Il nono turno della Premier edizione 2008-09 sarà ricordato come quello del crollo di due record di lunghissima data, uno positivo e l’altro negativo, almeno per quel che riguarda le due compagini “padrone di casa”. Ci riferiamo ovviamente alla sconfitta del Chelsea a Stamford Bridge, che interrompe un’imbattibilità che durava 86 partite (ovvero da quando nel novembre 2004 l’Arsenal batté i Blues allora guidati da Ranieri). Ma per gli amanti del calcio inglese non va sottovalutato il risultato del Sunderland, capace di piegare il Newcastle in un derby del Tyne-Wear quanto mai accesso e appassionante e vincere un confronto diretto in casa dopo ben 28 anni – nel 1980 si giocava ancora all’ormai defunto Roker Park, c’erano le terraces e nessuno straniero in campo.
Torniamo ai Reds, autori della partita perfetta soprattutto nel reparto difensivo. Benitez è stato magistrale nello schierare la squadra un po’ sulla falsariga del modulo spallettiano (centrocampo affollato e una sola punta in avanti), che già qualche grattacapo aveva creato al Chelsea nella sfida di Champions League. Forse sarà una chiave di lettura troppo semplicistica, ma Scolari non ha il buon Drogba a togliergli le castagne dal fuoco e si vede. Non vanno però sminuiti i meriti del Liverpool capolista solitario, che senza Torres trova nell’altro spagnolo Xabi Alonso il match winner e migliore in campo – e chissà come devono fischiare le orecchie all’attuale allenatore della Juventus…
La meravigliosa favola dell’Hull City si arricchisce di un ulteriore capitolo. Al The Hawthorns di West Bromwich i Tigers soffrono, si affidano alle prodezze del portiere americano Myhill, ci provano in contropiede e alla fine escono con i tre punti che permettono alla matricola dello Yorkshire di affiancare nientemeno che il Chelsea al secondo posto. A dirla tutta il WBA non meritava lo 0-3 maturato tra il 46° e il 65° del secondo tempo – anzi, forse non meritava proprio di perdere – però andatelo a spiegare ai tifosi dell’Hull, che ormai devono pensare di vivere in un sogno perenne!
Mezzo passo falso del Manchester United al Goodison Park. Questa volta ai Red Devils non serve una frazione di gara per lavorare ai fianchi gli avversari, il vantaggio arriva quasi subito grazie all’ottimo Fletcher di questi tempi. Poi i ragazzi di Sir Alex si perdono un po’. Rooney è troppo nervoso, Ronaldo non concretizza e Ferdinand si distrae quel tanto che basta per rimettere in corsa un Everton fino a quel momento apparso poca cosa. Il centrocampista belga Fellaini mostra di valere almeno una buona parte dei 15 milioni di sterline che il club di Liverpool ha investito su di lui e i Toffees rischiano addirittura di uscire vincitori di un match in cui per circa un’ora sono stati dominati.
Un tempo e mezzo in panchina fa bene ad Adebayor. Nel derby contro il West Ham al Boleyn Ground il togolese entra, propizia il primo gol e segna la marcatura del definitivo 2-0 che mantiene i Gunners nella posizioni di testa e fa entrare in crisi gli Irons, alla terza sconfitta consecutiva in Premier. Tra problemi finanziari della proprietà islandese e cospicui risarcimenti per l’affaire Tevez, per Zola il futuro non sembra troppo roseo.
Vola l’Aston Villa del fantastico duo d’attacco Agbonlahor-Carew. Quattro gol al JJB Stadium al Wigan che solo una settimana prima stava per fare il colpaccio ad Anfield Road sono un ottimo biglietto da visita per la corsa a un posto in Champions League.
Nelle retrovie, accennato al Newcastle meritatamente sconfitto a Sunderland e che ora sempre più impelagato nella lotta per non retrocedere, fa scalpore il cambio di panchina al Tottenham – via Ramos, dentro Redknapp, che così lascia il Portsmouth nelle mani del suo vice Adams. Gli Spurs vincono la loro prima partita contro il Bolton, diretto concorrente per la permanenza in Premier, ma rimangono all’ultimo posto. L’altra pericolante Stoke viene schiantata dalla prima tripletta di Robinho in terra inglese, mentre il Fulham in extremis raccoglie un buon punto al Fratton Park di Portsmouth.
Scritto per Goal.com
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