venerdì 4 dicembre 2009

Non solo Premier, il calcio delle divisioni minori

Come promesso.

Dimenticate per un attimo lo splendore della Premier, i suoi campioni acclamati e strapagati, le Big Four con milioni di tifosi sparsi per il mondo. Dimenticate gli stadi dal design avveniristico, dalle capienze imponenti e con corporate box così lussuosi a far invidia alle suite dell’Hotel Ritz di Londra. Provate ad immergevi per pochi minuti con noi nella vera essenza del calcio inglese, o almeno così credono frotte di appassionati della prima ora, cresciuti a terraces e squadre composte per undici undicesimi da giocatori britannici.

Tuffiamoci allora in quella che una volta si chiamava Third Division, e che ora in maniera un po’ buffa è denominata League One. Il match che abbiamo scelto di gustarci è Brentford vs Colchester United. Per chi non lo sapesse, Brentford è un quartiere del West End londinese, che dal 1889 può contare su una squadra con un discreto seguito nella comunità locale. Una compagine che tuttavia non gioca nella massima divisione inglese dalla fine degli anni Quaranta. Nei suoi giorni di gloria, nel decennio precedente, il Brentford si tolse lo sfizio di battere niente meno che il leggendario Arsenal di quell’epoca. In tanti, atterrando all’aeroporto di Heathrow, avranno scorto lo stadio dei Bees: il vetusto ma incantevole Griffin Park, da un po’ indiziato di pensionamento per far posto a una nuova arena nei pressi dei Kew Gardens. Dall’aereo si nota benissimo, e non a caso il tetto di una delle tribune è molto concupito per farsi pubblicità proprio dalle compagnie aeree. Adesso la copertura della ex New Road Stand, di recente ribattezzata Bill Axbey Stand in onore di un tifoso che ha seguito la squadra per 89 anni (!), reca l’effigie della Qatar Airlines. Ma i fanatici di calcio inglese, e soprattutto di stadi inglesi, sanno che il Griffin Park è famoso almeno per un altro paio di elementi: i piloni dell’illuminazione “Subbuteo style” che, quando accessi, rappresentano una sorta di faro per gli ignari appassionati che per la prima volta coprono a piedi il tragitto dalla fermata della metro di South Ealing, e i quattro pub. Unico caso in tutto il Regno Unito, agli angoli del perimetro di casette a schiera che avvolge dolcemente le piccole tribune dello stadio ci sono proprio quattro pub, ovviamente molto apprezzati dalla tifoseria locale e da quelle ospiti. Uno, forse il più bello e vissuto, è il Griffin, che deve il suo nome alla fabbrica di birra proprietaria dei terreni dove nel 1904 fu edificato anche lo stadio omonimo.

Al Griffin Park il biglietto si riceve direttamente dall’addetto che fa scattare il vecchissimo tornello di accesso alla Braemer Road Stand. Ovvero la tribuna centrale, che però costa solo un paio di sterline in più delle due end, le gradinate vecchio stile. Per la verità una delle due terraces è a due piani, e quello superiore ha pure una decina di file di posti a sedere, ma non è che l’ennesima peculiarità della casa del Brentford…

A fare i conti con una serata non piovosa ma molto fredda siamo quasi in cinquemila, con buona rappresentanza di tifosi in trasferta. Beh, Colchester non dista tanto da Londra e poi gli U’s sono terzi con legittime ambizioni di un ritorno in Championship, da dove sono retrocessi nella primavera del 2008. Il Brentford, invece, è la classica neopromossa che parte bene e poi man mano scivola nelle acque melmose della bassa classifica. A proposito di fanghiglia, a Londra di pioggia ultimamente ne ha fatta tantissima, e di conseguenza il manto erboso è piuttosto malmesso. Nonostante ciò il livello di gioco è discreto, ci azzarderemmo a dire buono, vista la categoria. Tanta corsa e agonismo ma senza un utilizzo esasperato della palla lunga, anzi, capita pure di vedere qualche bel fraseggio e gesti tecnici apprezzabili dai 22 giocatori schierati dai tecnici Andy Scott e Aidy Boothroyd (tranne due eccezioni, tutti britannici). Le Bees trovano subito un meritato vantaggio grazie all’incornata del centravanti Charlie Macdonald, imbeccato alla perfezione da John Bostock. Uno di cui forse sentiremo parlare. Piazzato alto a destra, ma dotato di un sinistro sopraffino, il giovanotto ha solo 17 anni. È stato spedito a farsi le ossa al Griffin Park dai detentori del suo cartellino, gli Spurs, che credono molto in lui. A ragione, almeno da quel che possiamo vedere. Buona presenza fisica, ottima visione di gioco e tocchi di classe che mandano in solluchero i tifosi biancorossi. Altro giocatore in prestito (dall’Arsenal) è il lungagnone polacco Wojciech Szczęsny, che tra i pali si fa rispettare, rispedendo al mittente i tanti tiri scagliati dal Colchester. Gli ospiti a tratti cingono d’assedio il Brentford, senza però grandi risultati. Purtroppo per loro, gli U’s producono lo sforzo maggiore nel primo tempo. La seconda frazione di gioco è meno spettacolare e ricca di spunti di rilievo, ma comunque passabile. Noi intanto nell’intervallo ci siamo goduti la scena del giro di campo di una inserviente delle Bees con un cartello con su scritto il numero vincente della riffa. Altro che megaschermi et similia…

Ancora più piacevole il calduccio e le battute di alcuni attempati tifosi dei Bees a fine partita dentro il Griffin Pub. Chissà, forse qualcuno di loro da bimbo avrà assistito a quel famoso Brentford-Arsenal 2-1 del novembre 1935. E rammenterà che, incredibilmente, quell’anno i biancorossi del West End arrivarono quinti in classifica, un punto sopra l’Arsenal.

1 commento:

  1. splendida cronaca.
    mi hai fatto venire voglia di andare a vedere Griffin Park quando ritornero' a Londra.

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