lunedì 28 gennaio 2013

Luton v Millwall al quinto turno di Coppa

Sono passati 28 anni dall'ultima volta che per un match di FA Cup Luton Town e Millwall si sono incontrate al Kenilworth Road. Tante, tantissime cose sono cambiate nel Beautiful Game. Copio e incollo un paio di pagine del mio libro "Made in England" che raccontano quel che successe in occasione di quell'incontro.

Uno scandalo in diretta nazionale. Questo rappresentò l’incontro di sesto turno di Coppa d’Inghilterra tra Luton Town e Millwall, svoltosi una sera del marzo 1985. Una sfida sentitissima, tra due squadre dal passato povero di successi ma vogliose di imprimere il loro marchio sulla mappa del calcio inglese. Purtroppo ci riuscirono, però solo a causa degli episodi extra-calcistici che caratterizzarono quella partita. Incidenti di una certa gravità erano già occorsi prima dell’inizio della sfida, con la polizia locale che a fatica era riuscita a far sistemare nel loro settore il nutrito contingente di tifosi del Millwall, focosa tifoseria del Sud di Londra. Non contenti, i sostenitori dei Lions trasferirono all’interno dell’impianto tutta la loro “esuberanza”, esibendosi in gite sul campo da gioco che portarono a un rinvio di 25 minuti del calcio d’avvio. Ma il peggio doveva ancora venire. A dieci minuti dalla fine del match, con il Millwall sotto per 1-0, i supporter londinesi pensarono bene di invadere in massa il terreno del Kenilworth Road (allora non ancora in sintetico come capitò dall’estate di quell’anno fino al 1991). Ne seguirono minuti di caos totale. Gli scontri tra la polizia e i tifosi furono molto cruenti, tanto che l’arbitro si vide costretto a porre anzitempo termine alla partita. Dopo il fischio finale le pessime scene trasmesse in diretta nazionale continuarono, con centinaia di hooligans dei Lions impegnati a devastare le tribune dell’impianto del Luton, usando le decine di seggiolini divelti come armi improprie da lanciare contro tifosi avversari e polizia. In un secondo momento a vedersela brutta furono le abitazioni e le automobili che si trovavano nei pressi dello stadio. Insomma, fu una notte di pura follia.

La differenza rispetto alla panoplia di incidenti che si ripetevano nei fine settimana e durante le pericolose partite infrasettimanali in notturna – gli stessi tifosi del Millwall quella stagione si resero protagonisti di scontri particolarmente duri con i rivali di Bristol City e Leeds United – fu che un pubblico molto vasto, quello televisivo, poté vedere con i propri occhi ciò che a volte aveva letto sulle pagine dei quotidiani ma che, senza una abituale frequentazione degli stadi, non conosceva in maniera così diretta. I si dice dell’epoca rimbalzano la tesi che la decisione dell’Uefa di aggiudicare gli Europei del 1988 alla Germania e non all’Inghilterra fu condizionata dagli episodi di Luton-Millwall. Quelle sono illazioni, però con un apparente fondo di verità. Ad essere invece certo è che le recinzioni anti-invasione di campo, sperimentate per prime dal Manchester United negli anni Settanta, divennero sempre più popolari, sebbene nessuno potesse immaginare che solo quattro anni dopo invece di arginare l’impeto dei teppisti avrebbero massacrato tanti tifosi innocenti.

L’immensa copertura mediatica di quel match fece sì che il problema della violenza nel calcio entrasse prepotentemente nell’agenda politica, che per anni aveva più o meno sottovalutato il fenomeno degli hooligans. Margareth Thatcher, l’allora primo ministro conservatore, sul fronte della sicurezza interna aveva ben altre preoccupazioni. Nel marzo di quell’anno si concluse lo sciopero dei minatori contro la chiusura delle miniere di carbone in Galles e nel Nord dell’Inghilterra, iniziato circa dodici mesi prima. Un braccio di ferro aspro, senza esclusione di colpi, costellato da violentissimi scontri tra scioperanti e polizia che causarono una decina di morti. Alla fine il leader sindacale “King” Arthur Scargill, un convinto marxista determinato a vendere cara la pelle, dovette capitolare al piano dei tagli voluto dal governo e dalla federazione mineraria. Ma il disagio sociale era a livelli di guardia. A Brixton, quartiere a sud di Londra contraddistinto dalla massiccia presenza di immigrati caraibici, ci furono una serie di rivolte a sfondo razziale con episodi di vera e propria guerriglia urbana. E poi c’erano i Troubles, ovvero la questione nord-irlandese. L’IRA, l’organizzazione terroristica di matrice cattolica e nazionalista, non era mai stata così forte come in quel frangente. Durante il convegno Tories di Brighton del 1981 si era spinta fino ad attentare alla vita della stessa Thatcher. Con tutte queste vere emergenze, per la Lady di Ferro occuparsi del calcio, sport da lei mai amato, doveva costituire una immane seccatura. Un evento che ebbe una vasta eco internazionale spinse però il primo ministro a far di tutto pur di sconfiggere il pericolo portato dagli hooligans. Il 29 maggio 1985 anche la violenza negli stadi diveniva un’emergenza nazionale.

3 commenti:

  1. In realtà ci siamo incontrati in F.A. Cup anche 4 anni dopo quei fatti: 7 gennaio 1989, 3-2 per noi con gol di Cascarino, Carter e Sheringham

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  2. Si', pero' si è giocata al vecchio Den. Io mi riferivo alle partite disputate al Kenilworth Road.

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