mercoledì 24 novembre 2010

Cantona ora prende a calci le banche

Calciatore, attore, produttore cinematografico, ora anche attivista contro lo strapotere dei grandi istituti di credito internazionali. Eric Cantona non la finisce di stupire, nel suo eclettismo che lo rende un personaggio a tutto tondo, distante anni luce dal prototipo moderno dell’ex calciatore che pensa solo a godersi i tanti milioni guadagnati in carriera e se ne infischia del mondo che lo circonda. Prendendo come spunto il movimento di protesta contro la riforma delle pensioni volute dal presidente Nicolas Sarkozy – che in Francia ha generato affollatissime manifestazioni in tutto il Paese – l’ex numero sette del Manchester United si è spinto oltre.

“Che senso ha scendere in piazza? Per dimostrare? Non è più questa la strada. La rivoluzione è veramente facile oggi: il sistema è costruito sulle banche, quindi deve essere distrutto attraverso le banche. Se i 3 milioni di persone che hanno manifestato si recassero presso gli istituti di credito e ritirassero i propri soldi, le banche collasserebbero” ha dichiarato in un’intervista che, rilanciata su You Tube, ha subito fatto il pieno di contatti: ben 40mila in una manciata di ore. King Eric, come lo avevano soprannominato gli adoranti supporter dei Red Devils, ha ormai stretto un legame operativo con il movimento transalpino StopBanque, tanto da fissare una data per chiudere i conti correnti bancari: il prossimo 7 dicembre.

Chissà se l’iniziativa avrà successo e soprattutto se Cantona si troverà a suo agio nel nuovo ruolo così come capitato in passato con le sue precedenti attività. Le sue parole avranno fatto piacere al suo amico Ken Loach, per cui ha co-prodotto e interpretato se stesso nel fil “Il mio amico Eric”. Nel corso della pellicola, tra una perla di saggezza e una battuta fulminante, spuntavano le strabilianti giocate dei cinque anni passati fra il 1992 e il 1997 alle dipendenze di Alex Ferguson allo United. Senza di lui il team dell’Old Trafford era una bella squadra, che però non vinceva mai (tanto che non si laureava campione d’Inghilterra dal 1967).

Con lui è iniziato un ciclo di successi che dura ancora adesso. In campo e fuori dal campo Cantona è sempre stato un “personaggio a parte”, a volte pazzerello, a volte anticonformista, sempre al di sopra della media. Nel film di Loach rammenta che la sua giocata preferita ai tempi in cui vestiva la maglia dei Red Devils fu un assist, perché in quell’occasione poté esprimere tutto il suo immenso genio calcistico. In Inghilterra, ma non solo, è ricordato anche per un altro episodio, che ormai è entrato di diritto nella storia del football d’oltre Manica.

Nel 1995, nel corso di un Crystal Palace-Manchester United rimediò un cartellino rosso – non esattamente una novità per lui. Mentre si avviava verso gli spogliatoi, dagli spalti tale Matthew Simmons riservò parole poco gentili nei confronti della madre e dei compatrioti di The King. Cantona vide rosso e si esibì nel famosissimo “kung fu kick”, trasmesso migliaia di volte in televisione e immortalato anche su un disco di un gruppo abbastanza di successo all’epoca (The Ash). Quel gesto di follia molto probabilmente costò ai Red Devils la vittoria in campionato, al francese ben nove mesi di squalifica e 120 ore di servizi sociali, che sostituirono la prima sentenza di due settimane di prigione. Qualche tempo fa Cantona in un’intervista rilasciata al Daily Mirror ha affermato che l’unico suo rimpianto in tutta quella storia è di “non aver colpito Simmons più forte”. Ai tempi dell’incidente fu però molto più diplomatico e in certo qual modo “poetico”. Riferendosi a come da quel fatidico giorno in poi la stampa avrebbe costantemente posto sotto una lente d’ingrandimento le sue azioni, pronunciò una delle sue frasi culto “quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine”.

Adesso ha deciso di essere meno criptico e molto più diretto e di mollare un bel calcione alle banche. Beau chance, Eric.

Articolo pubblicato sul Manifesto di ieri

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