Doveva essere il mercato di Fernando Torres, di Zlatan Ibrahimovic e Cesc Fabregas, alla fine è stato quello di Mario Balotelli e Rafael Van der Vaart. Ma il dato di fatto incontrovertibile è che, Manchester City a parte, non si è assistito alla girandola di operazione a cui soprattutto le grandi ci avevano abituati negli anni passati. Colpa dei tanti debiti che gravano sulle superpotenze della Premier, delle nuove regole nazionali e internazionali già in vigore o di prossima applicazione (le norme stabilite dall’Uefa entreranno in vigore nel 2012) e, chissà, di un ritrovato senso della misura che certo non guasta, specialmente in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando.
Certo, i Light Blues di Eastlands fanno discorso a sé. Un po’ come Roman Abramovich, lo sceicco Al Mansour ha comprato il City per una questione di visibilità e, forse, per la passione che nutre per il calcio, non per fare una speculazione e assicurarsi liquidità come i Glazer o il duo Gillett & Hicks. Spendere quasi 200 milioni di euro per uno che ha un patrimonio familiare come il suo (parliamo di trilioni di dollari) è un gioco da ragazzi, e con il fair play finanziario che incombe è meglio comprare tutto il possibile finché si può (tanto che c’era più di un’idea di portare Ibrahimovic nel Lancashire). I vari Balotelli, Milner, Touré, Silva, Boateng e Kolarov sono una bella iniezione di forze fresche in una rosa che però continua a essere troppo affollata. Le partenze non sono state molte (Bellamy e Robinho, che comunque erano già ai margini della prima squadra) e gli scontenti ancora parecchi (Given e Adebayor in primis). Le prime difficoltà in campionato potrebbero contribuire a rendere lo spogliatoio una polveriera. I Citizens devono subito risollevarsi dallo scivolone di Sunderland, altrimenti sono dolori.
Manchester United e Chelsea hanno comprato poco, con la differenza che i Blues non sono riusciti a mettere la mani su Silva, Neymar e Torres. Un flop inatteso, per chi aveva fatto la bocca a condurre in porto con facilità tutte le operazioni di mercato. Il nazionale brasiliano Ramires rinforza e dona fantasia a un centrocampo dove l’addio di Ballack non ha lasciato grandi rimpianti. Forse la difesa, persi Belletti e Carvalho, andava puntellata, ma tant’è, Carlo Ancelotti appare soddisfatto con l’esistente – e non sapremmo come dargli torto. All’Old Trafford Ferguson si ritrova una certa abbondanza in attacco con i nuovi arrivi Hernandez e Bebé. Curiosa la storia del portoghese, pare che il tecnico scozzese non l’abbia praticamente mai visto giocare, ma si sia fidato ciecamente dei consigli del suo amicone ed ex vice Carlo Queiroz. Costato poco più di 8 milioni di euro, la stella dei mondiali dei senza tetto si poteva comprare lo scorso gennaio a poco più di 100mila euro. Stranezze del mercato!
Arsene Wenger ha rimpolpato la colonia francese dell’Arsenal (toh, che novità!) prelevando un centravanti puro (Chamakh, per la precisione un franco-marocchino) che da anni mancava all’attacco dei Gunners e sostituendo i partenti Silvestre e Gallas con Squillaci e Koscielny. Il grande colpo in realtà è stata la permanenza (chissà ancora per quanto, però) di Cesc Fabregas. Everton e Aston Villa sono state bloccate dalle rispettive ristrettezze economiche, che continuano a minare il loro definitivo salto di qualità. Una situazione non più sostenibile, almeno dal punto di vista del transfuga Martin O’Neill.
Interessanti invece i numerosi movimenti del Liverpool. Roy Hodgson sta provando a dare un’impronta più british alla squadra, reduce dalla fastidiosa querelle Mascherano. Oltre a Cole e Konchesky, sono nati nel Regno Unito anche Shelvey e Wilson, due prospetti di sicuro interesse, specialmente il primo che ha ben impressionato al Charlton. Peccato che mister Roy non abbia voluto dare una seconda chance ad Aquilani, molto rimpianto dai tifosi dei Reds.
Uno dei migliori acquisti del mercato inglese lo ha centrato il Tottenham. Van der Vaart è un ottimo giocatore, costato relativamente poco (9,5 milioni di euro). E poi gli ultimi olandesi svenduti dal Real (Snejder e Robben) sappiamo tutti come si sono comportati altrove.
Il resto del lotto si è barcamenato tra prestiti e parametri zero (le soluzioni predilette dal neo-promosso Blackpool) con l’unica eccezione del Sunderland. I Black Cats hanno stabilito il loro record di tutti i tempi per assicurarsi i servigi del ghanese Asamoah Gyan, una delle rivelazioni degli ultimi Mondiali. Potrebbe essere lui uno dei veri colpi di un mercato poco scoppiettante. Occhio anche al belga ex AZ Alkmaar Dembelé, un centravanti tutto tecnica e corsa per i londinesi del Fulham.
Scritto per Goal.com
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