martedì 7 settembre 2010

Riecco il Wimbledon

Non saranno forti e pazzerelli come la Crazy Gang che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta fece tanto parlare di sé – sia nel bene che nel male – ma il “nuovo” Wimbledon appare sempre più determinato a scalare l’impervia piramide del calcio inglese. Capolista in quinta serie, continuando di questo passo potrebbe tornare a essere una delle 92 squadre professionistiche che compongono i quattro livelli del Beautiful Game. Certo, tra le sue file non c’è più gente del calibro di Dennis Wise, reduce da non brillanti prestazioni in qualità di manager e dirigente, la “personcina” John Fashanu, che ha abbandonato da tempo il mondo del calcio, Vinny Jones (quello della “strizzatina” a Gazza Gascoigne) ora attore a tempo pieno e pure con un discreto successo, mentre il portierone Dave Beasant è una delle punte di diamante della Glenn Hoddle Academy.

Nel frattempo i tifosi di quel mitico Wimbledon, capace di vincere la FA Cup nel 1988 battendo in finale niente meno che il grande Liverpool di Ian Rush, se la sono dovuta vedere con il peggio di quello che in Inghilterra chiamano corporate football, che purtroppo ha finito per stravolgere alcuni dei valori fondanti del vero football.

Uno di questi è il rispetto della comunità alla quale il club calcistico appartiene. Se a quella comunità del Sud di Londra, vicino al più famoso club di tennis del pianeta, prima levi lo stadio – ok, il vetusto Plough Lane era inadeguato – poi ti fai ospitare da dei vicini i cui supporter ti vedono come il fumo negli occhi (il Crystal Palace), quindi parli di muovere baracca e burattini in Irlanda e per finire trascini la franchigia – pardon, il club – 80 miglia più a nord, beh, sarebbe da matti credere che la stessa comunità accolga la cosa con un fragoroso applauso. Anzi, per dirla tutta dalle parti di Londra Sud si sono proprio alterati, e anche tanto!

Fin troppo tardivo è apparso allora l’atto di contrizione delle autorità federali, che dopo aver dato l’avallo allo spostamento del Wimbledon a Milton Keynes e il cambiamento di nome in MK Dons, aveva promesso che una simile evenienza non si sarebbe più verificata. Per intenderci, niente più mosse stile Nba o Nfl, dove i presidenti possono spostare la squadra altrove, qualora la piazza sia più interessata (e “munifica”) nei confronti del basket piuttosto che del football americano.

Ça va sans dir che alla fine proprio i tifosi di lunga data del Wimbledon, coloro che vivendo a Londra sud affollavano le gradinate del vetusto Plough Lane, poi abbandonato nel 1991, il trasferimento del loro club non l’hanno proprio mandato giù. Per questo si sono decisi a fondare un club tutto loro, rinominato, ovviamente, AFC Wimbledon. Meglio partire dai bassifondi delle leghe dilettantistiche, che doversi piegare all’umiliazione di sostenere una squadra sradicata dal suo luogo d’origine e per giunta con un nome diverso, hanno pensato.

Il motore di tutta l’iniziativa è stato un trust, per la precisione il Dons Trust. L’AFC Wimbledon fin dai suoi primissimi giorni di vita ha riscosso un notevole successo. Per la sua prima partita di sempre, l’amichevole contro il Sutton United il 10 luglio 2003, erano presenti ben 4.500 supporter (la media casalinga di spettatori si è poi stabilizzata sulle 3.000 unità). Sono subito arrivate due promozioni consecutive, alle quali ha fatto seguito un periodo di assestamento, un'altra promozione e poi la prima stagione di ambientamento nei semi-professionisti della Nationwide Conference, campionato che ora guidano in solitario dopo le prime sette giornate.

Intanto gli “usurpatori” del MK Dons si sono fatti uno stadio ultra-moderno addirittura candidato tra i papabili per Inghilterra 2018, hanno sfiorato una clamorosa promozione in Championship sotto la direzione dell’allora manager Roberto Di Matteo, e hanno restituito le coppe del vecchio Wimbledon alla dirigenza del nuovo. Il titolo sportivo, beh, quello no, è rimasto nella new town di Milton Keynes (la città è stata fondata solo nel 1967). Il desiderio di tanti tifosi, non solo dell’AFC Wimbledon, è vedere presto una sorta di derby tra i Dons “finti” e quelli “veri”. Un sogno che a breve potrebbe avverarsi.

Scritto per www.calcio3000.it

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