduce dalla bella impresa del 3-1 al Liverpool in Coppa di Lega. Continuano i problemi in difesa per i Blues, che a breve recupereranno lo squalificato John Terry. All'Anfield Road, dove aveva perso 15 degli ultimi 17 incontri, il Newcastle rischia di rovinare la festa a Steven Gerrrad, giunto alle 600 presenze con il Liverpool. L'1-1 finale lascia l'amaro in bocca a entrambe le squadre. Clamoroso tonfo interno del Tottenham, mentre rimane nelle posizioni di vertice l'Everton, che però si fa riacciuffare in extremis al Craven Cottage. In coda bene Norwich e Aston Villa, QPR e Reading impattano tra loro e rimangono staccatissime dal quartultimo posto utile per rimanere in Premier.

IL TOP – Giù il cappello davanti alla neo-promossa terribile. Dopo anni di delusioni, finalmente il West Ham regala un po' di soddisfazioni ai suoi tifosi. Chissà, se il goal di Kevin Nolan non fosse stato ingiustamente annullato, gli Irons potevano addirittura battere i campioni uscenti. Ma va già bene così.

IL FLOP – Pessima la gara degli undici in campo, orrenda la gestione dalla panchina di André Villas-Boas (inspiegabile la sostituzione di Jermain Defoe) e così il Tottenham butta alle ortiche tre punti di platino in casa contro il Wigan. Ai tempi di Redknapp, nel 2009, i Latics al White Hart Lane furono schiacciati per 9-1, sabato hanno stra-meritato la vittoria contro una squadra troppo brutta per essere vera.

LA SORPRESA – Dopo un brillante inizio di stagione, lo Swansea allenato da Miki Laudrup aveva collezionato solo quattro punti negli ultimi sei match prima di incontrare la capolista Chelsea. Con i Blues hanno avuto il merito di raccogliere un punto insperato ed esprimere nuovamente trame di gioco di pregevole fattura.

TOH CHI SI RIVEDE – Anche a causa di vari problemi fisici, Gabriel Agbonlahor non segnava in Premier dal 5 novembre 2011. La sua marcatura allo Stadium of Light potrebbe rivelarsi un punto di svolta per lui e soprattutto per l'Aston Villa, estremamente bisognoso di punti per evitare il capitombolo in Championship.

LA CHICCA – Il Fulham è pessimo nel mantenere il vantaggio, tanto che ha già dilapidato ben 12 punti a causa delle rimonte subite. Nonostante questo difetto non da poco, i Cottagers sono lo stesso settimi in classifica.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Johan Cabaye è un centrocampista dai piedi molto raffinati, ormai tra i punti fermi della nazionale francese e del Newcastle, dove era arrivato dal Lille fresco campione nazionale. Ogni tanto, come accaduto domenica, regala anche marcature di grande classe.