I bilanci al 31 maggio 2012 delle squadre che hanno partecipato alla scorsa edizione della Premier raccontano di introiti record – oltre 2,7 miliardi di euro incassati – ma anche di una spessa a dir poco eccessiva per i costi di personale, ovvero essenzialmente i giocatori: 1,8 miliardi. Francamente troppo, anche perché nel calcolo non sono comprese le lucrose prebende pagate agli agenti. La buona notizia è la riduzione delle perdite di oltre un terzo – ora siamo intorno ai 240 milioni – sebbene questo passo in avanti sia dovuto soprattutto al taglio dei debiti del Manchester City. Quello dello United, grazie alla spericolata architettura finanziaria messa in piedi dalla famiglia Glazer, è ancora oltre i 430 milioni, con circa 60 milioni di interessi pagati all'anno.
Nel complesso, solo otto club su venti fanno registrare profitti, ma con il nuovo, ricchissimo contratto sottoscritto per la cessione dei diritti televisivi c'è la possibilità di migliorare i bilanci. E forse di pagare un po' di più gli inservienti (dagli addetti alle pulizie ai venditori dei costosissimi match programmes) cui sono riservate le briciole delle briciole, tanto che il sindaco di Londra Boris Johnson ha tirato le orecchie alle compagini della sua città. Anche perché la Premier ha deciso che quando entrerà in vigore proprio il contratto sui diritti televisivi sarà introdotto anche un limite sui salari dei calciatori. Finalmente.
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