domenica 4 dicembre 2011

Una serata allo Stamford Bridge

Lo pubblico con ritardo, visto che tra lavoro e influenza ci ho messo un po' per scriverlo...

Venti match in sette anni. È la sfida infinita, quella dei blu contro i rossi, che, visto l'elemento cromatico, ricorda tanto le interminabili partite di Subbuteo di quando si era bambini. Chelsea vs Liverpool è ormai una delle nuove classiche del calcio inglese. Sono soprattutto i recenti duelli in Champions League ad aver fomentato una rivalità che corre sul filo della storica contrapposizione tra nord e sud dell'Inghilterra. Per i quarti di finale di Carling Cup la tifoseria dei Reds è scesa in massa nel West End londinese, anche grazie alla maggior disponibilità di biglietti che per regola devono essere messi a disposizione per le gare di coppa. La Shed End riservata agli Scousers è stracolma, come del resto le altre tre tribune dello stadio che la dirigenza dei Blues vorrebbe tanto abbandonare per altri lidi – e capienze maggiori – ma che per una complicata storia di diritti di proprietà che coinvolge un gruppo di supporter forse si dovranno tenere per qualche anno ancora. A proposito dei fan del Chelsea, sulle balaustre della West Stand e della East Stand ci sono striscioni di club di tifosi che testimoniano come il club guidato da Roman Abramovich sia ormai un “brand” globale: Malta, Texas, Belgio ma anche Olomouc, cittadina della Repubblica Ceca.

Nella Matthew Harding End, vice-presidente negli anni Novanta morto poi in un incidente aereo, c'è chi esprime affetto e solidarietà a André Villas-Boas, sebbene tutti quelli con cui scambiamo due chiacchiere siano prontissimi a ribadire che Josè Mourinho “era un'altra cosa”.

Era ben altra cosa anche Frankie Lampard, quando guidava il centrocampo e segnava goal a grappoli. Ora non è che la pallida ombra di quel giocatore e il popolo di Stamford Bridge se ne rende conto perfettamente. Per carità, nessuno lo contesta. Anzi, il buon Frankie viene spesso incoraggiato, ma che lui sia una delle note dolenti dei Blues è un dato di fatto.

Infarcite di riserve – sei-sette per team – Chelsea e Liverpool non mettono in scena un primo tempo memorabile. L'elegante possesso palla dei Reds, già ammirato nell'incontro di campionato di dieci giorni prima, si ripete, per la frustrazione della tifoseria locale e, immaginiamo, di Villas-Boas. In mezzo al campo Josh McEachran è troppo leggero e pure costretto a uscire anzitempo per infortunio, avanti Fernando Torres, per la gioia degli Scousers, ne imbrocca poche e Romelu Lukaku è macchinoso e impacciato. A essere ottimisti, il ragazzone belga ma di origini congolesi è un diamante ancora molto grezzo, con ampi margini di miglioramento.

Anche dall'altra parte Andy Carroll – uno costato una quarantina di milioni di euro – delude e non solo perché spreca un rigore scaraventando la palla addosso a Ross Turnbull. Fortuna per Kenny Dalglish – continuamente osannato dai suoi tifosi – che Craig Bellamy sia molto ispirato, nonostante si trovi ancora sotto shock per la morte del suo amico Gary Speed. Due assist del gallese per Maxi Rodriguez (già in rete nel match di campionato) e Martin Kelly (prima marcatura con la maglia della compagine per cui tifava da bimbo) e il passaggio alle semifinali è cosa fatta. La passerella finale e l'abbraccio che Dalglish riserva a Bellamy è reso ancora più significativo dal coro “There's only one Gary Speed” intonato dal contingente arrivato dalla Merseyside, dal momento che il compianto allenatore del Galles aveva indossato la maglia dei rivali cittadini dell'Everton.

Le imprese nelle coppe che evocava il programma del match, come il leggendario 4-2 del 1978 inflitto a un Liverpool campione d'Europa in carica e il 2-0 del 1982, quando il Chelsea vivacchiava in Second Division, non sono evidentemente servite da stimolo e ispirazione per i ragazzi in blu.

Mentre dal quarto tutto rosso dello stadio si alza l'immortale “You'll Never Walk Alone”, i supporter del team londinese iniziano a prendere la strada di casa. “Continuiamo a perdere”, mormora un ragazzino al papà, il quale forse memore dei pochi alti e dei tanti bassi dell'era pre-Abramovich, non sembra farsene troppo un cruccio.

2 commenti:

  1. Grande libro che leggerò sicuramente! Volevo chiederti un consiglio tecnico. Visto che ho spostato il mio blog sul Millwall da splinder a blogspot, volevo sapere come si faceva a mettere lo sfondo come hai fatto tu qui sul tuo. Grazie tante:)

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  2. Vai su disegn/design modelli e ne trovi svariati carini. Grazie per la fiducia sul libro!

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