giovedì 19 novembre 2009

Il Newcastle sta per uscire dal tunnel?

Lo slogan non sarà molto originale – lo “Yes We Can” di obamiana memoria – ma l’intento del Newcastle United Supporters Trust è a dir poco intrigante: rilevare il club, liberandolo dall’ormai sgradita presenza dell’attuale proprietario Mike Ashley. Il nemico giurato della Toon Army, uno che da quando è arrivato al St James’ Park nel maggio del 2007 ne ha combinate di cotte e di crude.

Un rapido elenco delle sue imprese può servire a farsi un’idea del personaggio in questione: ha fatto fuori l’idolo dei supporter bianconeri Kevin Keegan (con cui ha poi perso in malo modo la causa di licenziamento), trattato con poca signorilità un’altra icona come Alan Shearer, cambiato il nome allo stadio in sportsdirect.com@St James' Park Stadium, facendo così pubblicità alla sua compagnia di articoli sportivi e, ciò che più conta, fatto sprofondare il club in una preoccupante spirale di debiti e dalla Premier al limbo della Championship.

Il Trust, per ora composto da 1.400 membri, ha spedito una sorta di “prospetto informativo” a 40mila tifosi delle Magpies. Ma non sono solo esponenti della Toon Army o vip come Sting ad essere pronti a versare le loro sterline in un conto aperto ad hoc per procedere all’acquisizione delle azioni in possesso di Ashley. Gira voce che ci siano anche grossi attori del mondo finanziario che hanno già manifestato tutto il loro interesse – e forse pure qualcosa di più. I più ottimisti parlano di una Barcellona upon Tyne (facendo un gioco di parole sul modello societario che si vorrebbe importare dalla Catalogna e sul fiume che bagna Newcastle), sebbene per ora di certo ci sia solo la volontà dell’attuale proprietà di cedere le sue quote in presenza di un compratore dotato dei fondi necessari.

Di recente è già saltata una trattativa durata mesi, quella con l’imprenditore locale Barry Moat. Nel frattempo il vecchio proprietario, Freddy Shepherd, ha trovato anche lui il modo di attaccare frontalmente il povero Ashley. “Ci sono alcune cose che i soldi non possono comprare, non si svendono la tradizione e la storia di un club glorioso come il Newcastle” ha tuonato. Per la serie “da che pulpito viene la predica”, verrebbe da dire, dal momento che Shepherd è lo stesso che nel 1998 si fece pizzicare da un inviato del News of the World “in incognito” in una casa di appuntamenti di Marbella mentre gettava fango sui componenti della Toon Army, ovvero degli “scemi sempre pronti a pompare soldi nelle casse del club, spendendo fino a cinquanta sterline per una maglia che ne costa solo cinque, mentre le loro donne sono delle cagne in calore”. E che quando vendette la sua quota d’azioni ad Ashley – per un profitto di ben 37 milioni di sterline – definì il nuovo presidente “un eccellente custode del grande passato e dei valori del Newcastle United”.

Ad onore vero che la situazione societaria sul Tyne non sia mai stata delle migliori si era sempre saputo. Basta vedere i milioni di sterline dilapidati per comprare brocchi incredibili. Tanto per capirci, chi si ricorda del centravanti francese Stephane Guivarc'h, passato come una meteora nel cielo del Nord-Est dell’Inghilterra? È pur vero che almeno ai tempi della famiglia Shepherd il Newcastle ha giocato qualche Champions League, rischiato un paio di volte di trionfare in Premier e riportato all’ovile Alan Shearer…

In attesa di sviluppi sul fronte di una possibile nuova proprietà, adesso le buone notizie arrivano dal campo. Le Magpies guidano la difficilissima Championship con sei punti di vantaggio sulla terza in classifica. La qualità del loro gioco è discreta, anche perché i buoni giocatori tutto sommato non mancano. Tra questi va annoverato il giovane centravanti Andy Carroll, che negli ultimi tempi ha compiuto passi da gigante. Certo, per ora è meglio non fare scomodi paragoni, però c’è da essere moderatamente ottimisti su una sua definitiva esplosione a breve. Casomai l’anno prossimo lo si potrà ammirare in Premier in un accesissimo derby con i rivali di sempre del Sunderland. Con un St James Park di nuovo pienissimo come ai bei tempi.

Scritto per la rubrica British Corner di Goal.com

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