mercoledì 26 novembre 2008

La FA Cup di...Subbuteo!

Forse qualcuno dei miei pochi (ma buoni) lettori sa della mia passione per il Subbuteo e del fatto che gioco in un club che ha la sede presso lo storico Campo Roma della Romulea Calcio. Ora al club stiamo organizzando una versione su panno verde della FA Cup. Niente turni preliminari infiniti e tabellone a 64 squadre a partire dal terzo turno. Siamo "solo" 16, però si andrà avanti con ripetizioni ad oltranza e senza gli odiati rigori. Replay anche per la finale, ovviamente. Ai nastri di partenza squadre storiche come il Manchester United finalista di Coppa del 1957, il Millwall degli anni Trenta o il West Ham di Bobby Moore, ma anche "piccole" come il Doncaster, il Barnet e il Bristol Rovers. Insomma, ci sarà da divertirsi. Il sorteggio, chiaramente senza teste di serie o altre diavolerie simili, si svolgerà il 1 dicembre. Chissà che, in base agli accoppiamenti decisi dalla sorte, non mi riesca di buttar giù qualche articoletto con curiosità e aneddoti...

lunedì 24 novembre 2008

Le grandi restano a secco

Il punto settimanale sulla Premier scritto per Goal.com

Le quattro grandi che non segnano nemmeno un gol e collezionano solo tre punti in totale. È questa la notizia del giorno di questo quattordicesimo turno di Premier.

Chelsea e Liverpool erano attesi da impegni casalinghi sulla carta più che abbordabili. Qualche difficoltà in più era prevista per i Reds, che in effetti contro il Fulham in un paio di occasioni hanno addirittura rischiato di capitolare – grande Reina su Bullard. Per ampi tratti di match la compagine dell’Anfield Road ha però dominato, senza poi concretizzare la supremazia territoriale. Se Schwarzer è stato prodigioso su Keane, l’estremo difensore del Newcastle Shay Given ha dato ragione al Trap, che lo ritiene all’altezza di Buffon, parando tutti i (numerosi) tiri scagliati contro la sua porta dai fuoriclasse del Chelsea, per una volta rimasti a bocca asciutta. Il suo collega Peter Cech di maglie bianconere nei suoi paraggi ne ha viste pochine, ma forse per salvare le Gazze dalla retrocessione in Championship serve proprio una sana mentalità da provinciale e qualche iniezione di catenaccio ogni tanto.

L’Aston Villa era reduce da una drammatica striscia di 14 sconfitte consecutive a spese del Manchester United. Ma la versione attuale dei Villans è forse la migliore dal 1992-93, stagione conclusa con il secondo posto nell’allora neonata Premier League. Lo 0-0 finale del Villa Park forse sta un pizzico stretto ai Red Devils, più volenterosi degli avversari, ma certifica al meglio il valore del team claret & blu, che con una forte impronta britannica voluta dal suo ottimo allenatore Martin O’Neill ha definitivamente scoperto le carte e punta deciso al quarto posto. Occasione sprecata per i ragazzi di Sir Alex, meno pericolosi di altre occasioni – Ronaldo ha meritato a stento la sufficienza, mentre Rooney ha sbagliato un gol facile per i suoi standard.

Il Manchester City risorge a spese dell’Arsenal, travagliato dalle polemiche interne che hanno portato alla momentanea esclusione del ribelle Willy Gallas, privato anche dei gradi di capitano poi passati a Fabregas. A dirla tutta la gara del City of Manchester è tra le meno spettacolari della giornata, anzi, a tratti è proprio noiosa. I Citizens sono più bravi a sfruttare le occasioni a loro disposizione e poi possono contare su un campione come Robinho che, sebbene non brilli sempre, regala una perla come quella del gol del 2-0. Il City, tra una voce di mercato e un’altra, può guardare al futuro con più serenità. L’Arsenal spera di poter contare presto sul ritorno di Fabregas e Adebayor (assenti nel Lancashire) e su meno faide interne, sebbene la lotta per il titolo sia ormai compromessa e sia addirittura a rischio un posto nella prossima Champions League.

Prima vittoria in otto partite per il West Ham. Ci pensa Valon Behrami a regalare un sorriso – e la tredicesima posizione – agli Irons di Gianfranco Zola, mettendo nei guai il Sunderland, giunto alla quarta sconfitta interna della stagione. I Black Cats avrebbero meritato qualcosa di più, ma sotto porta hanno sprecato troppo.

Dopo il passo falso del derby del Craven Cottage torna, il sereno in casa Tottenham. Decisivo il gol del russo Pavlychenko, che sembra essersi ormai ambientato dalle parti del the Lane, e anche la sciocca espulsione del difensore del Blackburn Olsson. Spurs fuori dalle ultime tre, Rovers sempre più in difficoltà e ora penultimi, due lunghezze sopra il West Bromwich Albion. Contro la sorprendente neopromossa Stoke, i Baggies si sono resi protagonisti dell’ennesimo capitombolo (solo un punto negli ultimi sette match per loro).

In coda bene il Bolton, autore di un blitz sul campo del Middlesbrough, e il Wigan, che nel Monday Night sconfigge l’Everton. Toffees deludenti nonostante i miracoli di Howard (la sua parata sul colpo di testa ravvicinato di Cattermole è stata una delle più belle dell’anno).

Rimane al sesto posto l’Hull, che al Fratton Park di Portsmouth l’Hull strappa un pareggio in extremis grazie a un gol a metà tra il “vecchio” Windass e il difensore dei Pompey Pamarot.

Domenica prossima due derby da urlo: City vs United e Chelsea vs Arsenal. Buon divertimento!

venerdì 21 novembre 2008

La bella favola dell’Hull City

Il pezzo per la rubrica "British Corner", che tengo ogni settimana su Goal.com

Chissà, forse a Kingston upon Hull, centro industriale dell’Est Yorkshire reduce da lunghi anni di declino economico, si saranno addirittura stufati di sentir parlare del “miracolo Tigers”. Forse loro sapevano già tutto e non si stupiscono più di tanto delle imprese della loro squadra.

Sia come sia, il dato di fatto è che la compagine nero-arancio ha già smentito tanti pundits, come vengono chiamati gli “opinionisti” al di là della Manica, evitando di “migliorare” il record negativo di punti stabilito la scorsa stagione dal Derby County, la miseria di 11 in 38 partite. I Tigers di punti ne hanno ben 21, e guardano da vicino più un piazzamento in Coppa Uefa che la lotta per non retrocedere, per la verità quest’anno molto serrata. Nelle settimane passate i ragazzi di Phil Brown hanno violato l’Emirates e il White Hart Lane e fatto tremare il Manchester United all’Old Trafford, uscendo sconfitti dopo un pirotecnico 4-3. Già, abbiamo menzionato Phil Brown. È lui uno dei segreti, invero di “Pulcinella”, di questo Hull rivelazione dell’anno. Tecnico molto bravo e preparato, oltre che sanguigno quanto basta, nel dicembre 2006 l’ex difensore di Bolton e Hartlepool giunse al capezzale dei Tigers agonizzanti nei bassifondi della Championship con l’improbo compito di salvarli da una retrocessione quasi scontata.

Brown non solo riuscì nella sua prima missione, ma ne compì un’altra ancora più difficile: portare l’Hull in Premier per la prima volta nella sua storia ultracentenaria (il club è stato fondato nel 1904). Il tutto passando per la vetrina di Wembley, dove la compagine dello Yorkshire vinse i play-offs con un meritato 1-0 sul Bristol City.

Il resto è storia dei nostri giorni. La società ha condotto una campagna acquisti oculata, spendendo solo otto milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno. In realtà quelli che si sono rivelati i pezzi forti del mercato, Geovanni, Daniel Cousin, Kamil Zayatte, Paul Mc Shane e Marlon King, sono arrivati a costo zero (svincolati i primi due, in prestito gli altri). Gente con voglia di riscatto per troppi fallimenti passati e uno zoccolo duro di giocatori uscito alla grande dalla lotta serrata per emergere dalle sabbie mobili della Championship, questo il mix vincente che sta facendo sognare i tifosi dei Tigers.

L’attuale dirigenza, guidata dal presidente Paul Duffen e dall’azionista di maggioranza Russell Bartlett (che nel 2006 provarono senza successo a mettere le mani sul West Ham), ha quindi saputo investire in maniera saggia i tanti milioni di sterline dei diritti televisivi di cui beneficiano i club di Premier – a differenza di altre neo-promosse del recente passato.

Eppure non tanto tempo fa, nel 2001, all’ora proprietario Stephen Hinchliffe si vide affibbiare quattro anni di prigione per un caso di corruzione legato al fallimento da quasi 100 milioni di euro della sua compagnia, la Facia. e l’Hull se la vide brutta, entrando in amministrazione controllata per debiti. Fortuna volle che i proprietari subentrati a Hinchliffe dimostrarono maggior onestà e avvedutezza del loro predecessore e soprattutto che le autorità comunali arrivarono in soccorso con il regalo più gradito della storia dei nero-arancio: il KC Stadium, costato circa 60 milioni di euro. KC sta per Kingston Communications, ovvero la compagnia di telefonia che fa capo proprio al comune di Hull (unico caso nel Regno Unito). L’impianto è utilizzato anche dal locale team di rugby a 13 – sport popolarissimo in questo spicchio d’Inghilterra. Insomma, una perfetta combinazione di sinergie ha fatto sì che venissero poste le basi per il rilancio di una compagine troppo spesso incapace di tener fede alle tante aspettative dei supporter. Abbandonato il vecchio e decrepito Boothferry Park, l’esordio al KC davanti a 22mila persone per un match di quarta divisione con l’Hartlepool dimostrò subito quale e quanta era la passione anche per il football da quelle parti.

Adesso il KC fa registrare il tutto esaurito in ogni occasione i Tigers scendano in campo (lo stadio può contenere circa 26mila spettatori). Se dovesse arrivare la “conquista” dell’Europa forse bisognerà iniziare a pensare a qualche lavoro di ampliamento…

mercoledì 19 novembre 2008

Il ritorno di Dario

Nel momento del bisogno Dario Gradi non se l’è sentita di tirarsi indietro. Il suo Crewe Alexandra ha raccolto la miseria di 9 punti in 16 partite nella vecchia Third Division (ora League One), dove occupa l’ultimo posto in classifica, a meno sei dalla salvezza. La dirigenza del piccolo club del Cheshire, largamente insoddisfatta dell’allenatore Steve Holland, ha deciso di sostituirlo con il vecchio leone. Il sessantasettenne Gradi ha fatto la storia del Crewe, occupandone la panchina per ben 24 stagioni fino al 2007. Un periodo d’oro per i Railwaymen, spesso e volentieri protagonisti di bei campionati in Second Division dopo lunghe annate trascorsi nei bassifondi della Fourth Division. Tanti i giocatori di buon livello scoperti dal manager di origini italiane (da parte di padre): Rob Jones, Danny Murphy, Dean Ashton, David Platt e Neill Lennon, tanto per citarne alcuni. Il buon Dario è un gran conoscitore di calcio e non ho dubbi che farà del suo meglio per salvare il Crewe da una retrocessione che al momento sembra quasi inevitabile.

lunedì 17 novembre 2008

Lotta a tre?

Uscito oggi su Goal.com

Tempi duri per Didier Drogba. Prima gli infortuni, poi l’episodio della monetina lanciata in Carling Cup contro i tifosi del Burnley – anche loro da stigmatizzare – che gli costerà ben tre turni di squalifica, ora la definitiva rinascita di Nicolas Anelka, che minaccia di relegarlo in panchina per buona parte della stagione. Già, Anelka. Quello che litigava con tutti (Avram Grant era solo l’ultimo di una lunga serie), quello che sbagliava il rigore decisivo nella finale di Champions League ma non sembrava farsene un cruccio particolare, quasi che fosse pronto a lasciare lo Stamford Bridge per l’ennesimo trasferimento della sua carriera. Invece con l’arrivo di Felipao Scolari il nostro ha ritrovato fiducia e soprattutto un posto in squadra, complice proprio l’infortunio di Drogba. Dopo un inizio Premier non ottimale, il buon Nicolas non sbaglia più un colpo. La sua doppietta in pochi minuti lo ha issato ai vertici della classifica dei marcatori con 12 gol e ha mantenuto il Chelsea in vetta al campionato (per i Blues anche sette vittorie su sette in trasferta). Il West Bromwich Albion, autore di una prova dignitosa, ha dovuto alzare bandiera bianca e rimanersene all’ultimo posto, posizione che forse non merita.

Non perde colpi il Liverpool, che esce alla grande dalla trasferta di Bolton, dove in passato aveva sofferto più di una volta. I Reds dominano il primo tempo, trovando il gol con Kuyt, poi rischiano un po’ prima di chiudere la pratica con la fantastica giocata sull’asse Torres-Gerrard – che cross perfetto quello dello spagnolo per il capitano del club di Anfield! Vincere con le piccole è quello che preme di più a Benitez, sempre più convinto che questo possa finalmente essere l’anno buono. Se il vecchio Hyypia regge in difesa e Kuyt continua a offrire un rendimento così costante i fatti potrebbero dargli ragione.

Sir Alex Ferguson festeggia i 50 anni di football godendosi il solito show casalingo dei suoi ragazzi, che ne rifilano cinque al malcapitato Stoke City. Sugli scudi un ritrovato Ronaldo – doppietta e centesimo gol in maglia United – e i soliti grintosissimi Fletcher e Carrick. Menzione speciale per Welbeck, esordio con gran gol per l’ennesimo giovane del floridissimo vivaio del club dell’Old Trafford. I Red Devils ora sono di nuovo terzi, a otto punti dal duo Chelsea-Lverpool ma con una partita da recuperare.

Avete presente l’Arsenal concreto e implacabile visto contro il Manchester United, oppure quello spumeggiante e fantasioso dei “bimbi” che ha schiantato il Wigan in Coppa di Lega? Bene, dimenticateveli. I Gunners scesi in campo contro l’Aston Villa sono apparsi lontanissimi parenti di quelle due squadre che tanto bene avevano fatto solo pochi giorni prima. Certo, parte del merito va a un ottimo Villa, in netta ripresa dopo qualche recente affanno, ma l’Arsenal ci ha messo del suo per rimediare la seconda sconfitta interna della campagna 2008-09. La compagine di Birmingham è ora a pari punti con i Gunners, attualmente favoriti dalla miglior differenza reti.

Brodino caldo ma nulla più per Zola, che vede gli attacchi del suo West Ham infrangersi contro il muro eretto dal Portsmouth. Lo 0-0 finale non risolve i tanti problemi degli Irons, primo fra tutti quello della classifica che langue (quattordicesimo posto a una sola lunghezza dalla zona retrocessione).

Maluccio anche il Newcastle – pareggio interno con un Wigan ridotto in dieci – e il Manchester City – 2-2 a Hull in un match caratterizzato dalle topiche difensive di Ben Haim e Zayatte. Fa peggio il Tottenham, sconfitto nel derby del Craven Cottage contro il Fulham. I Cottagers si mantengono in decima posizione dietro Portsmouth, Everton e Middlesbrough (che chiudono in parità lo scontro diretto), gli Spurs precipitano di nuovo al penultimo posto. “Merito” di Gomes, che sul primo gol del Fulham combina un pasticcio che non si vede nemmeno sui campi delle Sunday Leagues. Sicuri che Robinson fosse più scarso? Il portiere brasiliano non è alla prima papera dell’anno…

Per finire una delle tante stranezze del calcio: Blackburn e Sunderland che si scontrano nello spazio di quattro giorni tra campionato e coppa e la squadra ospite che si impone in entrambe le occasioni – in Carling Cup si giocava a Sunderland, in Premier a Blackburn. I Rovers ora navigano in brutte acque.

giovedì 13 novembre 2008

Qualche aneddoto sul Chelsea

Questo esce domani su Goal.com

“You’ve got no history”. Quante volte da quando Roman Abramovich ha rilevato la loro squadra i tifosi del Chelsea si sono sentiti sbeffeggiare con cori nei quali il club dello Stamford Bridge viene dipinto senza mezzi termini come privo di storia, di tradizione. Insomma, un completo intruso al gran ballo del calcio inglese. In realtà le canzoncine intonate negli stadi della Premier sembrano troppo spesso motivate da una sana dose d’invidia per i successi collezionati dai Blues, soprattutto grazie ai petrorubli del serafico Roman. Certo, a voler essere proprio pignoli, si dovrebbe ammettere che il Chelsea è la più giovane tra le squadre professionistiche londinesi, ma è pur sempre nata più di 100 anni fa, nel 1905. Inoltre nel secolo di vita pre-Abramovich qualche trofeo (per la verità pochini) lo hanno pur portato a casa, di frequente sciorinando un football di qualità grazie a campioni del calibro di Peter Osgood e Gianfranco Zola.

E poi, se proprio di storia vogliamo parlare, come non narrare la particolare genesi dei Blues? In quell’epoca parecchi erano i club nati per rimpiazzare il popolarissimo cricket nei mesi invernali (tanto per citarne due, Sheffield Wednesday e Preston North End) su iniziativa dei proprietari o dei lavoratori impiegati nella pletora di fabbriche sparse per il Paese (Arsenal nel primo caso, West Ham United nel secondo). Ma numerosi furono anche i team fondati per volere di uomini di chiesa o di istituzioni religiose – ci vengono in mente Bolton Wanderers, Everton e Southampton. Nessuna compagine, però, fu creata per “colpa” di uno stadio.

Sfogliando le foto del vecchio Stamford Bridge si scopre che prima della ristrutturazione aveva una inusuale – per gli impianti britannici – forma circolare. Questo perché in epoca vittoriana fu ideato per ospitare eventi sportivi di vario genere: atletica, ciclismo e ovviamente football. Ma inizialmente nessun club calcistico si dichiarò disponibile a trasferirsi in pianta stabile in quei paragi. Il nuovo proprietario del terreno dove sorgeva l’arena, Gus Mears, rampollo di una nota famiglia di costruttori londinesi, non riuscì infatti a convincere l’allora presidente del Fulham Henry Norris a spostare poche miglia più a nord la sua compagine. Mears, che dall’operazione ci voleva tirar fuori un bel gruzzolo di quattrini, si sentì sbattere in faccia un fragoroso no proprio a causa dell’elevato affitto richiesto. Norris, anche lui imprenditore senza scrupoli e, si vocifera, personaggio di spicco della massoneria, preferì continuare a far giocare il Fulham al Craven Cottage, tutt’ora uno degli stadi più belli e romantici d’Inghilterra, che così si risparmiò una fin troppo precoce demolizione. Poi, una volta abbandonati i Cottagers e approdato all’Arsenal, fu proprio Norris a far emigrare i Gunners da Woolwich (Londra sud) alla sede attuale nel nord della capitale, quasi sullo zerbino di casa del Tottenham – che infatti non prese benissimo la cosa. Ma questa è un’altra storia.

Torniamo allo Stamford Bridge e a un delusissimo Mears, che in un primo momento sembrò riporre in soffitta l’idea di sfruttare a fini commerciali l’arena sportiva e manifestò invece l’intenzione di cedere il terreno alla Great Western Railway, che necessitava di uno spazio per costruire un deposito per il carbone. Ma all’improvviso il buon Gus cambiò idea e decise di farsi il suo football club. Lo Stamford Bridge aveva finalmente trovato un inquilino.

In quei primi anni di vita arrivò subito una promozione in First Division, allora monopolizzata dalle compagini del Nord del paese. Un inizio scoppiettante a cui però fecero seguito un mucchio di stagioni deludenti. In quel Chelsea d’antan c’era già un personaggio leggendario: il portiere William Foulkes, anche detto Fatty (grasso) a causa della sua mole “imponente”. Narra la vulgata del West end londinese che Foulkes un giorno arrivò per primo nella sala da pranzo dell’albergo che ospitava il Chelsea e pensò bene di spazzolarsi anche tutte le colazioni dei suoi compagni. Ma non andatelo a raccontare a un preparatore atletico dei nostri giorni...

lunedì 10 novembre 2008

Peccato

E' andata male. Niente magia della Coppa, niente giant killing, l'AFC Wimbledon ha perso 4-1 in casa contro il Wycombe (due categorie più su), non riuscendo ad approdare al secondo turno della FA Cup. Sarà per la prossima volta, si spera.

Mourinho dixit

«In Italia, come in Portogallo, tifosi e giornalisti si sentono tutti allenatori, mentre in Inghilterra è sempre una festa. Per questo - conclude - la cosa che mi manca di più della Premier è il Natale, perché si gioca alla vigilia e a Capodanno».

Dal Corriere online, ogni commento è superfluo...

La rivincita di Nasri

Il match clou della dodicesima giornata di Premier era ovviamente quello tra Arsenal e Manchester United, ma a fare notizia in questo fine settimana è anche la grandissima bagarre in zona retrocessione, con 11 squadre racchiuse in soli tre punti, un record a questo punto del campionato.

Partendo dal match dell’Emirates, non possiamo non lodare il bel colpo di reni dei Gunners, reduci da prestazioni deludenti (Stoke e Fenerbache) e colpiti da infortuni e squalifiche (Adebayor e Van Persie si sono accomodati in tribuna) e dalle voci di un possibile addio di Arsene Wenger. È vero che i Red Devils hanno costruito più chance e forse un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma l’Arsenal è stato bravissimo ad approfittare delle distrazioni degli avversari e a bloccare Rooney e Ronaldo, apparsi non al top delle loro capacità. Con la doppietta di sabato si è finalmente sbloccato in maniera definitiva l’ex genietto del Marsiglia, quel Samir Nasri sul quale il tecnico alsaziano punta moltissimo e che fino ad ora non aveva sempre giustificato i quasi 16 milioni di sterline pagati per i suoi servigi. Ora il team del nord di Londra è terzo, a sei punti dal duo Chelsea-Liverpool.

Proprio il Chelsea riscatta la debacle di Roma e sotto una pioggia battete a Blackburn infligge ai Rovers la terza sconfitta casalinga stagionale. Determinante la doppietta di Anelka (per lui cinque gol nella ultime due partite di Premier, per un totale di dieci segnature), sebbene la prima rete sia viziata da un fallo di mano. Nel complesso il Chelsea merita i tre punti, creando più opportunità – ottimo Frankie Lampard – e affidandosi a un redivivo Cech, prodigioso nelle due occasioni nelle quali si rendono pericolosi i padroni di casa.

Ad Anfield Road l’uomo del giorno è Robbie Keane. Sue le due belle marcature che affondano il West Bromwich Albion, ora ultimo in classifica, e riconsegnano la vetta della classifica ai Reds, sebbene in coabitazione con il Chelsea che al momento avrebbe la meglio grazie alla differenza reti favorevole. L’ex attaccante del Tottenham, già a segno in Champions League, trova finalmente i primi gol in campionato per la squadra per cui fa il tifo sin da bambino – e nel suo caso il bacio allo stemma del club è più che giustificato e non sa di ruffianeria. Dopo una prova ben poco convincente contro l’Atletico Madrid, il Liverpool torna al successo grazie a un ottimo primo tempo, in cui schiaccia nella sua metà campo il WBA. Altre buone notizie per Benitez: Torres è di nuovo a disposizione, come dimostrano i minuti finali disputati dalla stella spagnola.

In zona Uefa cadono sia l’Aston Villa che l’Hull. I Villans pagano gli errori difensivi che permettono a Tuncay di regalare il successo al Middlesbrough, mentre i Tigers trovano sulla loro strada uno Jaaskalainen versione para-tutto e sono anche sfortunati a capitolare su una delle poche azioni degne di nota prodotte dal Bolton. I Trotters si risollevano, ma rimangono comunque immischiati in quel calderone che è la zona retrocessione.

In coda, oltre a quello del Bolton, gli altri squilli sono del Fulham e del Tottenham, miracolato dalla cura Redknapp (dieci punti in quattro partite, a cui si va aggiungere il poker rifilato alla Dinamo Zagabria in Coppa Uefa). Per gli Spurs è ormai divenuto esiziale il buon Darren Bent, che alla tripletta in Europa aggiunge un paio di gol al City of Manchester Stadium. Tottenham fuori dalle ultime tre e Citizens ufficialmente in crisi – e dopo tre batoste consecutive ora non vorremmo essere nei panni di Mark Hughes…

Al Craven Cottage le topiche di Cacapa e Coloccini permettono al Fulham di passare dalla diciottesima alla decima posizione. Tutto sommato però il Newcastle (ora terz’ultimo), conferma i progressi evidenziati negli ultimi tempi. Malissimo il Sunderland (penultimo dopo la sconfitta in extremis in casa contro il Portsmouth) e il West Ham. È vero che gli Irons dovevano far a meno di molti giocatori, soprattutto in attacco, ma un solo punto nelle ultime sei gare e il crollo interno con l’Everton – capace di segnare tre gol negli ultimi dieci minuti – sono un pessimo segnale per Gianfranco Zola, cui ora spetta risolvere un bel po’ di problemi.

Da Goal.com di oggi

domenica 9 novembre 2008

FA CUP

Direi che è del tutto pleonastico che io mi perda nei soliti sbrodolamenti sulla FA Cup. Ogni vero appassionato di calcio inglese la adora - e adora le immagini di campetti come quello dell'Hornchurch, appena mandate in onda da Sky inglese. Ben felice delle imprese del Curzon Ashton o del "solito" Blyth Spartans, giant killer di giornata, in realtà per una volta vorrei fare il politicamente scorretto. Insomma, visto che il Franchise FC – sorry, il Milton Keynes Dons – ha perso con il Bradford City, come non tifare domani per l’AFC Wimbledon, che superando il turno sopravanzerebbe almeno in coppa gli “usurpatori” di Milton Keynes? Ovviamente in attesa di uno scontro diretto nella vecchia terza o quarta divisione…

martedì 4 novembre 2008

Il fattore Redknapp

Un buon numero di addetti ai lavori prima dell’inizio della Premier li reputavano la quarta forza del campionato. E invece agli Spurs nelle sette partite iniziali avevano incamerato solo due punti, frutto di una serie di pessime prestazioni. Il tutto per la felicità dei tabloid, pronti a dare in pasto al pubblico le mille polemiche che avevano pesantemente inquinato l’atmosfera del White Hart Lane. Poi è arrivato il colpo di teatro, con il licenziamento di Juande Ramos e l’arrivo dell’ex Portsmouth Harry Redknapp. Risultato: il Tottenham in sette giorni vince la sua prima partita (2-0 al Bolton), poi pareggia 4-4 un derby pazzesco con l’Arsenal, in cui era sotto di due reti fino all’89°, infine supera la capolista Liverpool in rimonta e, sebbene ancora ultima, fa ben sperare per un buon proseguo di stagione.

Vuoi per sapienza tattica, vuoi per fortuna, vuoi perché tra tanti giocatori e Ramos il rapporto si era fortemente compromesso, Redknapp ha riportato il sorriso in un club sull’orlo di una crisi di nervi. Accennavamo al fattore “buona sorte”, con i Reds ne è servita tanta, se è vero che i ragazzi di Benitez hanno giocato meglio e avuto tante occasioni per chiudere in maniera definitiva la contesa. I pali colpiti da Gerrard e compagni sono serviti solo per rendere ancora più amara la prima sconfitta stagionale, coincisa con l’aggancio in classifica da parte del Chelsea.

Proprio il club dello Stamford Bridge continua a perdere i pezzi – dopo Carvalho, questa settimana out anche Ashley Cole – ma infila la seconda cinquina in quattro partite di campionato. Vittima di turno il Sunderland, di recente apparso in un buon periodo di forma, ma capace di un solo tiro in porta contro i 23 degli avversari. Per onor di cronaca va detto che le prime due segnature realizzate dai Blues erano in sospetto fuorigioco, ma ciò nulla toglie alla impressionante prova di forza fornita dagli uomini di Scolari, che sugli scudi hanno avuto Anelka (autore di una tripletta), il solito Lampard (giunto al centesimo gol in Premier) e un redivivo Joe Cole.

Tanti gol e tanto spettacolo all’Old Trafford, con Ronaldo a fare il mattatore (seconda doppietta in quattro giorni) e il solito gioco entusiasmante dei Red Devils a esaltare i tifosi dei campioni d’Europa. Non finisce di stupire l’Hull, reduce dalla batosta infrasettimanale con il Chelsea, che nelle ultime fasi della gare è quasi riuscito a recuperare un deficit di tre reti. Per Phil Brown, manager dei Tigers, i complimenti di Sir Alex sono del tutto meritati.

Non segna, ma è determinante in entrambi i gol che uno Stoke molto coriaceo infligge a un Arsenal privo di smalto e forse ancora sotto shock per il 4-4 con gli Spurs. Si chiama Rory Delap e i suoi cross – pardon, le sue rimesse laterali – ancora una volta propiziano le marcature dei Potters (comica la seconda di Olofinjana, con tunnel involontario di petto ai danni di Almunia!). Lo Stoke conferma che quest’anno le matricole vogliono dire la loro fino in fondo, mentre l’Arsenal “è stanco”, come afferma Wenger, e forse troppo incostante per lottare per il titolo.

Nel Monday Night l’Aston Villa gioca la peggior partita di questo inizio stagione e si fa trafiggere due volte da uno scatenato Martins. Newcastle momentaneamente fuori dalle ultime tre e in netto miglioramento di forma.
Per completare il capitolo retrocessione, va sottolineata la sorprendente vittoria del Wigan in casa del Portsmouth del neo-manager Tony Adams (match giocato sotto un vero e proprio diluvio), la sconfitta del Fulham nei minuti finali al Goodison Park (l’ex Cottager Saha regala a un balbettante Everton il primo successo davanti al pubblico amico), il mezzo passo falso del West Bromwich Albino, che non riesce ad avere la meglio di un Blackburn in dieci per buona parte del match, e per finire il sorprendente 2-0 con cui il disastrato Bolton supera un Manchester City ancora molto deludente. Per i Citizens si tratta del secondo rovescio consecutivo, che li relega a un anonimo decimo posto. Chissà quanto saranno contenti i nuovi proprietari arabi, che però intanto meditano uno shopping in grande stile in vista del mercato invernale.

Inuscita domani su Goal.com