Super Sunday doveva essere e Super Sunday è stato. La Premier celebra la domenica di Pasqua con due super sfide fra le big-four, le quattro grandi (o neo-grandi, come il Chelsea) del calcio inglese. Le attese non sono state tradite con gol e spattacolo – non in dosi industriali, si badi bene – ad impreziosire la giornata. Si apre con il derby del Lancashire tra Manchester United e Liverpool. Giornataccia per i Reds, con Mascherano espulso per proteste (sciocco lui ma anche severo l’arbitro Bennett), Reina pessimo in uscita sui gol di Brown e Ronaldo (venticinquesimo centro in Premier) e Torres ben imbrigliato dalla difesa dei padroni di casa. Lo United quando gioca in velocità fa veramente paura, osservazione tanto scontata quanto ben risaputa da Spalletti e tutti i suoi adepti.
Con i Red Devils in fuga, il derby dello Stamford Bridge diventava una sorta di gara ad eliminazione diretta per la sfidante al titolo della Premier. Primo tempo con le due squadre un po’ bloccate, seconda frazione più frizzante, con vantaggio quasi immediato dell’Arsenal – ennesimo gol preso su corner dal Chelsea – e primo gol in maglia biancorossa di Sagna. La reazione rabbiosa dei Blues non si fa attendere. Grant mette Anelka e il modulo a due “torri” dà i suoi frutti soprattutto per merito della giornata di grazia di quel grande campione che risponde al nome di Didì Drogba. L’ivoriano trafigge due volte Almunia e dall’altra parte Adebayor e Van Persie appaiono un po’ spuntati, risultato: il Chelsea sale al secondo posto e l’Arsenal scivola a meno sei dal primo posto – per i Gunners ci sono solo quattro punti nelle ultime cinque partite.
Il sabato da registrare il mezzo passo falso dell’Everton in casa contro il West Ham falcidiato dagli infortuni e imbottito di ragazzini dell’Academy. Eppure l’ennesimo gol di Yakubu dopo pochi minuti di partita aveva garantito un prezioso vantaggio ai Toffees, poi vanificato da una bella marcatura del redivivo Ashton (buone notizie per Capello). Irons che nel finale sfiorano anche la vittoria, grazie ad una prova coraggiosa e tutta grinta. A posteriori l’Everton può mangiarsi le mani per non aver approfittato del capitombolo dei cugini e ora è consapevole che un posto in Champions League nella prossima stagione sarà duro da conquistare.
La tattica attendista del Portsmouth non paga al White Hart Lane di Londra. La sfida tra le due (possibili) regine di coppa, il Tottenham trionfatore in Coppa di Lega ed i Pompey grandi favoriti in FA Cup, si risolve negli ultimi dieci minuti, quando Bent e la giovane promessa O’Hara abbattono il muro messo in piedi da Redknapp. Il Portsmouth rimane ugualmente sesto, con un punto di vantaggio sull’Aston Villa, in evidente calo di forma e sconfitto in casa dal Sunderland, sul Blackburn, che invece è in ascesa e rimanda la festa salvezza del Wigan, e per finire sul Manchester City.
Proprio quello tra i Citizens e il Bolton al Reebok Park è l’unico 0-0 della giornata. Un pareggio che serve a poco ad entrambe. Eriksson vede allontanarsi sempre di più il treno dell’Europa, Megson si avvicina un po’ al Birmingham – sconfitto nello scontro diretto di Reading – ma al contempo si ritrova staccato proprio da Reading e Sunderland.
Chiusura d’obbligo sulla partita del St James’ Park. La prima vittoria di Keegan sulla panchina del Newcastle coincide con un’affermazione fondamentale per i Magpies per la sopravvivenza in Premier. Viduka (su cui giravano voci di forti dissidi con KKK) e Owen affossano il Fulham e ridanno fiato alla Toon Army, che almeno la Pasqua l’hanno trascorsa con un pizzico di ottimismo in più. I Cottagers invece hanno poco da stare allegri, pensando ad una probabile stagione 2008-2009 da passare nel purgatorio della Championship.
Da Goal.com 24/03/08
mi devi spiegare come fa il portoghese a non vincere 10 palloni d'oro di fila.l'unico davvero lontanamente paragonabile a maradona per come può fare la differenza.mostruoso.
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