giovedì 10 febbraio 2011

Una serata al Craven Cottage

Sold Out. Niente più biglietti per gustarsi Fulham vs Newcastle, match di profilo medio in programma uno stranamente mite mercoledì sera di inizio febbraio londinese. I tifosi dei Cottagers, esaltati dal recentissimo 4-0 rifilato al Tottenham in Coppa d’Inghilterra, hanno deciso di stare vicino alla squadra, che è ancora immischiata nei bassifondi della Premier. La Toon Army, nemmeno a dirlo, è presente in forze. Ed è imbufalita contro l’ex idolo Andy Carroll. Lo capiamo ascoltando i cori che alcuni supporter bianconeri inscenano all’uscita della metro e da una scritta che campeggia durante il match nel settore a loro riservato. “Carroll Giuda”, recita, e ogni ulteriore commento ci pare abbastanza superfluo.

Nel complesso, però, l’atmosfera nel vecchio impianto da 115 anni casa dei Cottagers è gioiosa. Come accennato, gli spalti sono gremiti. Insomma il contesto è ideale, non fosse altro per la struttura stessa del catino, ormai tra i pochi superstiti degli stadi del passato. La vetusta ma splendida Stevenage Road Stand e il Cottage sono sempre lì, e probabilmente ci rimarranno ancora per molto tempo, visto che la dirigenza della compagine del West End della capitale inglese ha ormai deciso di riporre nel cassetto i piani per la realizzazione di un nuovo impianto.

Il Fulham è il classico club di quartiere, penalizzato da un bacino d’utenza ridotto anche a causa della vicinanza con realtà ben più importanti nel panorama calcistico inglese, quali gli odiati cugini del Chelsea, più “giovani” – l’anno di fondazione è il 1905 – ma favoriti da una posizione migliore. Nonostante sia il team professionistico più antico di Londra, essendo nato nel 1879, il Fulham ha vissuto ben pochi momenti di gloria, tanto che la sua bacheca dei trofei è pressoché vuota. Come ci ricorda il programma del match, una quindicina d’anni fa la squadra era addirittura sprofondata nei bassifondi della quarta serie. Nel 1996 una sconfitta per 2-1 in casa del piccolo Torquay United relegò i Cottagers al penultimo posto dell’ultimo livello dei campionati della Football League. Il nadir della storia dei bianconeri, che qualche giorno prima avevano fatto registrare anche il record negativo di presenze al Craven Cottage – solo 2.176 spettatori nell’1-3 rimediato contro lo Scunthorpe United. Sette anni e cospicue iniezioni di fondi da parte della nuova proprietà di Mohamed Al Fayed dopo, i bianconeri si ritrovarono a giocare in Premier League niente meno che esordendo nella prima giornata all’Old Trafford.

Da allora il Fulham è sempre rimasto nella massima serie inglese, comportandosi spesso bene in FA Cup e perdendo solo ai supplementari una finale di Europa League. Un ricordo recente, quando sulla panchina, ora occupata da Mark Hughes, sedeva Roy Hodgson. Dal passato molto più illustre, ma dal presente piuttosto mediocre – è reduce da un anno passato nel purgatorio della Championship – il Newcastle continua a vivere giorni difficili. La colpa, secondo i tifosi e tanti addetti ai lavori, è dovuta essenzialmente alla gestione inadeguata del club da parte del patron Mike Ashley.

A breve termine l’assenza di un ariete come Carroll si farà sentire, visto che le alternative – i giovani Granger e Best e i veterani Lovenkrands e Ameobi – non sembrano grandi bocche da fuoco. O almeno questa è l’impressione che ci lascia il match del Craven Cottage. Sul piano del gioco i due team, soprattutto a centrocampo, si equivalgono, ma davanti i padroni di casa possono contare sul talento di Moussa Dembelé, attaccante belga veloce e dai notevoli mezzi tecnici. A risolvere la contesa è però l’ex Damien Duff a metà di un secondo tempo molto spettacolare, a fronte di una prima frazione di gara a dir poco deludente.

Una risposta ai fischi rimediati dalla Toon Army, che evidentemente non aveva ben digerito il suo addio dopo la retrocessione del 2009. E che avrà gradito ancor meno gli sfottò dei supporter del Fulham, tutti incentrati sugli odiati Ashley e Carroll…

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