«Riportare il Notts County in Premier League è la più grande sfida sportiva della mia vita». Così si è espresso Sven Goran Eriksson all'indomani della sua nomina a «Director of Football» del club di Nottingham, la scorsa stagione classificatosi solo diciannovesimo nella quarta serie inglese. A fine luglio l'allenatore svedese ha accettato l'incarico «non per soldi», ma perché stimolato dall'ambizioso progetto disegnato dalla nuova proprietà, un gruppo dell'Europa dell'Est che risponde al nome di Munto Finance - invero un po' oscuro, tanto da non essere dotato di un sito web che dia qualche delucidazione in più sulle sue attività. Eriksson ha ammesso di aver provato «molta incertezza» appena ricevuta la proposta, ma di essersi poi rapidamente convinto. Per dirla tutta, si vocifera di un compenso annuale che si aggirerebbe sui due milioni di sterline, un ottimo sprone per cercare un alloggio nelle Midlands. Il suo raggio d'azione spazia dagli aspetti tecnici da curare insieme all'allenatore Ian McParland, ai trasferimenti, fino allo sviluppo del settore giovanile. In mano un piano (e un contratto) quinquennale.
L'esperienza di Eriksson e i danari dall'Est Europa dovrebbero quanto meno portare subito nuova linfa e un po' di entusiasmo a quello che sarà anche il club professionistico più antico del Pianeta (anno di nascita 1862) e tra i 12 membri fondatori del campionato inglese, che tanto tempo fa avrà pure ispirato la maglia a strisce bianco latte e nero fumo a una celeberrima compagine torinese, ma che di recente ha saputo collezionare solo delusioni. Per non parlare del record di giorni di amministrazione controllata: 534 tra il 2002 e il 2003, ai tempi del consorzio guidato da Albert Scardino, giornalista vincitore di un Premio Pulitzer ed ex collaboratore di Bill Clinton. Uno che di calcio capiva poco e di finanza ancor meno, almeno a giudicare dai pessimi risultati della sua gestione. Per la serie corsi e ricorsi storici, già dopo la Seconda Guerra Mondiale il Notts County fece parlare di sé per un affare un po' sui generis: nonostante allora giocasse in Terza Divisione, iscrisse a libro paga addirittura il capitano della nazionale inglese, Tommy Lawton. Eriksson ha l'occasione di riconquistare un po' di popolarità nel Paese che, quando era il tecnico della nazionale, lo ha prima annusato con diffidenza, poi esaltato, quindi scagliato nella polvere liberandosene appena possibile, ovvero quando il nostro prima non andò oltre i quarti di finale ai Mondiali del 2006 e poi ebbe il torto di spifferare qualche segreto di troppo a un giornalista del News of the World travestito da sceicco. In mezzo mille pruriginose avventure che hanno fatto la felicità dei tabloid. Le successive esperienze al Manchester City e sulla panchina del Messico sono state, se possibile, ancora più frustranti e avare di soddisfazioni. Un dato di fatto è inequivocabile: è più facile attirare simpatie se si lavora per una società storica ma molto deficitaria sul rettangolo verde - retrocesso dall'allora First Division nel 1992, il Notts milita in quarta serie da cinque anni consecutivi - che raggiungere subito risultati positivi anche se in cassa si hanno molti quattrini. Queen's Park Rangers docet. E poi i bianconeri hanno uno degli inni più strambi della storia del calcio. Fa più o meno così (sulle note di una vecchia ballata folk dei Weavers, On Top of Old Smokey): «Avevo una carriola, mi sono perso la ruota». E nessuno sa perché.
Per il momento, però, le cose sembrano andare bene. Il Notts, come lo chiamano i suoi tifosi (abbreviazione di Nottinghamshire, guai a confonderlo coi rivali acerrimi del Nottingham Forest), ha vinto le prime due partite di League Two (l'equivalente della nostra vecchia C2) segnando la bellezza di nove reti, senza subirne nemmeno una. L'effetto Eriksson si è fatto subito sentire al botteghino. Per la prima partita contro il Bradford City, al Meadow Lane sono accorsi in quasi 10mila - l'anno scorso la media è stata di poco superiore alle 4mila unità. Negli ultimi giorni si sono pure scatenate voci su possibili arrivi clamorosi in quel di Nottingham. Si è scritto di un Notts County interessato a Luis Figo, Patrick Vieira e Pavel Nedved. Grazie ai buoni contatti di Sven ci potrebbe essere qualche altra sorpresa, ma francamente sembra solo fantacalcio. Il mercato reale dei bianconeri è stato sì ricco, ma di onesti lavoratori delle divisioni minori, eccezion fatta per l'acquisto di Kasper Schmeichel dal Manchester City (dove il figlio del grande Peter Schemichel era ormai relegato al ruolo di terzo portiere). Per ora l'eroe dei supporter del Notts è lo stagionato Lee Hughes, che proprio nella gara con il Bradford ha messo a segno una tripletta. Sotto lo sguardo soddisfatto di Mr Eriksson. La strada per la Premier è molto lunga, per cui è meglio cominciare bene.
Articolo scritto per il Manifesto e andato in pagina prima che il Notts County perdesse la sua prima partita di campionato in quel di Chesterfield.
Io non credo sinceramente che il Notts County possa scalare in tre anni la vetta...
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