Pubblicato oggi dal Manifesto.
Da mesi il metrosexual più famoso al mondo – David Beckham – si era detto entusiasta di indossare la (brutta) maglietta blu con inserti bianchi e rossi che evocano la Union Jack disegnata da Stella McCartney per le olimpiadi londinesi.
Per l’ex stella del Manchester United il torneo di calcio in programma ai Giochi, e a cui la Gran Bretagna parteciperà per la prima volta in 40 anni, avrebbe dovuto rappresentare l’ultima grande passerella internazionale.
Invece per volere del tecnico della nazionale Stuart “Psyco” Pearce il ragazzo di Leyton – quartiere dell’Est End che diede i natali anche ad Alfred Hitchcock – le sue Olimpiadi se le dovrà godere tutte da spettatore. “Beckham è un eroe nazionale” si è lamentato ieri anche Paul McCartney. “Pensavo che sarebbe stato la prima scelta per la squadra, visto quello che ha fatto per portare le Olimpiadi a Londra. Ma qualche idiota ha deciso diversamente”.
E pensare che la genesi dell’attuale Team GB di football è stata quanta mai travagliata. Quando, una volta assegnati i giochi alla capitale inglese, il comitato olimpico decise di tenere la prima riunione con esponenti delle quattro federazioni calcistiche del Regno Unito, gli scozzesi non si presero nemmeno la briga di presentarsi. Ben presto si sfilarono anche gallesi e nord-irlandesi, per il timore che, “riformato” un team unico britannico, la Fifa potesse revocare lo status particolare alle Home Nations pure nelle altre competizioni. Ovvero niente più Scozia o Galles ai Mondiali e agli Europei di calcio.
Una paura infondata, come confermato dal massimo organo calcistico internazionale. Ma scozzesi, gallesi e nord-irlandesi sono rimasti scettici, fino a preferire una squadra composta da soli inglesi pur di non essere coinvolti nel progetto. Poi tutto si è ricomposto e alla fine il team GB sarà capitanato da un gallese longevo e dotato di una tecnica sopraffina come Ryan Giggs. Uno che ha fatto incetta di trofei con il Manchester United, ma che con il dragone sul petto ha raccolto solo briciole. Ci saranno pure due suoi connazionali illustri – Craig Bellamy e Aaron Ramsey – ma non Gareth Bale, infortunato.
Di scozzesi e nord-irlandesi Pearce non ne ha chiamati – ma più per evidente mancanza di “materiale umano” all’altezza che per fare uno sgarbo alle rispettive federazioni – mentre buoni e promettenti giocatori inglesi ce ne sono parecchi (Micah Richards, Dean Sturridge e Tom Cleverley). Inserita in un girone di media difficoltà, con Uruguay, Emirati Arabi Uniti e il Senegal che incontrerà nella gara inaugurale, la Gran Bretagna dovrà fare quasi un miracolo per vincere la medaglia d’oro. Super favorite sono il Brasile dalle tante stelle e lo stesso Uruguay di Edinson Cavani.
Il fattore campo diventa allora di cruciale importanza. Un po’ come fu nel 1908, per la prima delle tre Olimpiadi londinesi. In quella edizione e nella successiva a Stoccolma i britannici si potevano ancora fregiare del titolo di maestri del football e, in effetti, sbaragliarono la concorrenza senza troppi patemi d’animo. In campo solo calciatori inglesi, tutti dilettanti. In entrambe le occasioni a uscire sconfitti in finale furono i danesi guidati da Nils Middelboe, primo fuoriclasse straniero della storia del Chelsea. Il portiere del team GB del 1912 era Rob Brebner, morto due anni dopo per le conseguenze di uno scontro di gioco con un giocatore del Leicester Fosse.
Nel 1948 Londra su scelta come sede dei primi Giochi del secondo Dopo Guerra, ma nonostante un allenatore destinato a fare la storia del Manchester United come l’allora giovane Matt Busby, i fasti del 1908 non furono ripetuti. Nelle Olimpiadi del razionamento, con mezza città ancora devastata dalle incursioni dei caccia tedeschi, il Regno Unito si fece sorprendere in semifinale dalla Yugoslavia e dovette soccombere contro la Danimarca, che così si prese una parziale rivincita nel match valido per la medaglia di bronzo. Per la cronaca, si impose la Svezia forte del trio (di lì a poco milanista) Gren-Nordhal-Liedholm.
Poi seguì una serie di figuracce, culminata nell’umiliante 5-0 subito dalla Bulgaria nelle qualificazioni per Monaco 1972. Il team GB sarebbe quindi rimasto in naftalina per chissà quanti anni ancora, se il Cio non avesse deciso di assegnare per la terza volta i Giochi alla Gran Bretagna.
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