martedì 10 novembre 2009

Il Chelsea prova a scappare via

Forse non cancellerà del tutto il pessimo ricordo del rigore sbagliato nella finale di Champions League di Mosca nel 2008, ma il gol vittoria nella partitissima della dodicesima giornata di Premier per John Terry è un bel motivo di consolazione. Il Chelsea consolida ulteriormente il suo primato, ma sul piano del gioco non dimostra di essere più forte degli storici rivali, come molti addetti ai lavori si aspettavano prima della partita, pronosticando una vittoria abbastanza agevole per i londinesi. Il team allenato da Carlo Ancelotti ha patito per larghi tratti la manovra di uno United con il solo Wayne Rooney schierato in avanti.

Anche se probabilmente questa volta non ha tutti i torti – ma anche il fallo di Jonny Evans su Didier Drogba grida vendetta – le solite lamentele di Sir Alex Ferguson iniziano a risultare molto stucchevoli. Forse il tecnico scozzese dovrebbe riflettere sul fatto che la sua squadra non vince sul campo di una “Big Four” dal dicembre 2007 (1-0 ad Anfield Road) e che l'ultimo successo allo Stamford Bridge è addirittura datato settembre 2002 (3-0). Proprio lo stadio dei Blues è ritornato ad essere la fortezza che fu ai tempi di Josè Mourinho: undici vittorie consecutive e un solo gol subito nel campionato in corso, peraltro all'esordio a metà agosto contro l'Hull.

Vista la forza attuale dell'Arsenal – che deve pure recuperare una partita – la Premier sembra essere un affare a tre. A Wolverhampton i Gunners beneficiano di un pizzico di fortuna (ben due di autoreti dei Wolves…) prima di dilagare con le loro deliziose giocate. I padroni di casa dovranno aspettare ancora per far registrare una vittoria contro i biancorossi che manca da una trentina d'anni.

Quinto pareggio consecutivo per il Manchester City, ormai lontano dalla vetta della classifica. Questa volta il mezzo passo falso è arrivato contro Burnley, sempre sconfitto nelle precedenti cinque trasferte, in cui aveva subito la bellezza di 17 gol. I Clarets dominano il primo tempo, subiscono la rabbiosa rimonta dei Light Blues, finendo poi per impattare nei minuti finali grazie a una delle tante amnesie difensive di un Wayne Bridge insolitamente svagato. E Mark Hughes sente sempre più la pressione di un ambiente che, dopo un inizio molto promettente, comincia a provare scetticismo nei suoi confronti.

Torna a vincere, ma non a convincere, il Tottenham. Il 2-0 casalingo contro il Sunderland dei tanti ex – ben quattro – è un risultato a dir poco bugiardo. I Black Cats giocano meglio ma non capitalizzano le tante occasioni accumulate, sbagliando anche un rigore con Darren Bent. Ovvero l'ex meno amato dal pubblico del White Hart Lane e soprattutto da Harry Redknapp.

Nel Monday Night il Liverpool, come ormai consuetudine flagellato dagli infortuni, si salva solo grazie a un controverso rigore nel finale. Il francesino David Ngog, infatti, sembra tuffarsi. Pochi spiccioli di gara per Alberto Aquilani, che però così almeno trova il tempo di esordire all’Anfield Road.

In coda deludono il Portsmouth e il West Ham. Con l'Everton gli Irons si svegliano solo dopo aver subito il secondo gol. A dirla tutta le cose migliorano quando Gianfranco Zola manda sotto la doccia un Luis Jimenez inguardabile per concedere una mezz'ora di gioco ad Alessandro Diamanti, il quale ne approfitta sfornando assist e andando vicino al gol più di una volta. Perché sia dovuto partire dalla panchina rimane un grosso mistero.

Da Goal.com di oggi

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