mercoledì 23 marzo 2011

Sheffield, una crisi senza fine

C’erano una volta due squadre capaci di infiammare la Steel City, come fu ribattezzata Sheffield ai tempi della rivoluzione industriale. Negli anni Novanta lo United e il Wednesday giocavano il loro sentitissimo derby in Premier, e non di rado a Hillsborough e al Bramall Lane le grandi del campionato uscivano con le ossa rotte. Bei tempi, che ormai entrambe le tifoserie ricordano con un mare di nostalgia. Le Blades sembrano vivere ancora dello spiacevole ricordo dell’amara retrocessione del 2007, quando sul filo di lana furono beffate da un West Ham che forse avrebbe meritato una penalizzazione di qualche punto e non una multa onerosa per le irregolarità legate all’acquisto di Carlos Tevez. Le Owls mancano dalla Premier addirittura dal 2000 e pareggiando in un drammatico match interno con il Crystal Palace lo scorso maggio sono retrocesse per la seconda volta in League One nell’arco di soli sette anni. Nonostante il blasone di assoluto rilievo (tre campionati e quattro coppe per il Wednesday, quattro FA Cup e un titolo di campioni d’Inghilterra per lo United), quest’anno le due compagini di Sheffield stanno inanellando una delusione dopo l’altra e rischiano l’ennesima retrocessione. Ai biancorossi serve quasi un miracolo per rimanere nell’equivalente della nostra Serie B, mentre i biancoblu, dati come favoriti per un immediato ritorno in Championship, sono incappati in una lunga serie di risultati negativi che li ha fatti precipitare nelle parti bassi della classifica di League One. Sul fronte finanziario le cose vanno anche peggio, specialmente per l’indebitatissimo Wednesday. Sheffield è una della culle del beautiful game (i dilettanti dello Sheffield F.C., fondati nel 1857, sono il club più antico del pianeta), merita bel altri palcoscenici e assetti societari. Ma all’orizzonte si intravedono solo nubi minacciose e nessuna traccia di sereno.

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