Il match clou della dodicesima giornata di Premier era ovviamente quello tra Arsenal e Manchester United, ma a fare notizia in questo fine settimana è anche la grandissima bagarre in zona retrocessione, con 11 squadre racchiuse in soli tre punti, un record a questo punto del campionato.
Partendo dal match dell’Emirates, non possiamo non lodare il bel colpo di reni dei Gunners, reduci da prestazioni deludenti (Stoke e Fenerbache) e colpiti da infortuni e squalifiche (Adebayor e Van Persie si sono accomodati in tribuna) e dalle voci di un possibile addio di Arsene Wenger. È vero che i Red Devils hanno costruito più chance e forse un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma l’Arsenal è stato bravissimo ad approfittare delle distrazioni degli avversari e a bloccare Rooney e Ronaldo, apparsi non al top delle loro capacità. Con la doppietta di sabato si è finalmente sbloccato in maniera definitiva l’ex genietto del Marsiglia, quel Samir Nasri sul quale il tecnico alsaziano punta moltissimo e che fino ad ora non aveva sempre giustificato i quasi 16 milioni di sterline pagati per i suoi servigi. Ora il team del nord di Londra è terzo, a sei punti dal duo Chelsea-Liverpool.
Proprio il Chelsea riscatta la debacle di Roma e sotto una pioggia battete a Blackburn infligge ai Rovers la terza sconfitta casalinga stagionale. Determinante la doppietta di Anelka (per lui cinque gol nella ultime due partite di Premier, per un totale di dieci segnature), sebbene la prima rete sia viziata da un fallo di mano. Nel complesso il Chelsea merita i tre punti, creando più opportunità – ottimo Frankie Lampard – e affidandosi a un redivivo Cech, prodigioso nelle due occasioni nelle quali si rendono pericolosi i padroni di casa.
Ad Anfield Road l’uomo del giorno è Robbie Keane. Sue le due belle marcature che affondano il West Bromwich Albion, ora ultimo in classifica, e riconsegnano la vetta della classifica ai Reds, sebbene in coabitazione con il Chelsea che al momento avrebbe la meglio grazie alla differenza reti favorevole. L’ex attaccante del Tottenham, già a segno in Champions League, trova finalmente i primi gol in campionato per la squadra per cui fa il tifo sin da bambino – e nel suo caso il bacio allo stemma del club è più che giustificato e non sa di ruffianeria. Dopo una prova ben poco convincente contro l’Atletico Madrid, il Liverpool torna al successo grazie a un ottimo primo tempo, in cui schiaccia nella sua metà campo il WBA. Altre buone notizie per Benitez: Torres è di nuovo a disposizione, come dimostrano i minuti finali disputati dalla stella spagnola.
In zona Uefa cadono sia l’Aston Villa che l’Hull. I Villans pagano gli errori difensivi che permettono a Tuncay di regalare il successo al Middlesbrough, mentre i Tigers trovano sulla loro strada uno Jaaskalainen versione para-tutto e sono anche sfortunati a capitolare su una delle poche azioni degne di nota prodotte dal Bolton. I Trotters si risollevano, ma rimangono comunque immischiati in quel calderone che è la zona retrocessione.
In coda, oltre a quello del Bolton, gli altri squilli sono del Fulham e del Tottenham, miracolato dalla cura Redknapp (dieci punti in quattro partite, a cui si va aggiungere il poker rifilato alla Dinamo Zagabria in Coppa Uefa). Per gli Spurs è ormai divenuto esiziale il buon Darren Bent, che alla tripletta in Europa aggiunge un paio di gol al City of Manchester Stadium. Tottenham fuori dalle ultime tre e Citizens ufficialmente in crisi – e dopo tre batoste consecutive ora non vorremmo essere nei panni di Mark Hughes…
Al Craven Cottage le topiche di Cacapa e Coloccini permettono al Fulham di passare dalla diciottesima alla decima posizione. Tutto sommato però il Newcastle (ora terz’ultimo), conferma i progressi evidenziati negli ultimi tempi. Malissimo il Sunderland (penultimo dopo la sconfitta in extremis in casa contro il Portsmouth) e il West Ham. È vero che gli Irons dovevano far a meno di molti giocatori, soprattutto in attacco, ma un solo punto nelle ultime sei gare e il crollo interno con l’Everton – capace di segnare tre gol negli ultimi dieci minuti – sono un pessimo segnale per Gianfranco Zola, cui ora spetta risolvere un bel po’ di problemi.
Da Goal.com di oggi
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