Manchester United e Liverpool sono ormai da decenni divise da una rivalità sportiva che ha pochi eguali al mondo. Le due tifoserie, però, di recente hanno trovato un singolare “punto di contatto” nella battaglia contro le rispettive proprietà americane, fonti di grande preoccupazione per i milioni di sterline di debiti che hanno portato con sé. Ma se i Reds Devils continuano ad andare a gonfie vele sia in Premier che in Europa, i Reds balbettano su tutti fronti, come si è avuto la conferma nel match di domenica. Al Liverpool, vincitore degli ultimi tre scontri diretti, non è bastato il lampo di Fernando Torres (brutto però il suo gesto in occasione del rigore per lo United), prima Rooney e poi Park – sempre più decisivo, dopo la meravigliosa prestazione contro il Milan – hanno inflitto un duro colpo alle speranze di qualificazione in Champions League degli ospiti. Peccato aver visto Alberto Aquilani solo nel quarto d’ora finale, specialmente dopo la bella prova con il Portsmouth. Forse Rafa Benitez era più occupato a litigare a bordo campo con Alex Ferguson, con il quale da tempo è in corso un’accesa diatriba, o a badare alla polemica scoppiata con il dissidente Alberto Riera…
Un altro allenatore che vive un momento molto complicato è Carlo Ancelotti. Dopo la delusione con l’Inter, sembrava che in Premier il Chelsea potesse riprendere senza troppi patemi la rincorsa al quarto titolo della sua storia. All’Ewood Park erano stati proprio le due principali delusioni della gara di Champions League, Nicolas Anelka e Didier Drogba, a confezionare il gol del vantaggio dopo una manciata di minuti. Il ventottesimo gol stagionale dell’ivoriano non è invece servito a spianare la strada ai Blues, poco determinati a chiudere la partita e incapaci di reggere la fisicità del Blackburn, sempre sconfitto nelle ultime quattro gare con il Chelsea. Adesso, come ha ammesso pure Ancelotti, bisognerà vincere tutte le partite che mancano per evitare che il 2009-10 sia ricordata come la campagna dei flop.
“Ora sappiamo soffrire”, potrebbe essere lo slogan del “nuovo” Arsenal. Dopo le difficoltà in trasferta, sono arrivati i patemi all’Emirates, provocati dall’espulsione di Thomas Vermaelen a fine primo tempo del derby contro il West Ham. Al di là del rigore ben parato da Almunia a Diamanti, i Gunners non hanno rischiato troppo, non riuscendo però a costruire con continuità le solite giocate strabilianti. Ma la vetta della classifica è ancora lì a un passo, e questo è ciò che conta, anche in vista dell’imminente ritorno in campo di Robin Van Persie.
Nella lotta per il quarto posto fondamentali vittorie esterne di Tottenham e Manchester City. I Light Blues hanno approfittato dell’evidente stanchezza del Fulham, beneficiando poi della sedicesima rete in campionato di Carlitos Tevez. Rallenta invece l’Aston Villa, salvato dalla doppietta di John Carew nel derby contro il Wolverhampton, che così non è stato in grado di cogliere la prima vittoria in 30 anni ai danni dei Villans.
I Wolves fanno lo stesso un bel balzo in avanti nella corsa salvezza. Male l’Hull City. Non ha sortito gli effetti sperati il cambio di allenatore. Iain Dowie, infatti, ha esordito con una sconfitta sul campo del Portsmouth. Onore al merito ai Pompey, che nonostante siano praticamente retrocessi si sono giocati fino in fondo la partita contro le tigri dello Yorkshire. Nel recupero infrasettimanale riceveranno la visita del Chelsea. Altre sorprese dietro l’angolo?
Nessun commento:
Posta un commento