Quella del Chelsea con l’Aston Villa di domenica scorsa sembrava la classica partita a lieto fine che ti cambia una stagione fatta di troppi alti e bassi. Sotto di una rete contro una squadra in crisi, che aveva appena beccato quattro sberle dal Manchester City, i Blues pur giocando male hanno raddrizzato la gara con due reti in extremis dei loro uomini simbolo: Didier Drogba e John Terry. L’abbraccio finale di tra il capitano di mille battaglie e Carlo Ancelotti appariva il sigillo ideale di un pomeriggio denso di emozioni e sensazioni forti, a dimostrazione di una piena comunità d’intenti con l’ex allenatore del Milan. E invece in pieno recupero Ciaran Clark, promettente difensore della compagine di Birmingham, si è ritrovato solo soletto nell’area di rigore dei londinesi con tutto il tempo di decidere dove piazzare il colpo di testa del pareggio, che almeno in parte vendica l’1-7 rimediato lo scorso marzo allo Stamford Bridge dai malcapitati Villans.
Quelli erano altri tempi, il Chelsea era una squadra in salute, travolgente, spettacolare e sul punto di centrare la prima accoppiata lega-FA Cup della sua storia. Oggi la rosa a disposizione di Carletto da Reggiolo mostra in maniera evidente le prime crepe, se non voragini. L’età media dei titolari è superiore ai 30 anni, a questo aggiungeteci qualche infortunio “pesante” (Lampard, Terry e Alex) occorso ultimamente, le scorie dei mondiali, la leggera malaria di Drogba e i giovani che non tengono fede alle attese (Bruma, Kakuta, McEachran e Borini, quest’ultimo destinato al Parma) e avrete la spiegazione del periodaccio che stanno vivendo i campioni d’Inghilterra – i quali a questo punto difficilmente bisseranno il titolo del 2009-10.
Per Ancelotti si parla già di un futuro come successore di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma – soluzione che a lui sarebbe molto gradita. Quel che è certo è che nel frattempo Roman Abramovich non farà follie per rinforzare la squadra, come gli avrebbe suggerito il suo attuale tecnico. Fallito l’assalto al difensore Luiz del Benfica, radio mercato parla di un interessamento per l’ex perugino Jay Bothroyd, da poco entrato nel giro della nazionale. Poca roba, soprattutto rispetto al possibile ennesimo acquisto deluxe dei nuovi ricchi del Manchester City: Edin Dzeko. Pare che il bosniaco, ben consapevole del conto in banca dello sceicco Al Mansour, l’abbia però sparata grossa sul salario che pretende: oltre dieci milioni di euro a stagione, da aggiungere ai 30 già destinati al Wolfsburg. Richiesta folle anche per la squadra allenata da Roberto Mancini, molto indaffarato a sopportare le paturnie dei vari Balotelli e Tevez (un altro che di recente ha provato a batter cassa con la sua dirigenza), oltre che a contendere il titolo ai cugini dello United. Pure all’Old Trafford a breve dovranno rinnovare un po’ il parco giocatori, dal momento che Van Der Sar, Neville, Scholes e Giggs non possono durare in eterno. In attesa di capire i movimenti in entrata, previsti solo per giugno, Alex Ferguson ha spedito il talentino di origini romane Chico Macheda alla Sampdoria per fargli fare le ossa.
Una mossa che non avrà fatto molto piacere al terzo manager italiano della Premier, Roberto Di Matteo, grande estimatore di Macheda. Il suo West Bromwich Albion è sì reduce da quattro rovesci consecutivi, ma rappresenta anche una delle novità più liete del campionato in corso. Insieme alle altre neo-promosse Blackpool e Newcastle, i Baggies si stanno facendo onore praticando un gioco di qualità, tanto che quest’anno ci sono discrete probabilità che per solo la seconda volta in quasi 20 anni tutte le matricole si riescano a salvare. Un’altra buona notizia della Premier 2010-11 è l’equilibrio in vetta, visto che oltre alle due di Manchester (e forse al Chelsea), provano a dire la loro anche Arsenal a Tottenham. Gli Spurs possono contare sul miglior giocatore della lega: l’esterno sinistro di centrocampo Gareth Bale. Per referenze qualificate sul gallese chiedere alla difesa dell’Inter, che ancora ha gli incubi pensando alla doppia sfida di Champions League sostenuta contro i londinesi. Prossimo compagno di squadra di Bale sarà il “vecchietto” David Beckham, pronto a lasciare i Galaxy di Los Angeles almeno per la pausa invernale. Probabile che in tutta l’operazione c’entri l’idea del presidente del comitato organizzatore di Londra 2012, Sebastian Coe, di consegnare proprio a Becks la fascia di capitano della selezione britannica – in realtà solo inglese – che parteciperà ai Giochi Olimpici del prossimo anno.
Chiusura d’obbligo per un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Roy Hodgson che a Milano, sponda Inter, rammentano molto bene. La sua permanenza al Liverpool, grande malata del calcio d’oltre Manica, è sempre più in dubbio. Il 95 per cento dei 10mila tifosi interpellati durante un recente sondaggio lo vorrebbe altrove e certo le dichiarazioni di Mister Roy dopo la sconfitta interna con il Wolverhampton di pochi giorni fa – “non ho mai sentito il famoso sostegno dell’Anfield Road nei miei sei mesi di permanenza a Liverpool” – non devono aver migliorato troppo le cose. Nella Merseyside non sono pochi i nostalgici di Rafa Benitez, che pure al termine del suo regno aveva contro circa una metà dei supporter e che in eredità al suo successore ha lasciato qualche brocco di troppo. Staremo a vedere, ma se la nuova proprietà americana dei Reds dovesse licenziare Hodgson, è più probabile che consegni la squadra per un periodo di interim alla vecchia gloria Kenny Dalglish, attualmente “ambasciatore” del Liverpool nel mondo del football nazionale e internazionale. Certo, lo scozzese è un idolo della Kop, tuttavia non va in panchina da più di un decennio. Joe Cole ha rivelato che lo spogliatoio però è “tutto in sostegno del manager in carica”. Considerati i precedenti di poche settimane orsono – il licenziamento di Ray Hughton e Sam Allardyce rispettivamente a Newcastle e Blackburn nonostante il pieno appoggio nei loro confronti da parte dei giocatori – per Hodgson c’è ben poco da stare allegri…
Scritto per il Manifesto del 04/01
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