In principio fu la FA Cup, nel lontanissimo 1871-72. Poi, negli ultimi anni dell’epoca vittoriana, arrivò il primo campionato della neonata Football League. Era il 1888 e a contendersi il titolo di campioni d’Inghilterra si presentarono 12 squadre. Il professionismo era stato appena introdotto (nel 1885) e su proposta di un dirigente dell’Aston Villa, lo scozzese William McGregor, si provò a dare un po’ d’ordine a un calendario fatto ancora di tantissime amichevoli. Non è un caso che la brillante idea fosse venuta proprio a un esponente dei Villans, squadra in grande ascesa e reduce da una storica vittoria in Coppa d'Inghilterra. Un campionato comportava la possibilità di incontrare in maniera finalmente sistematizzata le compagini più importanti dell'epoca e di conseguenza attirare più persone allo stadio. Il tutto per la felicità dei cassieri dei club.
Le regole dei due gironi di andata e ritorno con l’alternanza dei match in casa e trasferta, poi così imitate ovunque nell’orbe terracqueo, furono fissate durante la riunione costitutiva tenutasi il 17 aprile 1888 al Royal Hotel di Manchester. Un albergo che non esiste più, così come l’Accrington F.C., l’unica delle fantastiche 12 a non essere sopravvissuta fino ai nostri giorni – le successive due versioni dell’Accrington Stanley non sono una filiazione di quella società. Tanti degli altri club hanno fatto la storia del calcio inglese: Aston Villa, Blackburn Rovers, Everton, Wolverhampton Wanderers. Curioso notare l’assenza di squadre londinesi, a testimonianza di come allora il Beautiful Game si fosse sviluppato di più in altre parti dell’Inghilterra, soprattutto nelle Midlands e nel Lancashire. Non c’erano nemmeno le altre grandi dell’era del corporate football, ma c’era il Preston North End. Gli Invincibili, come ricorda una delle tribune del loro impianto, il Deepdale. Non persero nessuna delle 22 gare disputate e quella stagione misero in bacheca anche la FA Cup, oltre, ovviamente, alla coppa di campioni nazionali. Per trovare un’altra compagine in grado di vincere il campionato senza nessuna macchia sul proprio cammino ci sono voluti 115 anni. Parliamo dell’Arsenal di Wenger e Henry. Altri tempi, altro football. Quel mitico Preston seppe fare il bis l'anno successivo, ma poi non riuscì più a ripetersi.
Nel frattempo era nata anche la Football Alliance, su spinta del Nottingham Forest, grande esclusa dalla Football League. Nel 1892, i Garibaldi Reds, come erano soprannominati per il colore delle maglie, confluirono nella Football League insieme ad altre compagini della Alliance. La First Division – ufficialmente denominata così da quell'anno – si allargava a 16 squadre, mentre compariva per la prima volta la Second Division. Chissà se lo sceicco Al Mansour e Roberto Mancini sanno che al suo esordio il secondo livello della lega inglese poteva contare tra le sue fila l'Ardwick. Ovvero i progenitori del Manchester City (che in realtà fino al 1887 si chiamavano Garton e giocavano in maglia nera e pantaloncini bianchi). Tornando alla Prima Divisione, non deve stupire se dopo il breve dominio del Preston a fare man bassa di titoli fu l'Aston Villa – e chi altri! Alla fine del secolo, il team di Birmingham aveva già messo in bacheca tre FA Cup e ben cinque campionati, con tanto di double nel 1897. Gli aristocratici del calcio inglese, come venivano indicati allora, ebbero un tale impatto sull'intero movimento dal punto di vista tecnico e non solo che numerose squadre adottarono negli anni le loro eleganti divise Claret & Blues (vedi, a Londra, il West Ham e il Crystal Palace). Dopo McGregor, fu ancora uno scozzese a risultare determinante nelle sorti del club. Dopo aver giocato e capitanato l'Aston Villa, George Ramsey ne fu anche il manager dal 1884 al 1926. Roba da far invidia ad Alex Ferguson.
Pubblicato ieri dal sito www.calcio3000.com
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