giovedì 30 agosto 2012

Il (quasi) erede di Elkjaer

Dai, mi astengo dal fare ulteriori battute sullo "strano destino" di Niklas Bendtner. Mi limito a sottolineare come il diritto di riscatto fissato a sei milioni sia un buon affare. Per l'Arsenal.

mercoledì 29 agosto 2012

Errata corrige

Dimitar Berbatov alla fine avrebbe deciso di trasferirsi al Fulham. No, non perché si è andato a rileggere la storia recente della Juventus. Pare che la moglie preferisse rimanere in Inghilterra, tornando a Londra, dove il bulgaro aveva già risieduto ai tempi del Tottenham.

Chissà che non torni calda la pista del top player Bendtner...

Oggi va così

Ulteriore aggiunta al post precedente. Dopo tutta la melassa giornalistica sul "top player" della Juventus, questa mattina sui media italiani si parlava del possibile acquisto da parte dei bianconeri di Niklas Bendtner. Certo, un fenomeno che Arsene Wenger non "vedeva" nemmeno sotto tortura e che aveva talmente impressionato durante il suo anno di permanenza al Sunderland che a fine prestito è stato impacchettato e rispedito a Londra con biglietto di sola andata. Ma questi "dettagli" non mi sembra siano spuntati fuori su siti web o giornali nostrani.

Poi ha prevalso lo "stile Juve" e mister indolenza Dimitar Berbatov ha abbandonato la via per Firenze, preferendo quella per Torino. E Bendtner chissà dove andrà a finire...

Ma dai...

Come saprete su questo blog di mercato se ne parla molto poco. Però la news che ho letto da poco su Hulk è di quelle su cui riflettere. Insomma, pare che il Porto abbia rifiutato un'offerta di 45 milioni di euro del Chelsea per il giocatore, che invece andrà allo Zenit San Pietroburgo per oltre 50 milioni, forse addirittura 60.

Per la serie, d'accordo che Roman Abramovich di soldi da spendere ne ha, ma qui si sta proprio esagerando...
Aggiornamento dell'ultima ora, se non gli danno 60 milioni il Porto Hulk non lo molla!

lunedì 27 agosto 2012

ll Punto sulla Premier – Il Chelsea lancia il guanto di sfida

Terza vittoria dei Blues, che si confermano in grande forma. Tevez salva il City ad Anfield Road. Topiche difensive e un brutto infortunio a Rooney, lo United riesce lo stesso a battere il Fulham e tenere il passo delle rivali per il titolo. Deludono ancora Arsenal e Tottenham.

COS'E' SUCCESSO – Errori difensivi, grandi giocate e un pizzico di ritrovato equilibrio (che chissà quanto durerà). Questa in estrema sintesi la seconda giornata di Premier, che vede il Chelsea disporre senza troppe difficoltà del Newcastle – ancora decisivi Eden Hazard e Fernando Torres – e il City fermarsi ad Anfield Road, dove se non fosse per un errore di Martin Skrtel i Light Blues incapperebbero nella prima sconfitta stagionale al cospetto di un buon Liverpool. Molto meglio Borini di Balotelli. Torna al successo il Manchester United, ma che fatica e soprattutto quanti problemi nel reparto arretrato! A segno il duo di neo-acquisti Van Persie & Kagawa, che così contribuiscono a stabilire il record di 50 match casalinghi in Premier con almeno una rete realizzata da parte dei Red Devils. Balbettano le due londinesi Arsenal e Tottenham, con i Gunners ancora alla ricerca del goal perduto – per la serie senza l'olandese volante è dura. Piacevoli sorprese lo Swansea (ma che pasticci il West Ham!) e l'Everton, con il croato Nikica Jelavic sugli scudi (ottava rete in campionato in altrettanti match).

IL TOP – Altro che crisi del secondo anno di permanenza consecutiva in Premier, lo Swansea City si conferma squadra emergente del panorama britannico e, dominando nel possesso palla come già accaduto di frequente nella stagione passata, umilia il West Ham. Le partenze di Rodgers, Allen e Sinclair (ormai a un passo dall'addio) fino a questo momento non sembrano incidere in negativo. Nello scacchiere tattico degli Swans (otto reti fatte e zero subite) si è subito inserito in maniera fantastica lo spagnolo Michu, centrocampista letale sotto porta (già tre le sue realizzazioni in Premier).

IL FLOP – Un ambiente depresso come quello dell'Aston Villa si era un po' risollevato all'arrivo del manager scozzese Paul Lambert, uno dei grandi emergenti del calcio britannico. Ma i primi due match della nuova campagna – sconfitta con il neo-promosso West Ham e capitombolo interno con l'Everton – non hanno fatto altro che confermare il pessimo trend del 2011-12. Come se non bastasse è arrivata anche la tegola del gravissimo infortunio del giovane Gary Gardner (fuori per oltre 8 mesi). Forse varrebbe la pena sfruttare gli ultimi giorni di mercato per rinforzare una squadra che rischia di essere una presenza fissa della zona retrocessione.

LA SORPRESA – Considerati i precedenti, non ci dovremmo meravigliare che il Wigan ha sbancato il St Mary's di Southampton, però dopo aver visto il Southampton bello e sfortunato e il Wigan con una difesa molto carente nella prima giornata era più che lecito accordare i favori del pronostico ai Saints. Invece, nonostante la cessione di Victor Moses, i Latics si sono subito risollevati alla grande. Occhio ad Arouna Kouné, il nuovo Rodallega.

TOH CHI SI RIVEDE – Ormai è ufficiale: el Nino Torres è tornato quello di una volta, un giocatore dal grande fiuto del goal e capace di inventare sgroppate che spaccano le difese avversarie. Allo Stamford Bridge si augurano non ci siano “ricadute” e di non dover più assistere a errori marchiani sotto porta e prestazioni opache e intrise di timori e incertezze.

LA CHICCA – Altro che caldo torrido e siccità, sabato allo Stadium of Light le pozze d'acqua erano così grosse che dopo l'ispezione di rito l'arbitro Neil Swarbrick non ha avuto dubbi: Sunderland v Reading non si poteva giocare. In League One il secondo match rinviato di giornata non ha avuto protagonista il maltempo ma un incidente sull'autostrada, che ha impedito al team dell'Hartlepool di raggiungere Londra, dove era in programma la gara con il Leyton Orient.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – A 17 anni e 107 giorni aveva già fatto il suo esordio in campionato, diventando il secondo giocatore più giovane nella storia del Liverpool a disputare un match della massima divisione inglese. Il guizzante attaccante dei Reds Raheem Sterling appare un predestinato. Contro il City ha fatto ammattire Kolo Touré, non proprio l'ultimo arrivato.

mercoledì 22 agosto 2012

Tempo di salary cap?

Francamente non sapevo dell'esistenza di un think tank britannico chiamato High Pay Centre, ma il suo ultimo rapporto è quanto mai interessante, visto che si concentra sull'entità dei salari dei calciatori della Premier. I più affermati tra loro, è risaputo, possono contare su stipendi da favola. Stipendi che si sono innalzati anche del 1.500 per cento fra il 1992 (anno di nascita della Premier) e il 2010 e che se nel 1997 equivalevano al 47 per cento degli introiti dei 20 club del massimo campionato inglese, due anni fa hanno raggiunto il 70 per cento.

Non c'è quindi da stupirsi se tante società sono indebitate. Ma anche questo lo sapevamo già.

lunedì 20 agosto 2012

ll Punto sulla Premier – Le grandi soffrono, per lo United partenza a handicap

Vincono solo Manchester City e Chelsea, non senza qualche difficoltà.
La stagione del rilancio del Manchester United inizio nel peggiore dei modi, con una netta sconfitta – almeno sul piano del gioco – contro l'Everton. Deludono anche Arsenal e Liverpool.

COS'E' SUCCESSO – Tanto per non far mancare il pathos anche dalla primissima giornata, il Manchester City è ripartito sulla falsariga dell'ultima partita del 2011-2012. Contro il neo-promosso Southampton (a proposito, bentornato!), così come nell'ormai celeberrima sfida con il QPR, ha prima dominato passando con merito in vantaggio, quindi si è fatto riacciuffare e superare a causa di qualche amnesia difensiva di troppo, per poi imporsi in extremis 3-2. Nota dolente l'infortunio a Sergio Aguero, che però potrebbe essere meno serio del previsto. Va sicuramente peggio ai cugini dello United, costretti a soccombere al Goodison Park al cospetto di uno splendido Everton guidato da due gladiatori come Phil Jagielka e Marouane Fellaini. Con soli due difensori di ruolo e Robin Van Persie in panchina per oltre un ora, i Red Devils soffrono l'irruenza e la determinazione degli avversari, messi in campo alla perfezione da David Moyes. Pronti via e il Chelsea dell'ottimo Eden Hazard schiaccia il Wigan sotto il peso di ben due reti. Sterile il tentativo di rimonta dei Latics, che proprio ai Blues potrebbero cedere il giovane talento Victor Moses (migliore in campo domenica). Pessimo esordio di Liverpool (pesantissimo lo 0-3 a West Bromwich) e Arsenal (scialbo e mai come adesso spuntato nell'unico 0-0 di giornata contro il Sunderland). Pure i cugini del Tottenham sono a corto di attaccanti, ma almeno a Newcastle vendono cara la pelle. Gli Spurs escono sconfitti anche a causa di qualche episodio negativo, nonché per la bravura di un Newcastle con Ben Arfa in versione monstre. Negli altri incontri da segnalare il roboante 5-0 dello Swansea al Loftus Road. Era dal 1958 che i gallesi non realizzavano tante reti nella prima giornata, mentre il QPR è riuscito a fare peggio del 2011, quando sempre in casa aprirono il campionato subendo un netto 0-4 dal Bolton.

IL TOP – Mercato ridotto all'osso, cessioni eccellenti (Jack Rodwell e Tim Cahill) e prospettive societarie non proprio brillanti. Ma quando i Toffeemen entrano in campo spesso si azzera tutto e i ragazzi di Moyes dimostrano di poter mettere sotto chiunque. A gennaio era toccato al City, nel primo Monday Night della nuova campagna allo United. Tanto per non fare torto a nessuno.

IL FLOP – Se il buongiorno si vede dal mattino, per i tifosi del Liverpool non c'è nulla da stare allegri. Sebbene a West Bromwich a sprazzi si sia visto il tanto atteso gioco incentrato sul possesso palla – il marchio di fabbrica di Brendan Rodgers – i Reds hanno palesato ancora diverse carenze, soprattutto in difesa. E se poi Luis Suarez si mangia goal già fatti tutto diventa più difficile...

LA SORPRESA – Chi pensava che le vicende legate al futuro di Clint Dempsey – l'americano vuole accasarsi altrove e si è rifiutato di giocare per il Fulham – potessero avere un effetto destabilizzante sul team del Craven Cottage è stato subito smentito. I Cottagers hanno maramaldeggiato sul Norwich ben oltre le aspettative degli addetti ai lavori, che certo non attendevano un impatto così immediato di Mladen Petric (una doppietta tanto per gradire).

TOH CHI SI RIVEDE – Non segnava in Premier da ben 14 partite. Il senegalese Demba Ba ha subito pensato bene di riprendere confidenza con il goal, spazzando via le voci che parlavano di una sua possibile partenza da Newcastle. C'è poco da fare, la coppia Ba-Cissé è una delle più letali di tutto il campionato.

LA CHICCA – Alex Song e Robin Van Persie hanno messo lo zampino in termini di assist o reti in 47 dei 74 goal in campionato dell'Arsenal dell'anno passato. Brutta botta, perderli entrambi nell'arco di meno di una settimana...

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – La scorsa stagione aveva contribuito alla salvezza del Rayo Vallecano con 15 reti in 32 match. Al suo esordio nella massima divisione inglese ha già realizzato due marcature. Il nuovo centrocampista offensivo dello Swansea, lo spagnolo Michu, si candida subito per un posto tra le rivelazioni dell'anno.

giovedì 16 agosto 2012

Premier ai nastri di partenza

Scritto per Goal.com. Nota a margine a proposito del Portsmouth. Pare che il rischio fallimento sia di nuovo molto concreto, una cordata di possibili compratori si è tirata indietro. Ormai rimane solo da confidare nel Supporters' Trust.

C’era una volta la First Division, dove i grandi club facevano comunque la voce grossa, ma le piccole non mancavano mai di stupire. Negli anni Settanta e Ottanta, giusto per non andare troppo indietro con il tempo, le neo-promosse vincevano i campionati (e anche le Coppe dei Campioni, come nel caso del Nottingham Forest di Nigel Clough) o si piazzavano al secondo posto (nel 1983 capitò al Watford, ora italianizzatosi con la famiglia Pozzo sul ponte di comando e Gianfranco Zola in panchina).

Ora c’è la molto strombazzata e ricca Premier League, che ha portato con sé un margine di prevedibilità senza dubbio esagerato. Ormai sono anni che già ad agosto si sa chi occuperà le prime cinque-sei posizioni della classifica, bisogna solo indovinare l’ordine esatto.

Certo, sulla carta il campionato 2012-13 non dovrebbe essere un affare privato dei due squadroni di Manchester, come accaduto nella scorsa stagione. Molto probabilmente sarà una corsa a tre, con i campioni d’Europa del Chelsea a dire in maniera prepotente la loro, dal momento che si sono rinforzati parecchio.

Il team allenato dal confermatissimo Roberto Di Matteo – e volevamo pure vedere, dopo i recenti trionfi! – ha ringiovanito la rosa non badando a spese, questa volta senza incorrere negli strali di Michel Platini, forse perché i francesi del Paris St Germain hanno staccato assegni ancora più cospicui. Perso Didier Drogba, andato a svernare in Cina, e con veterani come Frank Lampard e Michael Essien ormai sul viale del tramonto, saranno soprattutto le stelle emergenti del brasiliano Oscar e del belga Eden Hazard a garantire freschezza e imprevedibilità a un team che spera nel definitivo ritorno ai fasti del recente passato del Niño Torres.

Poche, pochissime le chance di trionfo per Arsenal e Liverpool, dove però l’arrivo del giovane allenatore nord-irlandese Brandan Rodgers ha risvegliato l’entusiasmo di una tifoseria che dal 1990 non riesce a festeggiare una vittoria in campionato. Ceduto il mai troppo amato Alberto Aquilani, i Reds hanno messo sotto contratto Fabio Borini, che Rodgers aveva apprezzato ai tempi dello Swansea. Proprio alla sua ex squadra, rivelazione della Premier 2011-12 per i tanti risultati eclatanti collezionati e il gioco Barcellona style sciorinato spesso e volentieri, il manager ha sfilato il talentuoso centrocampista Joe Allen. E pensare che Rodgers lasciando il Galles aveva promesso di non portare con sé alcun componente della rosa dello Swansea…

A secco di trofei da sette anni, e a dispetto di qualche buon colpo (in primis Olivier Giroud e Santi Cazorla, mentre su Lukas Podolski nutriamo qualche dubbio), l’Arsenal non andrà oltre la lotta per un posto in Champions League, specialmente dopo aver visto la sua stella Robin Van Persie abbandonare l’Emirates per rafforzare il Manchester United. L’olandese ha preferito il corteggiamento dei Red Devils a quello della Juventus – forse non ritenuta un vero “top team” – e con Wayne Rooney formerà una coppia esplosiva. Lo United rimane quindi molto competitivo nonostante i 500 milioni di euro di debiti sul groppone causati dalla dissennata gestione dei Glazer, ai quali la manovra di quotare il club a Wall Street non sembra essere riuscita appieno – le azioni sono state vendute a un prezzo inferiore a quello previsto è gli analisti già parlano di “effetto Facebook”. Chi non ha problemi finanziari è il Manchester City. Dopo anni di spese folli – che hanno prodotto il primo titolo di campioni d’Inghilterra a seguito di un’attesa durata 44 anni – la proprietà tuttavia pare aver chiuso i cordoni della borsa. Roberto Mancini non ha accolto con favore la novità. “Con la rosa attuale non siamo competitivi in Champions” ha tuonato. Per adesso campioni del calibro di Daniele De Rossi non dovrebbero giungere alla corte dello sceicco Al Mansour, ma il City si è aggiudicato lo stesso il primo trofeo della stagione battendo il Chelsea per 3-2 nel Community Shield e investito quasi 20 milioni di euro su un prospetto quale il centrocampista Jack Rodwell, prelevato dall’Everton.

Le “altre” proveranno a raccogliere qualche briciola dal piatto delle grandi. Il Tottenham a corto di attaccanti e rassegnatosi a perdere Luka Modric tenta il super-azzardo con André Villas-Boas. Se il portoghese dovesse ripetere gli errori in serie commessi al Chelsea, per gli Spurs saranno dolori. Il Newcastle proverà a ripetere quanto di buono mostrato nella campagna appena passata. Ad altre nobili decadute del calcio inglese come Everton e Aston Villa toccherà vivacchiare in campionato per poi cercare gloria nelle coppe nazionali, mentre almeno 7-8 compagini lotteranno per non retrocedere, comprese le neo-promosse Southampton, Reading e West Ham. È stato calcolato che sprofondare nella divisione inferiore equivale a perdere circa 50 milioni di euro l’anno. Una cifra destinata ad aumentare, poiché dal 2013 al 2016 i club della Premier League incasseranno l’astronomica cifra di tre miliardi di sterline (circa 3,7 miliardi di euro) dalla cessione dei diritti televisivi sul territorio nazionale. Un bel più 70 per cento rispetto al contratto in vigore fino al giugno prossimo, in attesa della vendita dei diritti all'estero, che pure si prevede possa fruttare più denaro rispetto alla precedente.

Questo fiume di denaro dovrebbe servire a ripianare un po’ di debiti. Gli ultimi dati disponibili, relativi alla stagione 2010-11, ci raccontano infatti di 12 club di Premier su 20 (il 60 per cento) in perdita. E invece molto probabilmente finirà nelle tasche dei giocatori. Sempre che, come chiedono a gran voce molti addetti ai lavori, e tra questi anche il tecnico dell’Arsenal Arsene Wenger, non si decida di imporre un tetto salariale.

mercoledì 15 agosto 2012

Storie di Coppe di Lega

Nei primi turni delle coppe ci sono sempre risultati a sorpresa o eclatanti nelle proporzioni. Ieri nel First Round della Coppa di Lega – da quest’anno sponsorizzata Capital One – lo Scunthorpe United ha recuperato tre goal di svantaggio in casa del Derby, finendo per impattare il match 5-5 e poi per vincerlo ai rigori 7-6. Ma io mi vorrei soffermare su Plymouth Argyle v Portsmouth, ovvero una partita che ha rischiato di non giocarsi, se i Pompey non avessero trovato un accordo in extremis per ridurre i debiti esistenti con un gruppo di suoi ex dipendenti (tra cui Kanu e Ben Haim).

Il Portsmouth ha sì evitato di sparire, ma il futuro sembra tutt’altro che roseo. Il club che nel 2008 aveva vinto la FA Cup si ritrova adesso in League One, per di più con una penalizzazione di 10 punti e una rosa a dir poco improvvisata. Ieri sera il povero allenatore Michael Appleton è stato costretto a schierare nove teenager nell’undici titolare e mandare solo tre giocatori in panchina. Al Fratton Park sono ormai abituati a soffrire tanto, figurarsi se hanno preso con disperazione il risultato finale (0-3) contro una compagine pur sempre di una serie inferiore come il Plymouth…

sabato 11 agosto 2012

Un esordio sui generis

Peterhead v Rangers, Scottish Third Division. Roba da non credere, eppure alla fine è successo. L’etica e la giustizia sportiva hanno trionfato, visto che come già successo in altri casi una società fallita per debiti è dovuta ripartire dal gradino più basso del calcio professionistico scozzese. A dispetto della fosche previsioni di tanti addetti ai lavori, anche dal punto di vista finanziario il football a nord del Vallo di Adriano non ha subito dei contraccolpi così tragici.

I contratti per la cessione dei diritti televisivi a ESPN e Sky sono stati siglati, più o meno alle cifre concordate prima del crollo dei Rangers. Ora però oltre alla Premier saranno trasmessi pure alcuni match dei Gers. A cominciare da quello in programma oggi. Così tutti si potranno godere le immagini del piccolo Balmoor Stadium (4mila posti)!

giovedì 9 agosto 2012

Anfield cambia nome?

Uno rimane quasi isolato dalle news sul calcio inglese causa malfunzionamento della pennetta internet e i-phone scarico, poi la prima notizia che gli capita di leggere dopo che tutte le "connessioni" si sono ristabilite è quella sulla possibile cessione dei naming rights su Anfield Road.

Bah, continuiamo a farci del male...

lunedì 6 agosto 2012

Olimpiadi amare

Qualcuno si poteva illudere che chiamandosi Gran Bretagna qualcosa potesse cambiare, quanto meno a livello di risultati. E invece no, solita storia: si arriva ai quarti e si finisce eliminati ai rigori. Semplicissimo, tanto che la prossima volta che l'Inghilterra o il Team GB (che però dubito si rivedrà presto in giro) arriverà ai quarti l'unica cosa da fare sarà giocarsi pacchi di soldi sulla vittoria dei suoi avversari.

mercoledì 1 agosto 2012

King si ritira

Sono tanti, troppi anni che Ledley King deve fare i conti con la sua malandatissima gamba sinistra. Dopo 321 partite con i suoi amati Spurs e 21 presenze i nazionale, vagonate di tackle vincenti in situazioni disperate e costanti dimostrazioni di un senso della posizione fuori dalla norma, King ha deciso di appendere la scarpe al chiodo. Già quattro anni fa i medici consigliarono al 31enne originario di Stepney di lasciare il calcio, a causa di una cartilagine ormai sparita nella gamba sinistra malandrina. Il ragazzo non si arrese.

Nelle ultime stagioni si è allenato molto poco e non sempre è riuscito a giocare due partite consecutive. Certo, una volta in campo il suo apporto alla difesa del Tottenham risultava sempre fondamentale. Peccato abbia vinto solo una Carling Cup nel 2008, avrebbe meritato ben altre soddisfazioni.