sabato 30 gennaio 2010

Due giorni nella Merseyside

Trasferta a Liverpool molto positiva da svariati punti di vista. A seguire c’è un pezzo che uscirà a breve su Goal.com. Roba di “colore” frutto dei giri nei pub fuori ad Anfield Road. Belle chiacchierate con persone appassionate e spesso anche parecchio competenti. Poi dal punto di vista calcistico c’è da aggiungere Everton vs Sunderland vista dalla storica Bullens Road Stand (seggiolino rigorosamente in legno), i vari “tour” molto accurati intorno agli impianti delle due squadre di Liverpool e una visita al Melwood Training Ground. Ovvero il campo di allenamento dei Reds, dove prima di intervistare un famoso centrocampista dei Reds (no, non Steven Gerrard, diciamo che domande e risposte erano formulate in italiano...), ho potuto dare un’occhiata a qualche chicca, tipo il busto di Bill Shankly e la riproduzione della Coppa dei Campioni vinta ad Istanbul.

Ecco l'articolo di cui sopra.

L’uomo della quinta Coppa dei Campioni della gloriosa storia del Liverpool sembrerebbe sul piede di partenza, con destinazione Juventus. Per capire come la pensano i tifosi del Liverpool, avvezzi a una sorta di culto della persona per i propri allenatori – in particolare per quelli vincenti come Bill Shankly e Bob Paisley – siamo andati a zonzo per i paraggi di uno degli impianti più famosi del globo: l’Anfield Road.

Tappa obbligata i due pub che distano pochi metri dalla mitica Kop: the Albert e the Park. Il primo, in particolare, è un vero e proprio museo non ufficiale del club. Quasi ogni centimetro quadrato del soffitto e delle pareti è occupato da memorabilia dei Reds ma non solo. Sciarpe e bandiere di club, anche sconosciuti o molto lontani geograficamente, si sprecano (però non cercatene di Everton o Manchester United…). The Albert è talmente un’istituzione che nel corso delle giornate dedicate alle partite ci si registrano i cori dei tifosi, che intasano il locale, per farne cd molto popolari tra i kopites. Durante la settimana, però, c’è poca gente. Come è nello spirito degli abitanti di Liverpool, quelli presenti sono molto amichevoli e vogliosi di farsi una chiacchierata. “Vada a fare danni alla Juventus, da quando è qui non ha mai dato un gioco alla squadra e non sa gestire i suoi uomini, come nel caso dello scarso impiego di Alberto Aquilani”. Il giudizio di Steve è definitivo è molto duro: meglio proseguire senza Benitez. Secondo Brian, a pensarla così è ormai almeno il 50 per cento della tifoseria locale. “Troppe delusioni e troppi acquisti sballati, in tanti iniziano a pensare che sia ora di darci un taglio”, ci spiega lo stesso Brian, che però si dichiara più deluso dalla squadra in generale che dal tecnico spagnolo. Fosse per lui, Rafa potrebbe anche restare.

Mick concorda, prefigurando in realtà scenari ancora più foschi. “Nolente o volente, Benitez partirà, e insieme a lui se ne andranno altrove anche Steven Gerrard e Fernando Torres”. Da dietro al bancone del pub, Paula si augura che vada a finire proprio così. Rimaniamo interdetti, va bene privarsi di Benitez, ma perché pure delle due stelle del team? La risposta è molto semplice. Paula tifa per l’Everton! “Lo so, sembra incredibile che una supporter dei Toffees possa lavorare qua dentro, ma è così. Il resto dello staff è del Liverpool, e ti posso assicurare che anche tra loro parecchi vorrebbero cambiare allenatore”. Insomma, gli ormai soliti insuccessi in campionato cominciano a pesare anche sulle spalle di un (forse ex) idolo della Kop come il buon Rafa. “Secondo me Benitez non è ancora stato cacciato solo perché il suo esonero sarebbe costato tantissimo alla società, che, come è risaputo, non naviga in buone acque dal punto di vista finanziario” azzarda Craig, che nel frattempo rimpiange i bei tempi di Kenny Dalglish. “Lui – ci indica la foto sul muro di fronte a noi – è stato il migliore di sempre, non sai che cosa darei per avere uno del suo stampo e della sua classe in squadra adesso”, si infervora.

Non prima di aver conosciuto una simpatica norvegese che l’indomani si sposerà nella cappella privata dentro Anfield Road – “sai, il mio futuro marito è molto tifoso” – nelle nostre peregrinazioni per Liverpool ci imbattiamo in altri due personaggi che probabilmente rappresentano appieno l’umore del popolo dei Reds sulla questione Benitez. Per Jim “Rafa ha fatto delle buone cose e in tante occasioni è stato penalizzato da elementi contingenti come gli infortuni”. Stando al pensiero del suo collega Steve “di quell’impiastro – per la verità il suo termine era un po’ più forte – me ne sarei liberato dopo la finale di Champions League persa ad Atene. Lì ha dimostrato di valere ben poco, operando delle scelte pessime del punto di vista tattico”. Steve è dell’idea che “alla lunga la famosa vittoria di Istanbul è stata quasi un male per il Liverpool, perché ha fatto sì che Benitez rimanesse troppi anni alla guida della squadra”. I tifosi della Juventus sono avvisati, quella di Benitez potrebbe essere una scelta controversa…

martedì 26 gennaio 2010

Goodison Park

E' uno degli stadi che ho sempre sognato di vedere dal vivo. Ditemi voi se ci sono altri impianti più tipicamente britannici di quello dell'Everton. Secondo me ne rimangono pochini, e finché Goodison Park sarà ancora lì, val la pena di essere visitato. Non vedo l'ora...

lunedì 25 gennaio 2010

Tre su quattro

Quest’anno la FA Cup non ha offerto qualche bella favola di team non-league – nessuno ha raggiunto il quarto turno, come invece era accaduto in passato – ma in compenso ha già ridotto, e di parecchio, il gruppo delle cosiddette quattro grandi. All’eliminazione di Manchester United, Liverpool e Arsenal aggiungiamoci pure un Tottenham atteso dalla difficile trasferta all’Elland Road e quindi tutt’altro che sicuro di approdare agli ottavi di finale. A proposito di quinto turno, spicca il derby tra Portsmouth e Southampton, mentre il Chelsea dovrebbe avere vita facile con il Cardiff, che gioca comunque un calcio di buon livello. Inutile negarlo, i Blues sono i grandi favoriti della competizione. Personalmente, non me ne vogliano i tifosi della squadra londinese, preferirei un’altra bella finale tra due team di secondo piano, come accaduto nel 2008 proprio tra Portsmouth e Cardiff. E poi senza nessuna big a Wembley sarebbe anche più facile rimediare un accredito per la tribuna stampa…

domenica 24 gennaio 2010

L’astio nei confronti dei Glazer

Peccato che il telecronista di Sky non l’abbia mai fatto notare – probabilmente non se n’è accorto – ma ieri durante Manchester United vs Hull City i tifosi dei Red Devils hanno intonato per larghissimi tratti della partita il coro “We want Glazer out”. Come dargli torto…

venerdì 22 gennaio 2010

La maledizione del Leeds United sta per finire?

Sabato pomeriggio i tifosi del Leeds torneranno a gustarsi il sapore delle grandi sfide. La loro squadra, infatti, scenderà al White Hart Lane per una partita di quarto turno di Coppa d’Inghilterra che si preannuncia molto interessante. Non fosse altro perché i Whites sono reduci dal clamoroso successo dell’Old Trafford di un paio di settimane fa. Ironia della sorte, sembra quasi che il sorteggio voglia dare al Leeds un assaggio di quel calcio di altissimo livello che all’Elland Road era pane quotidiano fino a non moltissimi anni fa. Ovvero fino a quando la maledizione che da sempre sembra accompagnare il club dello Yorkshire ha colpito duro, durissimo. La squadra fatta di giovani campioni in erba, capace di raggiungere una semifinale di Champions League nel 2001, smembrata, le casse del club prosciugate, il caos societario dell’era di Peter Risdale sbattuto in prima pagina e il salto nelle divisioni minori inevitabile. Senza i vari Rio Ferdinand, Jonathan Woodgate, Lee Bowyer e Harry Kewell e sempre a corto di quattrini, la discesa agli inferi non si è fermata alla ex Second Division, ma ha comportato anche l’umiliazione della Third Division, ora League One. Al momento la squadra è saldamente prima in classifica, ma nelle due stagioni precedenti – le prime della loro storia trascorse nella terza serie del football inglese – erano arrivate delle cocentissime delusioni. Nel 2008 i Whites persero la finale dei play off contro il Doncaster Rovers, l’anno scorso furono eliminati in semifinale dagli odiati (dai tifosi) rivali del Millwall. Nel frattempo era giunto anche uno stop al secondo turno della FA Cup per mano dei dilettanti dell’Histon (il gol vittoria fu siglato da un postino…).

La strada da percorrere è ancora tanta, specialmente se la stellina Jermaine Beckford (il castigatore dei Red Devils), sarà ceduto all’Everton come si vocifera in questi giorni. Le spiacevoli sorprese sono sempre dietro l’angolo, quando si parla del Leeds, e i fedelissimi della storica compagine ne sono ben consci. Anche nel periodo più brillante e vincente della storia societaria, a cavallo fra anni Sessanta e Settanta, i Whites dovettero convivere con la maledizione ben radicata nel dna del club. Sotto Don Revie si vinsero campionati (due) e coppe (una FA Cup, una Coppa di Lega e due Coppe delle Fiere), ma si acquisì la scomoda nomea di squadra che gioca “sporco”, picchia tanto e usa tutti i mezzucci possibili e immaginabili. Quasi a mo’ di contrappasso, il Leeds perse alcune finali importantissime per colpa di arbitraggi quanto meno discutibili (con il Milan in Coppa delle Coppe nel 1973 e con il Bayern Monaco in Coppa dei Campioni nel 1975) o della durezza degli avversari (la ripetizione della finale di FA Cup contro il Chelsea, giocatasi all’Old Trafford nel maggio del 1970).

La celebre partita contro il Bayern fu il canto del cigno di campioni ormai vecchi e logori come Billy Bremner, Norman Hunter e Peter Lorimer, abbandonati l’anno precedente da Revie e scottati dai 44 giorni di interregno del fumantino Brian Clough, di recente narrati da David Peace nel libro Damned United.

In realtà anche il revival di inizio anni Novanta, culminato nel trionfo in First Division nel 1992, fu rovinato da un evento che avrebbe infestato i sogni dei supporter dei bianchi per molto tempo: dopo solo un anno, Eric Cantona fu praticamente svenduto all’odiato Manchester United – e come sia andata a finire è storia nota a tutti…

Ma il perché il Leeds abbia avuto un passato così travagliato e ricco di alti e bassi lo si può forse addebitare proprio alle sue origini. L’anno di fondazione recente (1919), soprattutto per gli standard inglesi, è dovuto al fatto che lo United nacque sulle ceneri di un altro team, il City. Fondato all’inizio del secolo scorso, il “primo” Leeds navigò da subito in brutte acque sia sul campo che soprattutto fuori a causa della forte concorrenza del rugby. Quando, poco prima dello scoppio della Grande Guerra, le cose sembrarono andare un po’ meglio – fu sfiorata per un soffio la promozione in First Division – lo si dovette a quell’eccezionale allenatore che sarebbe divenuto Herbert Chapman (colui che ha generato il mito dell’Arsenal) e a qualche acquisto mirato. Sfortunatamente ad alcuni dei giocatori messi sotto contratto furono pagati degli extra in nero, dal momento che all’epoca era in vigore il tetto salariale. Finito il conflitto mondiale le magagne del City salirono a galla e il club fu espulso dalla Lega nell’ottobre del 1919. Brutti ricordi che a Elland Road sperano di non dover mai più rivangare.

Pubblicato oggi su Goal.com

giovedì 21 gennaio 2010

Internet a rischio per Rooney & co

Niente Twitter né Facebook per i giocatori dello United. Il Times online riporta stralci del comunicato del club in cui si evidenzia che “nessun membro della squadra ha un profilo su alcun social network”. Certo, visti i precedenti di Darren Bent e Ryan Babel – che su Twitter hanno criticato i loro rispettivi allenatori – le compagini di Premier stanno provando a dare una bella stretta sull’utilizzo di simili strumenti, specialmente quelle che non attraversano un momento particolarmente brillante. Per la cronaca, pare che Wayne Rooney, Ryan Giggs e Darren Fletcher fossero in realtà presenti su Twitter, Wes Brown su Facebook.

lunedì 18 gennaio 2010

La corsa a tre continua

Il maltempo ha finalmente concesso una tregua al calcio d’oltre Manica. Fatta eccezione per Portsmouth-Birmingham (rinviata causa campo allagato), in Premier si sono disputati tutti gli incontri in programma. Certo, i vertici della massima divisione inglese non nascondono la loro preoccupazione per un calendario già fin troppo fitto e che ora si arricchirà di ulteriori impegni, ma la situazione appare bel diversa da quella del terribile inverno del 1963, quando solo per completare il terzo turno di Coppa d’Inghilterra ci vollero 66 giorni e 261 rinvii!

In vetta cambia poco, vuoi anche per le partite non esattamente proibitive del trio di vertice. Il Chelsea fa a pezzi un Sunderland che di pezzi – ovvero di titolari – ne aveva persi già otto nel corso dei giorni precedenti al match. Reduci da dieci sconfitte consecutive con la compagine londinese, i Black Cats hanno opposto ben poca resistenza ai Blues, nei quali le assenze di Didier Drogba e Michael Essien non si sono notate per niente. Bene Joe Cole, dato come possibile partente con destinazione Manchester City, mentre il suo omonimo Ashley ha messo a segno il gol più bello dei nove ammirati allo Stamford Bridge.

Successo in salsa spagnola dell’Arsenal sul campo del Bolton, storicamente ostile ai Gunners, che così rovinano l’esordio di Owen Coyle sulla panchina dei padroni di casa. Cesc Fabregas ormai non fa più notizia, tanto e forte e decisivo, anche con i suoi gol. Nell’Arsenal sempre più dei giovani, fanno invece notizia le ottime prove di Fran Merida e di Craig Eastmond. In attesa del nuovo esordio in maglia bianco-rossa di Sol Campbell, il ventenne difensore si è fatto valere. Per uno scherzo del calendario, ora i Gunners giocheranno in infrasettimanale il recupero con il…Bolton. A inizio anno il match fu cancellato all’ultimi minuto, tanto che ai tifosi dei Trotters già scesi a Londra fu rimborsata la trasferta da parte del club di Londra Nord.

Dopo una settimana travagliata per quanto detto e scritto sugli ingenti debiti societari, finalmente qualche buona nuova per il Manchester United. Prima di tutto è tornato tra i pali Edwin va der Sar, evento positivo dal punto di vista tecnico ma soprattutto umano, dal momento che la salute di sua moglie è in fase di continuo miglioramento. Poi il ventiduenne attaccante senegalese Mame Diouf ha segnato il suo primo gol in Premier alla sua seconda presenza – e se dovesse rendere anche solo la metà dell’ultimo giocatore prelevato dal club norvegese del Molde (tale Ole Gunnar Solskjaer) se ne vedranno delle belle. Last but not least, come dicono gli inglesi, la squadra ha vinto 3-0 con il Burnley, cancellando almeno in maniera parziale il pessimo ricordo dell’andata (0-1 al Turf Moor). Forse il risultato finale è fin troppo generoso con i Red Devils, per un’ora di gioco imbrigliati dai Clarets.

Va invece addirittura stretto all’Everton il 2-0 rifilato al Goodison Park al Manchester City. Toffees troppo belli per essere veri, con Steven Pienaar ancora a segno dopo lo splendido pallonetto del sabato precedente all’Emirates. Troppo brutti i Light Blues, con il solito enigma Robinho e qualche infortunio di troppo a rendere ancora più cupa una giornata durante la quale l’unico gesto tecnico di un qualche rilievo l’ha offerto a dieci minuti dal fischio finale Roberto Mancini con un delizioso aggancio di tacco a bordo campo.

Il Tottenham approfitta solo in parte del capitombolo del City, non andando oltre il pareggio in casa con l’Hull. Sugli scudi per i Tigers Boaz Myhill, miglior portiere del fine settimana di Premier.

Conclusione d’obbligo sulla partita più brutta del ventiduesimo turno: Stoke-Liverpool. Primo tempo inguardabile, secondo reso quanto meno più interessante dalle due marcature. D’altronde i Reds, già abbacchiati per l’inopinata uscita in FA Cup nel replay con il Reading, dovevano rinunciare per l’ennesima volta alle loro stelle Fernando Torres e Steven Gerrard – e chissà se tra un po’ non se ne dovranno privare definitivamente per far quadrare il bilancio. Certo, con questa penuria di piedi buoni la scelta di Rafa Benitez di tenere in panchina Alberto Aquilani fino a pochi minuti dalla fine è apparsa un bel suicidio…

Scritto oggi per Goal.com

venerdì 15 gennaio 2010

Villa fans

Ieri sera nella prima semifinale di Coppa di Lega grande prestazione dell'Aston Villa e dei suoi tifosi, i quali mi hanno fatto ritornare alla memoria una partita di tanti anni fa al Loftus Road. Mi riferisco a un match (mi pare) di fine dicembre 1995 a cui ho assistito di persona. Il QPR annaspava in classifica - infatti poi retrocesse - mentre i Villans occupavano le prime posizioni della Premier. Alla fine vinsero i padroni di casa con un gol a dir poco dubbio - la palla non era entrata del tutto - ma i supporter del team di Birmingham mi impressionarono molto per il tifo incessante fatto durante l'intero arco dei 90 minuti. Negli Hoops erano alle loro ultime apparizioni Ray Wilkins e Mark Hateley, che finì la gara con la maglietta zuppa di sangue a causa di una brutta botta al volto.

Ancora su neve e dintorni

Come senza dubbio saprete, l’inverno più rigido negli ultimi 50 anni ha causato non pochi grattacapi a quella autentica macchina da guerra che è la Premier, provocando enormi disagi e una raffica di rinvii nelle divisioni minori. Nulla di paragonabile a quanto accaduto a inizio del 1963, però. Tanto per capirci, per completare il terzo turno di Coppa d’Inghilterra ci vollero 66 giorni e 261 rinvii. La sfida tra Birmingham City e Bury fu sospesa una volta e posticipata in ben 14 occasioni. In Scozia si stabilì un record: Stranraer vs Airdrie fu messa in programma 33 volte prima di poterla giocare!

mercoledì 13 gennaio 2010

Quanti debiti!

Che cosa hanno in comune il Manchester United e il Portsmouth, due club attualmente agli estremi della classifica della Premier League inglese? Semplice, i debiti. Non ci sono dubbi, le colpe del disastro finanziario che sta affliggendo Red Devils e Pompey sono da ascrivere alle vecchie e alle nuove proprietà.

Per la compagine dell’Old Trafford si sta realizzando l’incubo prospettato dai tifosi che si sono opposti con forza alla completa acquisizione del pacchetto azionario da parte della famiglia di ricconi yankee dei Glazer. Con un inopinato artifizio finanziario, allo United è stato affibbiato il debito connesso al passaggio di proprietà. Ora il passivo ammonta a oltre 550 milioni di euro. Solo di interessi, l’ultimo anno sono stati pagati circa 45 milioni, tanto che, per “ristrutturare il debito”, il club ha appena lanciato sul mercato obbligazioni per un totale di circa 500 milioni. Peccato che il Guardian, spulciandosi l’ultimo bilancio societario, abbia scoperto che i Glazer, tra prestiti non ripagabili prima di cinque anni e “commissioni amministrative”, si siano intascati una ventina di milioni, e che, senza la cessione record di Cristiano Ronaldo al Real Madrid, il saldo attivo dei profitti (30 milioni) sarebbe una chimera. La squadra ha risentito delle cessioni del portoghese e di Carlitos Tevez, sebbene si mantenga in linea di galleggiamento sia in Champions League che in campionato. Il futuro, però, appare tutt’altro che roseo. Lo United rischia di essere scalzato sia sul campo che soprattutto fuori dallo strapotere del City e dei suoi petrodollari made in Abu Dhabi.

Ancora più complessa e oscura la situazione del Portsmouth. La compagine del Sud dell’Inghilterra è ultima in classifica ed è reduce da due cambi di proprietà nello spazio di pochi mesi. Le casse del Fratton Park sono ridotte all’osso, tanto che il pagamento degli stipendi ai giocatori e agli altri membri dello staff è arrivato in ritardo per la terza volta consecutiva. Quest’ultima non sarebbe una notizia così eclatante dalle nostre parti, mentre lo è in Inghilterra. I vertici della massima divisione inglese hanno imposto ai Pompey il blocco del mercato. Non solo, sembra che al Portsmouth non sarà effettuato l’ultimo pagamento per la quota relativa ai diritti televisivi. I quasi otto milioni di euro che spettavano loro saranno gestiti direttamente dai contabili della Premier per liquidare debiti pregressi – essenzialmente dovuti ad altri club per l’acquisto di giocatori negli ultimi anni. Anche il fisco britannico vanta ingenti crediti e ha avviato la procedura di liquidazione qualora gli impegni economici non fossero rispettati. Tanto per completare un quadretto per nulla idilliaco, la scorsa settimana un esponente di spicco della squadra – che però è voluto rimanere anonimo – ha affermato che la gestione del club sotto la nuova proprietà dell’uomo d’affari saudita Ali al-Faraj “è una farsa”. Già, al-Faraj. Dalle parti del Fratton Park non si è mai visto, sebbene abbia promesso una visita al più presto possibile.

In realtà il 90 per cento delle azioni del club fanno capo alla Falcondrone, una fantomatica società con sede nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche. Chi ci sia dietro la Falcondrone non è dato sapere. Ad ottobre al-Faraj era subentrato a Sulaiman al Fahim, che a sua volta non più tardi dell’estate scorsa aveva rilevato il Portsmouth da Alexandre Gaydamak. Ovvero il figliolo di Arcadi, milionario israeliano di origine russa che nel 2009 è stato condannato in contumacia a sei anni di prigione da una corte francese per traffico di armi in Angola. Alexandre nega di aver lasciato “pendenze” di varia natura dopo la sua dipartita dal Fratton Park, anzi, sostiene che il club gli debba ancora una trentina di milioni. I tifosi, nemmeno a dirlo, sono esasperati e sul piede di guerra. Solo un anno e mezzo fa avevano ammirato la loro squadra trionfare a Wembley in FA Cup, poi hanno assistito alle cessione di tutti i pezzi pregiati dell’argenteria di famiglia (Glen Johnson, Peter Crouch, Nico Kranjcar) e quindi al crollo in classifica che ha fatto da corredo al caos societario ancora in corso. Probabilmente molti dei supporter bianco-blu, tra i più focosi del Paese, preferirebbero ricominciare dalla Championship (la serie B inglese) ma con una dirigenza seria e senza debiti, piuttosto che continuare a vivere nell’incertezza di questi giorni.

venerdì 8 gennaio 2010

Divisioni minori

Questo fine settimana uno dei piaceri del sabato sera, ovvero controllare i risultati di League One, Two e Conference, mi sarà "negato". Al momento, infatti, le vecchie Third e Fourth Division prevedono la disputa di sole tre partite (sulle 24 previste). Beh, con tutta quella neve c'è poco da stupirsi. E già fioccano - mai termine fu più adatto - i primi rinvii anche in Premier (Fulham vs Portsmouth, Burnley vs Stoke e Sunderland vs Bolton), mentre il Liverpool ha chiesto di poter giocare in data da destinarsi.

La scelta di Coyle

Immagino che i tifosi del Burnley, che lo veneravano manco fosse una divinità (celebri i cartelli “Owen Coyle is God”), siano molto dispiaciuti per il passaggio del loro allenatore al Bolton Wanderers. Con lui i Clarets hanno raggiunto dei risultati straordinari, sciorinando un gioco alquanto spettacolare. Francamente non conosco i termini economici dell’accordo, ma presumo che la cifra messa sul piatto dalla dirigenza dei Trotters possa aver giocato un ruolo importante nella prematura dipartita di Coyle dal Turf Moor. Altrimenti la sua non appare una scelta così avveduta, almeno considerando il prestigio di un club come il Bolton e la sua attuale posizione in classifica in Premier.

martedì 5 gennaio 2010

Match postponed

Niente semifinale di Coppa di Lega questa sera a Blackburn. Troppa neve e strade ghiacciate, la partita si potrebbe tramutare in un incubo per i tifosi. Si badi bene, il campo al momento è in discrete condizioni, le tribune anche (non come è successo di recente ad altre latitudini), ma si è preferito non rischiare. Meglio così.

lunedì 4 gennaio 2010

Si ricomincia

Sembrava un fine settimana un po’ anonimo, molto avaro di emozioni. Almeno a giudicare dalle prime partite del sabato – a proposito, che disdetta non poter vedere il quasi derby Bristol City vs Cardiff! Poi il Reading, ventesimo in Championship e con un record casalingo da far spavento, quasi riusciva a sbattere fuori il Liverpool dalla FA Cup. I Royals avrebbero meritato la vittoria così come ha meritato il passaggio del turno il Leeds, andato a violare niente meno che l’Old Trafford. Gara molto avvincente, in cui la differenza di categoria non si è vista, anzi. Scontato parlare di magia della Coppa, così come rimembrare le combattute sfide del passato tra due club che non si sono mai troppo amati. Però i Whites sono stati davvero ammirevoli nella loro condotta di gioco. Comunque sia, quella di domenica rimarrà pur sempre una sorpresa che rimarrà negli annali. Se l’Arsenal non avesse capovolto la sfida con il West Ham nei minuti finali, il terzo turno della FA Cup sarebbe andato in archivio con l’eliminazione di due Big Four e un'altra destinata a un sempre scomodo replay. Così la situazione appare meno “anomala”.
Altro grande match, e con questo finisco la prima riflessione dell’anno, l’Old Firm disputatosi al Celtic Park (visto registrato in mattinata, fortunatamente ignaro del risultato). Forse uno dei migliori derby di Glasgow delle ultime stagioni. Speriamo che sia di buon auspicio per un 2010 ricco di belle partite.