giovedì 27 marzo 2008

Intervista al tecnico del QPR Gigi De Canio

Gigi De Canio è il terzo allenatore italiano a sedere sulla panchina di un club inglese, dopo Gianluca Vialli e Claudio Ranieri. Ci siamo fatti una chiacchierata con lui mentre insieme alla squadra si stava recando a Cardiff per un turno infrasettimanale di Championship.
Mister come vanno le cose con la sua nuova squadra?
Mi sto assestando e sto imparando a conoscere tutti i giocatori che ho a disposizione. Negli ultimi tempi abbiamo avuto una serie di risultati un po’ altalenanti, però stiamo riuscendo a tirarci fuori dalle zone meno nobili della classifica.
A gennaio ci sono stati tanti nuovi innesti. E’ soddisfatto? O voleva anche Di Vaio?
Sì, sono stati fatti dei buoni acquisti, con un mix equilibrato di giocatori di categoria e giovani promesse. Abbiamo voluto puntare sul fatto che fossero inglesi, perché ci sembrava che potessero garantire una maggior compattezza alla squadra. Riguardo Di Vaio posso dire di non averne mai parlato, è stata una voce tirata fuori dalla stampa e niente più.
Avete preso in prestito anche un giovane difensore del Manchester United, Kieran Lee. Rimarrà al QPR anche in futuro?
Per quel che ho potuto vedere fino adesso credo proprio di sì. Il nostro obiettivo è tenere i giocatori forti, per cui è probabile che faremo in modo di acquistare Lee a titolo definitivo.
Francesco Coco sembrava dovesse vestire la maglia del QPR. Invece non se n’è fatto più niente. Come è andata realmente?
A lui abbiamo dato la possibilità di allenarsi con noi, sapendo che era molto tempo che non giocava e che aveva bisogno di calcare di nuovo i campi. Chiaro che ci interessava. Poi dopo un giorno è sparito, io lo aspettavo al campo di allenamento, ma lui era già in Italia. Dopo non l’ho più sentito.
Avete qualche chance di arrivare al sesto posto in classifica, che vi permetterebbe di giocare ai play offs per l’accesso in Premier League?
Quando arriva una vittoria iniziamo a farci un pensierino, però obiettivamente è meglio prendere una partita alla volta e non fare troppi sogni. Quando sono arrivato il QPR era sul fondo della classifica, adesso si sta risollevando, perciò accontentiamoci della salvezza, che spero arriverà senza troppi patemi. Alla promozione ci pensiamo il prossimo anno, adesso ci sono troppe squadre forti con molti più punti di noi.
Mi sembra di capire che l’anno prossimo la squadra sarà ulteriormente rafforzata, viste anche le potenzialità economiche dell’attuale dirigenza. E’ così?
Certo, però gli acquisti saranno fatti in maniera oculata, un po’ come abbiamo fatto di recente con il mercato di gennaio, che non ci è costato quasi nulla. Ciò non toglie che, qualora dovesse arrivare il salto di categoria, Flavio Briatore e soci sono pronti a fare investimenti di una certa consistenza, anche per calciatori che attualmente giocano in campionati stranieri. La nuova dirigenza del club coniuga alla perfezione passione sportiva e business, un concetto che qui in Inghilterra hanno ben presente e realizzano alla perfezione. Chi detiene le azioni del QPR è ricco, molto ricco, ma ha preso la squadra per farla crescere in maniera graduale, senza buttare i soldi dalla finestra.
Però Briatore è sicuro che nello spazio di soli quattro anni i Super Hoops giocheranno in Champions League.
Beh, me lo auguro, è chiaro, e spero di essere ancora qui per vivere in prima persona quell’esperienza.
In quel caso ci sarà bisogno di un nuovo impianto al posto del glorioso ma vetusto Loftus Road. Ci sono già voci su un possibile nuovo stadio?
Non ne so nulla, però se il QPR dovesse raggiungere gli obiettivi che la dirigenza si è prefissata l’idea di uno stadio più comodo e spazioso sarebbe del tutto scontata.
Dopo poche settimane dal suo arrivo a Londra i tabloid inglesi avevano parlato di Vialli come suo probabile sostituto. Tutte frottole?
Posso solo dire che per me è un onore che un personaggio come Vialli sia accostato ad un club attualmente allenato da me. Anche in questo caso sono voci ma dietro non c’era nulla di concreto. Io ho un ottimo rapporto con l’attuale dirigenza del club.
Se non ci fossero stati Briatore e Ecclestone sarebbe andato lo stesso ad allenare il QPR?
No, io non ero in cerca di una panchina a tutti i costi, a me interessava un progetto serio. Prima di arrivare a Londra avevo intavolato un discorso con la Stella Rossa di Belgrado, che però non è andato in porto. Poi è arrivata a proposta dell’attuale dirigenza del QPR e ho preso l’occasione al volo. Ci tengo anche a precisare che non è nemmeno una questione solo di soldi, visto che non è vero che qui guadagno cifre iperboliche come qualcuno ha insinuato.
Come giudica il livello della Championship rispetto alla Serie B italiana?
Anche qui ci sono dei bravi giocatori, con una buona tecnica individuale e doti atletiche notevoli. Tirano e crossano il pallone molto bene, forse a volte peccano di fantasia, ma nel complesso direi che il livello è buono, paragonabile a quello della nostra serie cadetta. La differenza è che qui non si smette mai di giocare, si prova a fare gol fino all’ultimo, è nella loro mentalità. Poi c’è un alto grado di sportività, sia in campo che fuori.
Va bene, i giocatori se la cavano come i nostri, e gli allenatori? Non sarà un caso se hanno chiamato Fabio Capello ad allenare la nazionale...
Gli allenatori italiani hanno una preparazione più a 360 gradi, che spazia da conoscenze di psicologia a una maggiore sapienza tattica. Anche qui sono bravi, però è vero che negli allenamenti puntano di meno sulla tattica. Sono sicuro che Capello farà molto bene con la nazionale inglese, è quasi inutile dire che nella sua carriera ha ampiamente dimostrato di essere un grandissimo tecnico, un vincente nato.
In generale come ha trovato l’ambiente del calcio inglese?
Molto buono. Qui c’è una passione genuina per il gioco del calcio, ma non c’è l’esasperazione che c’è da noi, dove troppo spesso conta solo vincere. Non a caso gli arbitri sono più sereni, c’è maggiore dialogo con i giocatori. Certo, sbagliano anche loro, ma non vengono criminalizzati come si verifica in Italia. I tifosi del QPR, ma più in generale i tifosi inglesi, sono appassionati nella giusta maniera. Noi arriviamo allo stadio con il pullman della squadra senza bisogno di scorte di polizia, quando scendiamo siamo contornati dai nostri supporter o da quelli avversari, senza che accada nulla di spiacevole.
Come si trova a Londra?
Bene, sto imparando l’inglese, però visto che c’è tanto da lavorare non ho molto tempo per godermi tutte le bellezze della capitale inglese.

Sempre tratto da Calcio 2000 del mese di marzo. Da notare la risposta che De Canio mi ha dato sul Loftus Road... Un po' quello che ha detto ieri Briatore alla stampa inglese. Insomma, se il QPR avrà successo scordiamoci il caro vecchio Loftus Road. Lo stesso Briatore però ha parlato di un possibile nuovo stadio da realizzare vicino a quello vecchio. Staremo a vadere.

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