lunedì 16 agosto 2010

Le riflessioni sulla prima di Premier scritte per Goal.com

In una prima giornata di Premier ricca di spunti, per una volta a fare notizia non sono (solo) le solite note, ma una delle neopromosse meno considerate dell’ultimo decennio: il Blackpool. I Seasiders hanno festeggiato il loro ritorno nella massima divisione inglese dopo 39 anni di assenza (nel 1970-71 chiusero ultimi con sole 4 vittorie in 42 partite) umiliando il Wigan a domicilio. In evidenza con una doppietta Marlon Harewood, uno degli ultimi arrivati di una campagna acquisti vivacizzatasi solo nell’ultima settimana. L’ex Villa e West Ham non è di quelli dotati di una tecnica sopraffina, ma potrebbe dare maggior peso all’attacco della squadra di Ian Holloway, il manager “mattacchione” che continua a vivere un sogno meraviglioso. È vero, il Wigan l’anno scorso ne ha beccati otto dal Chelsea e nove dal Tottenham ed è tra le compagini a rischio retrocessione anche quest’anno, così come il ricordo del fuoco di paglia del Burnley è fin troppo vivo nella memoria di tutti gli appassionati del Beautiful Game, però non rammentatelo ai tifosi del Blackpool, che adesso si godono un’effimera vetta in Premier e l’ultima posizione degli odiati rivali del Preston in Championship.

A proposito di goleade, i campioni del Chelsea inanellano la nona vittoria consecutiva nelle gare d’esordio in campionato “scherzando” con il West Bromwich Albion. Il derby tra Carlo Ancelotti e Roberto Di Matteo (uno che in campo ha fatto la storia dei Blues) dura una manciata di minuti, finché Scott Carson combina il primo dei suoi errori di giornata e Florent Malouda apre le danze. I migliori in campo finiscono per essere Didier Drogba (tripletta per lui) e Frankie Lampard, ovvero due che, viste le condizioni fisiche non ottimali, erano stati in dubbio fino all’immediata vigilia. Insomma, la ricomparsa dei Baggies in Premier è stato quanto mai traumatico…

Dopo aver imperversato per tutta l’estate con le sue costose operazioni di mercato, il Manchester City “buca” la prima al White Hart Lane, rivincita della sfida decisiva per il quarto posto vinta dagli Spurs lo scorso aprile. I Light Blues sono un cantiere aperto, con le voci arrivi e partenze ancora da completare, però hanno giocato proprio male, specialmente il primo tempo. Se Roberto Mancini volesse vedere il bicchiere mezzo pieno, potrebbe consolarsi con il punto rimediato in trasferta contro una diretta concorrente per le parti alti della classifica e una delle bestie nere del City (undici le sconfitte rimediate nelle ultime dodici partite contro il Tottenham) e con l’ottima prestazione di Joe Hart. Il nuovo numero uno dei Tre Leoni – ma che delitto avergli preferito Robert Green contro gli Usa ai Mondiali – sembra aver definitivamente soffiato il posto a Shay Given, che alcune voci vorrebbero in partenza con destinazione Arsenal.

Rimanendo in argomento portieri, le papere più eclatanti del week end le combinano i due estremi difensori delle squadre di Liverpool, Tim Howard e Pepe Reina. Lo spagnolo campione del mondo compie una doppia frittata sull’unica azione degna di nota del neoacquisto dell’Arsenal Marouane Chamakh (da rivedere) e nega in extremis i tre punti nella prima di Roy Hodgson alla guida dei Reds. Il Liverpool ha già acquisito lo spirito combattivo del suo tecnico, come ha dimostrato il livello di gioco espresso nonostante l’inferiorità numerica patita per tutto il secondo tempo a causa della prima espulsione in carriera di Joe Cole (che incubo, il suo esordio ad Anfield Road!). Nel complesso sono piaciuti più i padroni di casa dei Gunners che, con tutte le attenuanti delle assenze pesanti di Cesc Fabregas e Robin Van Persie – entrato solo nel finale – conservano alcuni difettucci delle passate stagioni e devono ancora migliorare tanto in difesa. Lo scoppiettante 6-1 della prima dello scorso anno sempre a Liverpool – ma al Goodison Park – appare per il momento un lontano ricordo.

Nel Monday Night il Manchester United conferma quanto di buono fatto vedere nel Community Shield contro il Chelsea. All’Old Trafford, dove non vince dal 1969, il Newcastle mette in mostra solo tanta buona volontà ma nulla può contro la forza e la tecnica dei Red Devils. Ma al Theatre of Dreams a fare notizia è la prova tutta grinta e determinazione di Dimitar Berbatov. In attesa del miglior Rooney, Alex Ferguson sembra poter finalmente contare sul “desaparecido” bulgaro.

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