lunedì 9 marzo 2009

Due chiacchiere con Massimo Marianella

E' un appassionato particolare, Massimo Marianella. Lo si capisce quando lo chiamiamo in causa per parlare del parallelo tra Roma e Arsenal, due squadre che se la "daranno di santa ragione" per preservare il loro posto in Champions League. Il telecronista più esperto tra quelli annoverati dalla “squadra” dell'emittente Sky Sport Italia è assolutamente uno di quei personaggi da scoprire, che amano il calcio e il loro lavoro e che "non tolgono la gamba" quando c'è da spiegare in maniera precisa e decisa il proprio pensiero relativamente ai valori in campo del prossimo match di ritorno tra i Gunners e i giallorossi di Luciano Spalletti, match che designerà quale tra le due accederà ai quarti di finale della Champions League.

Massimo, da più parti si è parlato di possibili similitudini tra Arsenal e Roma, sia dal punto di vista del gioco che da quello societario. Secondo te esistono davvero? "Non credo che Arsenal e Roma abbiano un gioco così simile. Quello proposto dai Gunners guidati da Arsene Wenger da una decina d’anni a questa parte è il calcio più bello e spettacolare al mondo. Certo, i giallorossi di Spalletti giocano molto palla a terra e sono riusciti spesso a fornire ottime prestazioni dal punto di vista stilistico, ma io non vedo molte somiglianze nel loro rispettivo modo di impostare i 90 minuti, specie perché senza dubbio l'Arsenal è qualitativamente superiore alla Roma perché tutti i suoi giocatori sono molto dotati tecnicamente. Anche a livello societario la situazione presenta poche analogie. A Londra Nord tutti vedono con scetticismo la scalata societaria del miliardario russo Alisher Usmanov, mentre a Roma in tanti si sarebbero augurati l’arrivo di un magnate straniero, come si è potuto notare nella vicenda-Soros. Francamente non escludo che, come le altre grandi della Premier, anche l’Arsenal possa finire in mani straniere. Anzi, do quasi per scontato che una cosa del genere possa accadere molto presto!".
Però entrambi i club investono molto sui giovani...
"In quell’ambito l’Arsenal ha fatto senza dubbio da “apripista” a livello globale, iniziando una tendenza che è stata poi copiata da molte altre società, tra cui anche la Roma. I giallorossi hanno saputo investire molto bene sui talenti emergenti e poi hanno il grande vantaggio di poter annoverare tra le proprie fila tre giocatori cresciuti nel vivaio, romani e romanisti come Totti, De Rossi e Aquilani. Un caso più unico che raro nel panorama mondiale. Un punto d’orgoglio per la società e tutto l’ambiente".
Invece l’Arsenal ha sempre avuto tanti giocatori stranieri, anche se adesso si stanno facendo strada un po’ di britannici come Wilshire, Ramsey e Simpson. È frutto di una scelta oppure è casuale?
"Wenger ha sempre detto di non guardare al passaporto, ma alle qualità dei calciatori. Poi se sono inglesi è meglio solo perché così la stampa è più contenta. È un dato di fatto che ci sono tante nuove leve di nazionalità britannica che stanno cerando il salto in prima squadra, ma non fa parte di una sorta di piano ad hoc".
Il nuovo arrivato Andrei Arshavin è uno dei pochi “vecchietti”, anche se ha solo 28 anni. Potrà sul serio diventare una delle stelle più splendenti del firmamento della Premier?
"No. Per carità, è un ottimo giocatore e credo che con l’Arsenal farà molto bene, ma non raggiungerà il livello dei migliori in assoluto".
Torniamo alla sfida di Champions League. I giochi sono ancora aperti... "Indubbiamente. Prima della gara d’andata pensavo che delle tre italiane la Roma fosse quella più accreditata per un passaggio del turno. Alla luce della gara d’andata ho rivisto questa mia convinzione. I Gunners hanno meritato la vittoria, ma come capita spesso quest’anno hanno giocato bene sprecando troppe occasioni. All’Emirates la Roma è apparsa fin troppo intimidita dagli avversari, ma all’Olimpico non dovrà fare l’errore di farsi prendere dalla fretta. I giallorossi devono avere pazienza, non buttarsi all’attacco all’arma bianca, evitando invece di concedere spazi ai Gunners. Specialmente se dovesse rientrare Adebayor, una conduzione di gara troppo spregiudicata da parte della squadra di Spalletti potrebbe costare molto cara".
Quale può essere la chiave tattica per battere l’Arsenal?
"Come dimostrato nel secondo tempo dell’Emirates, il centrocampo della Roma non può prescindere da un elemento come Pizarro. Lui, insieme ad Aquilani, sostituto dello squalificato De Rossi, può dare la qualità necessaria per ribaltare il risultato. E poi avanti Vucinic è sicuramente più valido di Baptista. Uno che non aveva lasciato ottimi ricordi all’Emirates e che lo scorso 24 febbraio non ha fatto nulla per far ricredere i tifosi dell’Arsenal…".

Intervista fatta per Goal.com

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