venerdì 21 novembre 2008

La bella favola dell’Hull City

Il pezzo per la rubrica "British Corner", che tengo ogni settimana su Goal.com

Chissà, forse a Kingston upon Hull, centro industriale dell’Est Yorkshire reduce da lunghi anni di declino economico, si saranno addirittura stufati di sentir parlare del “miracolo Tigers”. Forse loro sapevano già tutto e non si stupiscono più di tanto delle imprese della loro squadra.

Sia come sia, il dato di fatto è che la compagine nero-arancio ha già smentito tanti pundits, come vengono chiamati gli “opinionisti” al di là della Manica, evitando di “migliorare” il record negativo di punti stabilito la scorsa stagione dal Derby County, la miseria di 11 in 38 partite. I Tigers di punti ne hanno ben 21, e guardano da vicino più un piazzamento in Coppa Uefa che la lotta per non retrocedere, per la verità quest’anno molto serrata. Nelle settimane passate i ragazzi di Phil Brown hanno violato l’Emirates e il White Hart Lane e fatto tremare il Manchester United all’Old Trafford, uscendo sconfitti dopo un pirotecnico 4-3. Già, abbiamo menzionato Phil Brown. È lui uno dei segreti, invero di “Pulcinella”, di questo Hull rivelazione dell’anno. Tecnico molto bravo e preparato, oltre che sanguigno quanto basta, nel dicembre 2006 l’ex difensore di Bolton e Hartlepool giunse al capezzale dei Tigers agonizzanti nei bassifondi della Championship con l’improbo compito di salvarli da una retrocessione quasi scontata.

Brown non solo riuscì nella sua prima missione, ma ne compì un’altra ancora più difficile: portare l’Hull in Premier per la prima volta nella sua storia ultracentenaria (il club è stato fondato nel 1904). Il tutto passando per la vetrina di Wembley, dove la compagine dello Yorkshire vinse i play-offs con un meritato 1-0 sul Bristol City.

Il resto è storia dei nostri giorni. La società ha condotto una campagna acquisti oculata, spendendo solo otto milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno. In realtà quelli che si sono rivelati i pezzi forti del mercato, Geovanni, Daniel Cousin, Kamil Zayatte, Paul Mc Shane e Marlon King, sono arrivati a costo zero (svincolati i primi due, in prestito gli altri). Gente con voglia di riscatto per troppi fallimenti passati e uno zoccolo duro di giocatori uscito alla grande dalla lotta serrata per emergere dalle sabbie mobili della Championship, questo il mix vincente che sta facendo sognare i tifosi dei Tigers.

L’attuale dirigenza, guidata dal presidente Paul Duffen e dall’azionista di maggioranza Russell Bartlett (che nel 2006 provarono senza successo a mettere le mani sul West Ham), ha quindi saputo investire in maniera saggia i tanti milioni di sterline dei diritti televisivi di cui beneficiano i club di Premier – a differenza di altre neo-promosse del recente passato.

Eppure non tanto tempo fa, nel 2001, all’ora proprietario Stephen Hinchliffe si vide affibbiare quattro anni di prigione per un caso di corruzione legato al fallimento da quasi 100 milioni di euro della sua compagnia, la Facia. e l’Hull se la vide brutta, entrando in amministrazione controllata per debiti. Fortuna volle che i proprietari subentrati a Hinchliffe dimostrarono maggior onestà e avvedutezza del loro predecessore e soprattutto che le autorità comunali arrivarono in soccorso con il regalo più gradito della storia dei nero-arancio: il KC Stadium, costato circa 60 milioni di euro. KC sta per Kingston Communications, ovvero la compagnia di telefonia che fa capo proprio al comune di Hull (unico caso nel Regno Unito). L’impianto è utilizzato anche dal locale team di rugby a 13 – sport popolarissimo in questo spicchio d’Inghilterra. Insomma, una perfetta combinazione di sinergie ha fatto sì che venissero poste le basi per il rilancio di una compagine troppo spesso incapace di tener fede alle tante aspettative dei supporter. Abbandonato il vecchio e decrepito Boothferry Park, l’esordio al KC davanti a 22mila persone per un match di quarta divisione con l’Hartlepool dimostrò subito quale e quanta era la passione anche per il football da quelle parti.

Adesso il KC fa registrare il tutto esaurito in ogni occasione i Tigers scendano in campo (lo stadio può contenere circa 26mila spettatori). Se dovesse arrivare la “conquista” dell’Europa forse bisognerà iniziare a pensare a qualche lavoro di ampliamento…

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