giovedì 31 dicembre 2009

Un fine 2009 all’insegna delle grandi

Ogni anno ormai è la stessa storia. In Inghilterra durante le feste si gioca tanto e gli stadi – non solo in Premier – sono stracolmi, mentre a noi non rimane che stare a guardare. Eppure chi ha lavorato lì per tanti anni, come Claudio Ranieri, sostiene che dovremmo imitare gli inglesi e far divertire la gente quando è in ferie e ha più tempo da dedicare alle proprie passioni. Poi ci si meraviglia che nel Bel Paese gli impianti sono sempre più vuoti…

Torniamo però oltre Manica, dove il Chelsea chiude il 2009 in vetta alla classifica. Ma quanta fatica! Sia a Birmingham che nel derby casalingo contro il Fulham i Blues avrebbero potuto perdere l’intera posta in palio, per cui alla fine aver rimediato quattro punti è un risultato più che soddisfacente. Il Chelsea ha perso un po’ dello smalto dei mesi passati, anche perché l’assenza di Michael Essien in mezzo al campo si fa sentire tantissimo – e non a caso da quando manca il ghanese la difesa, complice un Peter Cech ancora troppo incostante, subisce più gol. La sesta rimonta stagionale nel match contro i Cottagers arriva grazie al solito, immenso Didier Drogba e a uno degli autogol più comici del 2009, che ha visto come protagonista la riserva di Brede Hangeland, Chris Smalling, al suo debutto in Premier. Ora scatta la Coppa d’Africa e la rosa dei Blues è destinata a restringersi. Guai in vista per Mister Ancelotti?

A proposito di allenatori italiani, si sono già versati fiumi di inchiostro per narrare le prime gesta di Roberto Mancini alla guida del Manchester City. Di certo la tifoseria locale, al di là di qualche mugugno, non ha reagito al licenziamento di Mark Hughes con lo stesso disappunto del 1993, quando Peter Reid fu cacciato dopo sole tre giornate nonostante i buoni risultati collezionati nelle stagioni precedenti. Le due facili vittorie contro lo Stoke (prima volta che il City non ha subito gol in casa dall’esordio stagionale con i Wolves) e il 3-0 proprio in casa del Wolverhampton hanno contribuito a dare “una buona impressione” dell’ex interista. Un Mancini che per il momento ha registrato un po’ la difesa, affiancando a un Carlitos Tevez in grande spolvero (tre gol in due partite) a rotazione Robinho e il possibile dissidente Craig Bellamy, in precedenza schierati da esterni alti a sostegno delle due punte. Una scelta definitiva oppure un ripiego, in attesa del recupero di Emmanuel Adebayor? Questo è forse il principale interrogativo tattico dei Light Blues targati Mancio.

La sponda bianco-rossa di Manchester segue con apprensione le tristi vicende familiari di Edwin van der Sar, sbarazzandosi senza troppe difficoltà degli ostacoli Hull e Wigan. Fa (quasi) tutto Wayne Rooney, specialmente al KC Stadium – gol, assist e autogol provocato. Con i Latics finisce 5-0 come all’andata, con l’ex Everton ad aprire le danze. I Red Devils sono sempre lì, a contatto con il Chelsea. La classifica dice meno due sia per i punti che per la differenza reti.

“Lo rifarei senza problemi”, così si è espresso Arsene Wenger in merito alla sua decisione di mandare in campo Cesc Fabregas al 57° del match contro l’Aston Villa, nonostante lo spagnolo fosse in precarie condizioni fisiche. In 28 minuti il centrocampista ha segnato una meravigliosa doppietta che ha segnato in maniera indelebile la gara. Peccato per la ricaduta del risentimento muscolare, che ha impedito allo spagnolo di essere in campo a Portsmouth. Poco male. Al Fratton Park il suo sostituto, la giovane promessa gallese Aaron Ramsey, non sfigura (anzi, segna pure uno splendido gol), mentre gli altri Gunners hanno un compito agevole contro i disastrati Pompey. Qualora l’Arsenal dovesse vincere il non proibitivo recupero contro il Bolton, salirebbe a meno uno dal Chelsea. E in quel caso il gioco si farebbe ancora più interessante.

Ultimi scampoli d’anno in controtendenza per due nobili del calcio inglese. L’Aston Villa rimane a secco per la prima volta dallo 0-2 interno con il Wigan di metà agosto, non riuscendo a superare le difese di Arsenal e Liverpool. Quel che è peggio, specialmente per le ambizioni di titolo dei Villans, è non aver preso nemmeno un punto contro le due rivali d’alta classifica. Rinascono invece i Reds, finalmente con Alberto Aquilani titolare (bene con i Wolves, così così al Villa Park). Ma a mettere il marchio del fuoriclasse ci pensa Fernando Torres, divenuto anche il giocatore dei Reds più veloce di sempre a raggiungere le 50 marcature in campionato (gli sono bastate solo 72 partite).

Ultima annotazione sulla terza panchina saltata in Premier dall’inizio della stagione. Dopo poco più di due anni in carica, a Gary Megson è stata fatale la doppietta di Stephen Hunt, dell’Hull, che negli ultimi 20 minuti ha vanificato il doppio vantaggio costruito in precedenza dal sempre più pericolante Bolton.

Sabato niente campionato. Tranquilli, si gioca lo stesso. Di scena il terzo turno della centoventinovesima edizione della FA Cup.

Scritto per Goal.com

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