Ormai sembrava un incubo scomparso nelle nebbie del passato, un difficile rompicapo risolto per sempre con un nutrito mix di leggi draconiane e incisive misure di ordine pubblico. Invece è bastato un “semplice” incontro di secondo turno di Carling Cup per riportare alla ribalta nazionale il bubbone dell’hooliganismo. Intendiamoci, quella in programma martedì sera non era esattamente una partita qualsiasi, bensì il derby londinese più a rischio incidenti: West Ham-Millwall. Alla vigilia della gara i timori erano tanti, ma la portata degli scontri ha superato le più fosche previsioni degli addetti ai lavori. Centinaia di tifosi si sono fronteggiati prima e dopo il match su Green Street, lo stradone che in pieno East End londinese porta dalla fermata della metro di Upton Park fino all’omonimo stadio del West Ham (anche se il vero nome è Boleyn Ground). Scontri si sono registrati anche all’interno dell’impianto, con tanto di tre invasioni di campo in occasione dei gol dei padroni di casa. La polizia, impegnata fino a notte fonda a sedare i continui rigurgiti di violenza, ha operato una decina di arresti, ma dopo la visione dei numerosi filmati a diposizione non si escludono nuovi fermi e soprattutto l’imposizioni di diffide a vita per i più esagitati.
Una serata da incubo, stile anni Settanta e Ottanta, quando episodi del genere erano all’ordine del giorno. La violenza fa la sua ricomparsa nel calcio inglese? Al di là degli stereotipi che vorrebbero il calcio inglese mondato da ogni forma di intemperanza, la verità è che la violenza non è mai del tutto sparita. Si è parzialmente ridotta e spesso si è trasferita lontano dagli stadi, dove gruppi di qualche decina di tifosi non di rado si danno appuntamento per una “sana” scazzottata tra loro, al riparo dalle telecamere a circuito chiuso che hanno ormai invaso tutta l’Inghilterra e le vicinanze delle arene in particolare. I match più caldi, soprattutto i tanti derby che si svolgono in tutti gli angoli del Paese, rimangono sempre fonte di preoccupazioni per le forze dell’ordine. In un’ipotetica classifica, West Ham-Millwall la fa da padrone. Lo si è scritto spesso nei vari libri di hooligans pentiti o presunti tali, lo si è visto nel film “Hooligans on Green Street”, lo si è sperimentato dal vivo martedì sera. Le due tifoserie si odiano di brutto e non fanno niente per nasconderlo. Forse sono troppo simili per riuscire a tollerarsi a vicenda. Entrambe con una spiccata matrice proletaria, un forte radicamento nelle rispettive comunità, già in passato hanno più volte guadagnato una considerevole ribalta mediatica per le loro imprese tutt’altro che edificanti. Basta fare un giretto su You Tube per rendersene conto, casomai in primis dando un’occhiata a un famoso Luton Town-Millwall di FA Cup del 1985, match andato pure in diretta nazionale…
Come se non bastasse, considerato il differente pedigree calcistico, Irons e Lions hanno avuto modo di fronteggiarsi solo raramente. Attualmente il West Ham, allenato da Gianfranco Zola, è un team di Premier, mentre il Millwall del Sud povero di Londra si trova due divisioni più sotto, in League One. La partita di martedì era la prima dal 2004-05, quando le due gare del campionato di Championship – che avemmo modo di seguire dal vivo – furono pressoché prive di scontri, ma il livello di militarizzazione fuori e dentro gli stadi fu incredibile. Per capirci, il match in casa del Millwall fu giocato alle 12 di una piovosa domenica mattina di novembre, alla presenza di 15mila spettatori e oltre 1.500 poliziotti in assetto anti-sommossa. Un’occasione così “ghiotta” come quella di martedì, per di più sotto forma di gara secca di coppa e in notturna, sarebbe forse ricapitata solo tra un bel po’ di anni, e dunque valeva la pena prenderla al volo. Non a caso nelle baruffe pre-partita la polizia ha individuato numerosi teppisti privi di biglietto o addirittura con un banning order (la nostra diffida) sul groppone. Tante “vecchie facce”, membri dei gruppi di hooligans del passato come i temutissimi Inter City Firm (West Ham) e Bushwhackers (Millwall), si sono dati appuntamento per una sorta di rimpatriata – il che spiega anche il numero così alto di persone coinvolte. Adesso si attende l’esito delle inchieste già promosse dalle autorità sportive e giudiziarie. Intanto dalle parti di Scotland Yard, ma non solo, si spera che i prossimi sorteggi delle coppe nazionali non riservino altre sorprese. Forse in futuro non sarebbe una cattiva idea evitare che incori di questa pericolosità si giochino in notturna, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta (meno luce, più alcool nelle vene, ecc.). Steve Bacon, il fotografo ufficiale degli Irons, ha dichiarato al Times che in 35 anni di lavoro al Boleyn Ground non aveva mai vissuto una serata così spaventosa. Speriamo che non ne debbano seguire altre.
Da Goal.com
Nessun commento:
Posta un commento