“L’Arsenal si scioglie nel calderone di Anfield”. Così titolava oggi The Times, tanto per spargere sale sulle ferite (come dicono in Inghilterra) dei poveri tifosi dell’Arsenal. Premessa: non sono tifoso del club londinese. Però mi preme lo stesso esaltare l’ottima stagione disputata sin qua dalla compagine guidata da Arsene Wenger – che, come al solito, la sconfitta non l’ha presa tanto bene...
Certo, a fine maggio i Gunners alla voce “trofei vinti nel 2007-08” si ritroveranno uno zero che brucia, a meno di improbabili miracoli in Premier. Però mai come nel caso dei Gunners di quest’anno lo stucchevole dogma delle vittorie prima di tutto può essere tranquillamente messo da parte. L’Arsenal ha lottato, sciorinato bel gioco, fatto crescere giovani campioni o valorizzato buoni giocatori che casomai altrove avrebbero difficoltà a figurare nell’undici titolare. E poi nessuno li dava tra i favoriti della Premier o ad un passo dalle semifinali di Champions – dove, è bene ricordarlo, hanno buttato fuori i campioni uscenti. Senza tanti infortuni e qualche calo di forma di troppo si sarebbe potuto fare di più. Wenger avrebbe dovuto spendere quei famosi 70 milioni di sterline messi a disposizione dalla società? Sì, forse, perché no. Imitare alcuni allenatori nostrani, che chiedono al presidente di aprire i cordoni della borsa pure se un paio di riserve soffrono di raffreddore, non è il massimo della vita, ammettiamolo.
Ora tutti a parlare di dove potrebbe andare Fabregas piuttosto che Flamini o Adebayor. Scommettiamo che il rendimento di coloro che lasceranno l’Emirates non sarà all’altezza di quanto mostrato in maglia Arsenal? A Londra Nord sono bravi a cedere i giocatori quando è il momento giusto, Henry e Vieira docet...
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