lunedì 22 settembre 2008

Pari allo Stamford Bridge, l’Arsenal ringrazia e vola in testa

Uscito oggi su Goal.com

La madre di tutte le partite, che per il Chelsea rappresentava la rivincita per i due trofei persi sul filo di lana la scorsa stagione e per il Manchester United l’occasione di riscatto dopo un inizio campagna poco esaltante, finisce con un pareggio quanto mai salomonico. Per i due allenatori è il classico discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: Sir Alex può essere contento di come i suoi abbiano dominato i rivali nelle prime fasi di gioco, dell’ottima prova di Rooney e del carattere mostrato dalla squadra dopo qualche recente passo falso, però non avrà gradito il calo del secondo tempo e il facile gol concesso a Kalou su azione da gioco fermo. Scolari, al contrario, avrà apprezzato di più la reazione dei suoi nella seconda frazione di gara, molto meno il balbettante inizio e la scarsa incisività di Anelka. In attesa della miglior forma fisica sia di Ronaldo che di Drogba – impiegati solo per uno scorcio di partita – alla fine il pareggio può comunque accontentare i due manager, oltre a rappresentare la logica conclusione di un incontro a tratti bello e spettacolare.

A Bolton l’Arsenal in passato ha conosciuto amare delusioni. Anche sabato tutto sembrava presagire l’ennesima trasferta negativa dalle parti del Reebok Stadium. E invece al vantaggio dei padroni di casa con Davies i Gunners rispondevano con un uno-due degno di Tyson. Nello spazio di poco più di un minuto Eboué e Bendtner ridavano il sorriso ad Arsene Wenger, che però doveva soffrire sino all’ultimo per avere la garanzia dei tre punti e della seconda vittoria consecutiva in trasferta. Prima del definitivo 3-1 di Denilson, infatti, i Trotters mettevano in difficoltà la nuova capolista solitaria della Premier.

Lo Stoke non vince ad Anfield Road dal lontano 1959, però nel match appena mandato in archivio la strategia di Tony Pulis tutto prevedeva tranne che portare minacce alla porta di Reina. Per essere più espliciti, la neopromossa era giunta a Liverpool con l’intento di metter su un catenaccio da far invidia al mago Herrera. In realtà dopo soli due minuti ci penserebbe Gerrard a scompaginare i piani del tecnico dei Potters con il suo centesimo gol in maglia rossa, ma l’arbitro misteriosamente annulla, per la rabbia di Stevie G. e di Benitez (che a fine gara si lamenterà molto della decisione di Mariner). I seguenti 90 minuti di assedio alla porta di Sorensen si rivelano infruttuosi. Occasione sprecata per un Liverpool dove Dossena non sfigura.

Fa invece una pessima impressione il Portsmouth a casa dei nuovi ricchi del Manchester City. Sei gol subiti – tutti da giocatori diversi – e zero segnati. Peggio di così... Ovviamente tra i marcatori ci sono Jo, Wright Phillips e Robinho, i nuovi (o quasi) idoli del popolo dei Blues di Manchester.

Un fantastico Di Michele (doppietta) maramaldeggia sulle spoglie del Newcastle, club e squadra allo sbando come ce ne sono pochi ora al mondo. Grande iniezione di fiducia per Zola, alla prima presenza in panchina degli Irons, che al Boleyn Ground hanno l’invidiabile record di tre vittorie su altrettante partite. Ora a Magic Box tocca iniziare a raccogliere punti in trasferta.

I due derby di giornata terminano con una vittoria della squadra in casa – il Sunderland supera il Middlesbrough con due gol del redivivo Chopra – e una di quella in trasferta – l’Aston Villa che piega il West Bromwich e si issa al quarto posto.

Annotazione finale sull’ultima in classifica, che è incredibilmente il Tottenham. Lo 0-0 interno con il Wigan è stato accolto male dai tifosi – che hanno fischiato – e da Juande Ramos. In settimana l’ex tecnico del Siviglia ha pubblicamente ammesso che il suo team si è indebolito rispetto allo scorso anno. E se lo dice lui...

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