mercoledì 14 ottobre 2009

Lo strano destino del Livingston

C’è aria di crisi, nel calcio scozzese. La nazionale delude a più non posso, le squadre di club le buscano da compagini di tutta Europa, in patria le cose non vanno molto meglio, a cominciare dalla crisi economica che affligge tanti club, soprattutto quelli minori. L’anno scorso era stato il turno del Gretna a dire addio alla compagnia, questa estate la stessa sorte è quasi toccata al Livingston. La compagine dell’Almondvale Stadium ha vissuto le settimane più travagliate della sua breve esistenza, prima entrando in amministrazione controllata, poi subendo la terribile esperienza della procedura di liquidazione – durata però un solo giorno. Colpa di un debito non pagato di 330mila sterline nei confronti del West Lothian Council che si trascinava ormai da mesi. Sull’orlo dell’estinzione, il Livi si è salvato grazie a un gruppo di imprenditori guidato da Gordon McDougall, in passato già presidente del Cowdenbeath. Quella di McDougall è sempre stata la scelta più gradita dai tifosi, in particolare da quelli riuniti nel trust Livi For Life, arcistufi di dover avere a che fare con un personaggio quanto meno “discutibile” come l’ex proprietario Angelo Massone.

L’insolvenza del club ha però comportato una retrocessione d’ufficio dalla seconda alla quarta serie del calcio scozzese. La nuova dirigenza non ha digerito il provvedimento della Football League e, oltre a ricorrere in appello, non ha fatto scendere in campo la squadra nel match d’esordio contro l’East Stirlingshire. Oltre il danno la beffa, diremmo dalle nostre parti: ora il team giallo-nero rischia pure una penalizzazione in classifica.

Chissà come staranno ridendo sotto i baffi i – per la verità pochissimi – fan del Meadowbank Thistle, ovvero la squadra di Edimburgo che nel 1995 venne di fatto fagocitata dal Livingston. Un caso che richiama alla memoria quanto sarebbe accaduto nove anni dopo con la migrazione del Wimbledon in quel di Milton Keynes e la susseguente nascita del Franchise FC, pardon, dell’MK Dons. Il Meadowbank altri non era che la terza squadra di Edimburgo, un vaso di coccio tra i due vasi di ferro dell’Hibernian e degli Hearts. Scarso seguito, poca tradizione e storia, il club era reduce da un primo cambiamento di nome e stadio già avvenuto nel 1974, quando per le stringenti regole di quei tempi in merito alle sponsorizzazioni il Ferranti Thistle mutò la denominazione in Meadowbank Thistle in onore dell’omonimo stadio d’atletica, scelto come sede delle partite del club. Per la verità la compagine, che allora vestiva i colori nero-arancio, nel 1987-88 arrivò pure a soli quattro punti dalla promozione in Scottish Premier League, ma poi le sue prestazioni sui gloriosi ma un po’ vetusti campi di gioco delle divisioni minori andarono gradualmente ma inesorabilmente peggiorando.

L’allora presidente Bill Hunter decise quindi di spostare baracca e burattini nella new town di Livingston (quante analogie con il caso Milton Keynes-Wimbledon…), una decina di miglia a ovest di Edimburgo, in cerca di nuova linfa e nuovi clienti/tifosi. Hunter dovette fronteggiare le ire dei supporter del Meadowbank, tanto da vedersi costretto a “evitare” la partite casalinghe dei Livi Lions nel moderno impianto dell’Almondavale Stadium, di proprietà delle autorità locali. Il progetto del discusso presidente si rivelò tuttavia vincente, almeno nei primi anni. Oltre alla crescita esponenziale del numero di sostenitori, arrivarono presto le promozioni, fino all’eclatante accesso alla Premier nel 2001, seguito da un clamoroso terzo posto raggiunto nella stagione successiva. Il duo di allenatori Jim Leishman e David Hay aveva portato i Livi Lions fino in Europa, dove però due rocamboleschi match con gli austriaci dello Sturm Graz frantumarono le speranze di qualificazione al secondo turno di Coppa Uefa. Il 2-0 in finale sull’Hibernian che valse la vittoria nella Coppa di Lega del 2004 è stato però una sorta di canto del cigno dei giallo-neri. La parabola discendente di pubblico e di risultati è coincisa con una certa turbolenza sia a livello societario che tecnico, con continui cambi di allenatori. Tre anni fa il Livingston è sprofondato in Division One. Intanto i fan del Meadowbank hanno scelto il club non-league dell’Edinburgh City come loro nuova squadra. Chissà, forse fra un po’ assisteremo a un nuovo derby nei paraggi della splendida capitale scozzese…

Scritto per il terzo numero di Fever Pitch

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