Quella di Roberto Gotta sul suo blog Mr Football all'interno del sito del Guerin Sportivo. Lui sì che è un grandissimo esperto di calcio inglese, oltre a essere un ottimo giornalista.
Copio e incollo qui di seguito.
E quando Londra chiama siamo tutti sull’attenti, anche se la capitale si sta un po’ involgarendo. London Calling nella sua accezione migliore dal punto di vista calcistico, partendo dall’Arsenal ed estendendosi al resto della metropoli, è però il titolo dell’ultimo libro dell’accoppiata Luca Manes-Max Troiani, già autori di Celtic Forever, e un filo che collega due grandi squadre (e due grandi città di calcio) identificabili per qualcosa di più che non il nome e la notorietà si nota immediatamente.
Sarebbe disonesto recensire un libro che non abbiamo (ancora) letto, ma vi potete fidare del giudizio di Mister Football, perché dietro a London Calling c’è la garanzia di studio, serietà e passione da parte degli autori. E su questo ribadiamo il concetto a costo di essere pedanti e scontrosi: troppo facile negli ultimi tempi gettarsi a denti scoperti sul calcio inglese, divenuto una sorta di passione collettiva (che raramente hanno basi solide), troppi che vi si dedicano per puro cinismo e calcolo commerciale, mentre va molto più seguito chi, come Luca e Max, l’attrazione verso quel calcio la prova da quando qui in Italia essere appassionati di calcio britannico voleva dire sentirsi mosche bianche, sportivi quasi bizzarri, persino sospetti. Erano i tempi in cui i media di una nazione in cui alle partite si sparavano razzi assassini e petardi da marina preferiva ironizzare sugli hooligans (orrendi, per carità) e qualsiasi accenno di simpatia verso quel tipo di calcio, che vinceva coppe europee senza stranieri se non altri britannici, zero argentini e zero brasiliani, veniva osservato con perplessità quando andava bene. È un calcio non perfetto e non del tutto pulito in alcuni aspetti (alcuni dei personaggi che vi circolano non ci piacciono per nulla), ma non ha ancora prodotto scandali come Calciopoli, ed è già qualcosa, anzi molto. Luca e Max, anche se più giovani dell’estensore di Mister Football, hanno compreso questa realtà prima che il calcio inglese fosse accessibile a tutti, e per questo motivo ogni loro opera è, ci ripetiamo, una garanzia.
Per completezza e correttezza, infine, ecco l’auto-descrizione del libro, alias sinossi, anche se Mister Football, che è un po’ ignorante, non sa cosa voglia dire, esattamente.
“Monarchia, ma anche mode e sottoculture giovanili. Democrazia parlamentare e pure gruppi musicali. E ancora finanza e musical. Londra è sinonimo di queste e di un’infinità di altre cose. Non poteva allora non essere sinonimo di football. Nella capitale inglese sono state codificate le regole poi adottate in giro per il globo, sono nate la prima federazione nazionale, la prima lega e la prima competizione a squadre. Nessuna città al mondo può vantare così tante squadre professionistiche, così tanti derby, così tanti stadi. L’Arsenal, la squadra più amata a Londra, vanta in Italia un nutrito numero di fan club. Inoltre, sono decine di migliaia gli italiani appassionati del calcio inglese”…
… anche se, e qui si reinserisce il parere di Mister Football sulle ultime parole della sinossi, una volta scremato chi lo segue per moda senza averne compreso il reale spirito il numero scenderebbe di parecchio. Ma non è un peccato.
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