martedì 25 agosto 2009

London Calling

Le tre grandi del calcio londinese lanciano la sfida: Arsenal, Chelsea e Tottenham hanno completato un percorso netto (i Gunners però hanno giocato una partita in meno) che permette loro di monopolizzare le prime posizioni della classifica di Premier.

Domenica i successi di Chelsea e Tottenham sono arrivati nei primi derby stagionali. Se il match del Craven Cottage è stato ben poco spettacolare, soprattutto per colpa di un Fulham rinunciatario e poco ispirato, al Boleyn Ground Spurs e West Ham hanno prodotto emozioni e spettacolo in quantità industriali (e un Cudicini in gran forma). Mentre Harry Redknapp ha potuto battere il club di cui ha vestito la maglia e che ha allenato grazie alle prodezze di due stelline del calcio inglese, Jermain Defoe e Aaron Lennon, Carlo Ancelotti ha festeggiato il tris di affermazioni in campionato per merito del duo franco-ivoriano Anelka & Drogba, un assist e un gol a testa. E le nostre perplessità sulle difficoltà di intesa tra i due campioni dell’attacco dei Blues vanno già a farsi benedire…

Dieci gol in due partite, sette giocatori a segno, un gioco spumeggiante come quello espresso nelle migliori annate dell’era Wenger: benvenuti alla festa dell’Arsenal. Il malcapitato di turno è il sofferente Portsmouth ora di proprietà araba, ancora fermo a zero punti dopo le tre gare disputate in questo inizio stagione in cui di nuovi acquisti non c’è nemmeno l’ombra e un paio di ex idoli del Fratton Park (Johnson, Crouch) sono ormai un lontano ricordo. Che ai Gunners vada invece tutto a gonfie vele lo testimonia la dinamica della rete di Willy Gallas. Dopo aver segnato di schiena nel match di Champions League con il Celtic, il difensore francese l’ha buttata dentro calciandosi la palla sulla fronte. Ovviamente in maniera involontaria…

Il Manchester United impiega un tempo per scrollarsi di dosso le pericolose scorie della nottataccia del Turf Moor. Al ribattezzato DW Stadium, dalle iniziali del presidente David Whelan, la prima frazione risulta abbastanza equilibrata e si chiude sullo 0-0. Poi si scatenano le punte di Sir Alex e i Latics finiscono travolti da un pokerissimo di reti in meno di 45 minuti. Si conferma un grandissimo Wayne Rooney (doppietta), si sbloccano Dimitar Berbatov (fin allo splendido gol un po’ in ombra) e Michael Owen (che in una gara ufficiale non segnava da gennaio). Bene l’ex di turno Antonio Valencia, che non sarà Cristiano Ronaldo, ma i cross in area di rigore li sa indirizzare molto bene, cavandosela discretamente pure in fase di copertura.

Sorride anche l’altra metà di Manchester. Tevez è la mente, Adebayor è il braccio: i Wolves sono costretti a capitolare. A voler fare i pignoli, i Citizens peccano ancora un po’ troppo del “killing instinct” necessario per chiudere le partite. Contro i Wolves nel finale sono serviti un pizzico di fortuna (traversa di Keogh) e un grande Shay Given per evitare la beffa, soprattutto considerato il dominio assoluto della prima frazione di gioco.

Nel Monday Night un Aston Villa finalmente cinico e concreto infligge la seconda sconfitta stagionale al Liverpool, al primo tonfo ad Anfield in Premier dal dicembre 2007. Reds ancora deludenti e sempre più sull’orlo della crisi.

Il Burnley compie un altro miracolo, superando di misura un Everton ancorato a quota zero e forse distratto dal mercato – avendo oltre 20 milioni di sterline da investire dopo la cessione di Joleon Lescott al Manchester City. I Clarets ripetono il copione del match contro i campioni uscenti dello United: prima segnano (con il veterano Elliott), poi si salvano grazie a un errore dal dischetto da parte degli avversari (a sbagliare è Louis Saha). Al Turf Moor sembra di sognare ad occhi aperti.

Nella giornata da segnalare anche la prima vittoria dell’Hull per 1-0 sul Bolton, le parate di Sorensen che salvano lo Stoke sul campo del Birmingham e il successo non proprio meritatissimo del Sunderland a spese di un Blackburn bravo ma sfortunato.

Pubblicato oggi su Goal.com

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