lunedì 30 novembre 2009

È un Chelsea schiacciasassi

I Blues trionfano all’Emirates. Rooney risolleva il Manchester United. Il Liverpool fa suo il derby, ma che fatica! Continua a deludere il Manchester City.

Avviso ai naviganti: nei quattro scontri diretti con Manchester United, Arsenal, Tottenham e Liverpool il Chelsea ha collezionato 12 punti, segnando nove reti senza subirne alcuna. A ridosso del giro di boa del campionato, il biglietto da visita della squadra allenata – molto bene – da Carlo Ancelotti è a dir poco eloquente. Certo, i Red Devils senza Ronaldo si sono indeboliti, l’Arsenal dei giovani, come dimostrato anche nel match di domenica dell’Emirates, stecca sempre le partite importanti, il Liverpool è in crisi e gli Spurs devono ancora fare parecchia strada per ambire a trofei di rilievo, ma dopo l’ennesima dimostrazione di forza e qualità offerta dai Blues siamo sicuri che sia giusto parlare solo dei demeriti altrui?

Chissà che cosa pensano invece i tifosi del Milan, che forse avrebbero potuto ammirare in maglia rossonera un fenomeno come Didier Drogba. La sua doppietta ai Gunners – ai quali ha segnato ben dieci gol in carriera – è da favola e lo promuove capocannoniere (11 le sue marcature in totale) in coabitazione con Jermain Defoe.

Il Manchester United si mantiene sulla scia del Chelsea, nonostante contro il Portsmouth nel primo tempo finisca nettamente alle corde. I Red Devils dilagano nella seconda frazione grazie alla velocità di Antonio Valencia, alla classe di Wayne Rooney – tripletta che lo porta al secondo posto della classifica marcatori con dieci reti – e al genio di Ryan Giggs. Oltre a un assist da antologia, per il mago gallese è arrivato anche il centesimo gol in Premier a coronamento della solita prestazione da incorniciare. I Pompey, adesso guidati da Avram Grant, rimangono ultimi ma, visto il livello di gioco espresso, possono continuare a sperare in una salvezza che avrebbe del clamoroso.

Finalmente non perde uno scontro diretto il Tottenham, ora terzo, a cui anzi sta stretto il pareggio riacciuffato nel finale al Villa Park. Il dominio degli Spurs è stato totale, soprattutto nel secondo tempo, ma le loro bocche da fuoco non sono riuscite a ripetere la festa del gol ammirata contro il Wigan. Per impattare la rocambolesca rete di Gabriel Agbonlahor è servita una prodezza del difensore Michael Dawson, per distacco il migliore in campo. Per Martin O’Neill continua la “maledizione” Harry Redknapp, che ha battuto solo una volta su sedici partite.

Se ad ammettere il rischio di retrocessione in Championship è stato lo stesso David Moyes, da sette anni tecnico dei Toffees, ci sono pochi dubbi sul fatto che l’Everton sia in bruttissime acque. E il derby non ha fatto altro che peggiorare una situazione molto critica. Per carità, tra infortuni e sfortuna (vedi l’autogol di Joseph Jobo e le tante occasioni sprecate) le cose potevano andare meglio, ma la classifica parla chiaro: diciassettesimo posto a solo tre punti dalla zona caldissima. Il Liverpool torna a sorridere dopo una settimana segnata dall’eliminazione in Champions League. L’ottava vittoria al Goodison Park su dieci partite di campionato è sì giunta tra mille sofferenze, ma potrebbe fornire gli stimoli per continuare a lottare dopo una prima parte di stagione molto travagliata.

Non basta il ritorno di Robinho per assicurare di nuovo i tre punti al Manchester City, giunto al settimo pareggio consecutivo in Premier (record di Norwich City e Southampton eguagliato). Ad Eastlands i Light Blues hanno buttato alle ortiche contro altri due punti preziosi contro una “piccola”, in questo caso l’Hull, come già successo in precedenza con Fulham e Burnley. Continuando di questo passo il City potrà ambire a un posto in Europa League, non in Champions League.

Chiusura sulla partita più ricca di gol della giornata: il 5-3 tra West Ham e Burnley. Gli Irons si risollevano grazie ai giovani Collison e Hines mentre i Clarets, come al loro solito in trasferta, finiscono subissati di gol.

Da Goal.com

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