venerdì 24 settembre 2010

I dolori del giovane Rooney

Buon sangue non mente, o forse sì. Le enormi aspettative su John Rooney rischiano di essere mal riposte, dal momento che il diciannovenne fratello di Wayne si sta perdendo negli oscuri meandri delle divisioni minori – anzi, non lo vogliono nemmeno lì. Certo, questo è il classico caso in cui il cognome non aiuta, anzi, forse è solo un fardello troppo gravoso. Però il nostro ci sta mettendo parecchio del suo per non brillare come in tanti credevano avrebbe fatto. E sì, perché alla tenera età di 12 anni gli addetti ai lavori già prefiguravano un futuro radioso per il ragazzino, appena entrato a far parte dell’Academy dell’Everton (la squadra del cuore di tutta la famiglia). Il Sun ipotizzava di vederlo presto a fianco del più illustre parente, addirittura in nazionale. “È meglio di Wayne a 17 anni”, scrisse il popolare tabloid britannico. Mal gliene incolse. Dopo una discreta trafila nelle giovanili dei Toffees, nel 2008 John provò a saggiare le sue qualità nelle divisioni minori della Football League. Per la precisione il piccolo Rooney fu messo sotto contratto dal Macclesfield Town, club dalla scarse ambizioni ma allenato da un tecnico molto bravo a valorizzare i giovani talenti che rispondeva al nome di Keith Alexander (poi morto prematuramente a inizio 2010).

Le doti tecniche di John – il cui raggio d’azione è leggermente più arretrato rispetto a quello del fratello – spiccarono subito, così come, purtroppo per lui, fu evidente la sua totale mancanza di continuità in un campionato duro e faticoso come la League Two. All’inizio della stagione 2009-10 due gol meravigliosi contro Carlisle e Cheltenham attirarono di nuovo l’attenzione dei media inglesi, che non vedevano l’ora di lanciare un “nuovo” personaggio. Si vociferò anche di un’offerta di 500mila euro intavolata dal Southampton per il suo cartellino, per la verità sempre smentita dalla dirigenza del Macclesfield. Ma al di là di qualche picco di gioco, il rendimento del piccolo Rooney continuò a essere molto incostante. Le sue “comparsate” in panchina divennero una costante e il club decise di non rinnovargli il contratto al termine della stagione 2009-10. Nonostante le lodi ricevute dopo i provini con il Derby County e il Preston North End (entrambe compagini di Championship), John si è ritrovato con un pugno di mosche tra le mani. Le belle parole spese per lui da Nigel Clough, tecnico dei Rams, non hanno trovato alcun seguito a livello contrattuale. Nell’estate appena passata, dopo una fugace presenza in amichevole con l’Huddersfield Town, Rooney si gioca la carta dell’esperienza all’estero, per la precisione negli Stati Uniti. Ma i due periodi di allenamenti con Seattle Sounders e Portland Trailblazers non gli valgono una chiamata nel Superdfraft della MLS (la lega professionistica americana).

Spiragli per rimettere in sesto una carriera evidentemente in pericolo non sembrano essercene tanti, e non è da escludere che a breve John debba rassegnarsi a tirare due calci al pallone solo in ambito amatoriale. Altro che maglia con i Tre Leoni sul petto…

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