I debiti sono sempre lì, pronti a scatenare un effetto domino sulla società e sulla squadra, che in un futuro nemmeno troppo remoto potrebbe perdere qualche pezzo pregiato, ma sul campo i Red Devils continuano a dare il meglio di sé e a collezionare trofei. La seconda Coppa di Lega consecutiva, vinta grazie al solito, immenso Wayne Rooney, rappresenta un segnale di grande forza e uno stimolo per i prossimi impegni nazionali e internazionali.
Poi, per una volta, il team dell’Old Trafford deve ringraziare i cugini del City, capaci di infliggere la prima sconfitta interna della stagione al Chelsea. I Light Blues sono stati finalmente spietati nello sfruttare al meglio tutte le – poche – occasioni capitate allo Stamford Bridge. E con Hilario in porta diventa tutto più facile – il primo gol di Carlitos Tevez Peter Cech lo avrebbe evitato anche un con una gamba ingessata. Inutile negarlo, i contenuti tecnici della partita – tra l’altro molto bella – sono passati in secondo piano rispetto al tanto atteso “incontro” tra John Terry e Wayne Bridge. Chi aveva scommesso sulla mancata stretta di mano ha raggranellato qualche sterlina (la quota era sette a due), mentre la doppia espulsione (un succoso duecento a uno) non ha reso felice nessun temerario, visto che non c’è stata. Di cartellini rossi, però, se ne sono visti, e tutti sventolati sul naso a giocatori del Chelsea…
Ci cospargiamo il capo di cenere per aver cancellato l’Arsenal dalla lista delle pretendenti al titolo – anche se eravamo in buona compagnia. I Gunners non mollano e nonostante mille difficoltà, non ultimo il terribile infortunio occorso ad Aaron Ramsey, passano a Stoke riducendo il loro distacco dalla vetta a soli tre punti. Al Britannia Stadium i ragazzi di Wenger hanno ampiamente meritato il successo, contro una squadra che punta tutto sulla fisicità e le giocate da palla inattiva – due dei punti deboli dell’Arsenal – e non più tardi di un mese fa si era aggiudicata per 3-1 lo scontro diretto in FA Cup.
A conferma del ritrovato equilibrio che regna quest’anno in Premier League, c’è la lotta molto serrata per il quarto posto. Fatta eccezione per l’Aston Villa, che recupererà prossimamente il match con l’Hull, vincono tutte. Il Tottenham domina il primo tempo contro l’Everton – meravigliosa la seconda rete in campionato di Luka Modric – ma poi rischia molto nella seconda frazione di gioco. Landon Donovan, l’ex “nemico” di David Beckam, commette l’errore del week end sbagliando un gol facile facile a pochi passi dalla parta, così gli Spurs mantengono l’ultima posizione utile per la Champions League, sebbene solo per differenza reti sul City. Se la cava bene pure il Liverpool, 2-1 allo sfortunato Blackburn, che non vince all’Anfield Road dal 1993. Dopo due mesi di astinenza forzata, causa infortunio, torna al gol el Nino Torres. Ancora inutilizzato Alberto Aquilani, ma questa ormai non è quasi più una notizia.
Chiusura sulle parti basse della classifica. Colpo di coda del Portsmouth che, in attesa della malaugurata penalizzazione di nove punti, spinge verso la Championship il Burnley. Da quando sono orfani di Owen Coyle, i Clarets hanno iniziato una lenta ma inesorabile discesa agli inferi. C’è chi sostiene che la scelta di sostituire lo scozzese dal passaporto irlandese con Brian Laws, di recente licenziato dallo Sheffield Wednesday, fosse un chiaro segno che al Turf Moor si stavano già preparando a un ritorno alla serie cadetta. Forse non avevano tutti i torti…
Scritto per Goal.com
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