Nella passata stagione di Premier il Liverpool aveva rimediato solo due sconfitte su un totale di 38 partite. Quest’anno siamo già a tre su otto gare, per non parlare poi della prova molto deludente offerta dai Reds a Firenze nel loro secondo impegno di Champions League. Insomma tempi duri per Rafa Benitez, come si è potuto vedere dal match di domenica dello Stamford Bridge. Il Chelsea ha ampiamente meritato la vittoria, sfruttando al meglio le geniali intuizioni di Didier Drogba. Per l’ivoriano niente gol, ma due assist da leggenda. Nel complesso i Blues, nonostante un Frankie Lampard ancora non al massimo, hanno dimostrato di essere più squadra dei rivali, con cui in campionato nel 2008-09 avevano perso entrambe le sfide. Ciò che salta all’occhio della versione attuale del Liverpool è proprio questa incapacità di ben figurare contro squadre di livello medio-alto. Se con le piccole arrivano goleade e non qualche pareggio di troppo come in passato, con le grandi per ora si rimediano solo sconfitte (al White Hart Lane come in casa con l’Aston Villa). Fossimo nei panni di Benitez, noi faremmo giocare un po’ di più Babel e Benayoun, ma non è detto che basti…
Nel frattempo Carlo Ancelotti e i suoi si godono il momentaneo primato, arrivato anche grazie al mezzo passo falso interno del Manchester United. Troppo facile dire che senza il mago Ryan Giggs il team allenato da Sir Alex Ferguson fa fatica ad esprimersi al meglio, diciamo che la prova non eccelsa di quasi tutta la squadra – compreso Dimitar Berbatov, autore però di un gol da cineteca – non ha certo aiutato. Male Ben Foster, non chiamato in nazionale da Fabio Capello (ma la scusa ufficiale parla di infortunio…). Sfortunatissimo il Sunderland, a cui non basta il settimo gol in Premier di Darren Bent per regalare a Steve Bruce la prima vittoria nel suo conto personale con il mentore Ferguson.
Non si arresta invece la marcia dell’Arsenal, che con il Blackburn prima soffre (con mezza papera di Vito Mannone) e poi dilaga. Meraviglioso Cesc Fabregas (un gol e tre assist), sul quale le voci di un possibile ritorno a Barcellona sono ormai diventate stucchevoli, una certezza sia in difesa che in attacco (è al quarto gol in Premier in sette partite!) il belga Thomas Vermaelen. Theo Walcott ha bagnato il ritorno in campo con un bel gol.
I Gunners seguono a un punto, ma con una partita in meno, i cugini del Tottenham, attualmente terzo. Gli Spurs non vincono in casa del Bolton dal 1996 e sabato hanno rischiato di perdere l’ennesimo confronto diretto con una delle loro bestie nere. Regalare quasi un tempo ai Trotters non sarà certo piaciuto a Harry Redknapp – irritato pure dall’essere invischiato in qualche bega con il fisco – che però si sarà consolato con l’ottima reazione dei suoi dopo il gol dell’1-2.
Il Monday Night tra Aston Villa e Manchester City regala spettacolo ed emozioni. Al gol dell’ex Richard Dunne, risponde Craig Bellamy con il suo quarto centro stagionale. Al di là dell’infortunio, si preannunciano tempi non facili per Robinho.
In coda finalmente vince anche il Portsmouth, che così evita di “migliorare” il record di peggior inizio stagione che appartiene al Manchester United versione 1930-31. Peccato che le voci di una possibile iniziazione di liquidità si siano rivelate in parte infondate e che i giocatori dei Pompey non abbiano ricevuto l’ultimo stipendio… Si ritrova in brutte acque pure il West Ham, penultimo con soli cinque punti. Nel derby contro il Fulham non basta una marcata supremazia territoriale e il vantaggio di giocare 11 contro 10 per oltre un tempo. Se non fosse per un gol nei secondi finali del prodotto dell’Academy Junior Stanislas, gli Irons sarebbero incappati nel quarto rovescio consecutivo.
Per finire una chicca: il salvataggio (involontario) dell’anno. A Burnley anche per il Birmingham vale la dura legge del Turf Moor. Poi se ci si mette Lee Bowyer (che milita nel City) a salvare sulla linea un tiro a botta sicuro del compagno Scott Dann, allora non c’è proprio niente da fare!
Scritto per Goal.com
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