L’eroe della quinta Coppa dei Campioni, oppure l’ennesimo allenatore che ha allungato la striscia di anni senza il trofeo di campioni d’Inghilterra in bacheca? Chissà come preferiranno ricordare Rafa Benitez, dato sul piede di partenza, i tifosi del Liverpool. A caldo peserà, e tanto, la pessima campagna 2009-10; a freddo, come spesso accade, riaffioreranno pure i bei ricordi. Conterà più la qualità del gioco, gli schemi che in alcuni frangenti hanno deliziato il popolo della Kop, oppure l’aurea mediocritas espressa in match importanti, come quello perso domenica scorsa all’Old Trafford? I critici di Benitez, che in Inghilterra sono in crescita esponenziale, gli rinfacciano un approccio fin troppo pavido agli appuntamenti di rilievo. Tanto per citare un esempio recente, con lo United Alberto Aquilani, che appena sei giorni prima era stato il migliore in campo contro il Portsmouth, è finito in panchina, a fronte del “solito” centrocampo” fatto di tanti muscoli e poca fantasia.
Per carità, la rotazione dei giocatori è sempre stata una delle costanti del tecnico originario di Madrid. Le buone performance in Champions League hanno spesso fatto da presupposto per una gestione conservativa dei titolari in campionato. Il nodo gordiano della questione, però, non è tanto se valeva la pena far riposare lo Steven Gerrard o il Fernando Torres di turno, quanto il valore reale dei loro sostituti. La stampa britannica ha di recente sbattuto in faccia a Benitez l’elenco dei suoi acquisti flop. Josemi, Jan Kromkamp, Fernando Morientes, Craig Bellamy, Robbie Keane, Andrea Dossena e Jermaine Pennant sono i più eclatanti e soprattutto costosi dei suoi sei anni alla guida del Liverpool. A questo elenco andrebbero aggiunti ragazzi volenterosi ma mediocri come Lucas Leiva, Emiliano Insua e David N’Gog e reietti che rispondono al nome di Albert Riera e Ryan Babel (quest’ultimo arrivato sulla Merseyside per quasi 12 milioni di sterline). Il dissidio con il giovane attaccante olandese va ormai avanti da mesi, tra sfoghi clamorosi e parziali ricomponimenti, quello con l’ex esterno del’Espanyol è scoppiato in tutta la sua virulenza da pochi giorni ma già appare insanabile. Riera ha accusato Benitez di avere “qualcosa di personale nei suoi confronti”, motivo per cui è stato messo ai margini della squadra e non vede quasi più il campo da gioco in un match ufficiale. Si parla già di una sua futura cessione al CSKA Mosca per circa sei milioni di sterline (era costato otto). Ma per la verità anche degli insospettabili come El Nino Torres – uno ce non rischierà ma il posto da titolare – hanno messo in dubbio le sue capacità di gestire i rapporto umani…
Tutto sommato lo spagnolo non gode della simpatia nemmeno della maggior parte dei suoi colleghi. Sempre all’Old Trafford è andato in scena un siparietto molto pepato con Alex Ferguson, da oltre un anno oggetto degli strali dell’ex tecnico del Valencia in quanto ritenuto una sorta di “anima nera” della Premier, capace di condizionare gli arbitri e addirittura la federazione, rea di stilare calendari modellati sulle esigenze dello United. Sarà pur vero che Ferguson, specialmente nei momenti di difficoltà, utilizza sempre più spesso i suoi “giochetti mentali” per fare pressione sulle giacchette nere, però a posteriori le sparate di Benitez sembrano un chiassoso diversivo per mascherare gli insuccessi dei Reds. Ad Anfield Road il titolo di campioni d’Inghilterra manca dall’ormai lontanissimo 1990 e con il buon Rafa la squadra ha lottato per il primo posto solo nella scorsa stagione. Troppo poco, per chi ha ancora nella mente i ricordi dei trionfi di Bill Shankly e Bob Paisley.
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