“Continuiamo a farci del male”. Una delle espressioni più usate – e abusate – del cinema morettiano potrebbe essere ripresa come il nuovo motto ufficiale del Newcastle United F.C. Appena le Magpies sembrano uscite dal tunnel, provano a risollevare la cresta bagnata da troppe bufere, ecco che arriva la “mazzata”, troppo spesso auto inflitta. Come definire altrimenti l’enigmatico licenziamento di Chris Hughton, con la scusa che l’ex giocatore del Tottenham e per molti mesi allenatore ad interim dei bianconeri “non era all’altezza di un campionato difficile come la Premier”? Certo, il povero Chris aveva solo riportato il club nella massima divisione inglese stravincendo la Championship e al momento del licenziamento lo United era undicesimo, roba che due anni fa, quando la compagine bianconera perdeva strisce infinite di partite, i tifosi della Toon Army se la sognavano.
E invece via con la sesta panchina saltata in tre anni per la volontà dell’odiato proprietario Mike Ashley di mettere sotto contratto niente meno che Alan Pardew, cacciato dal Southampton (League One) qualche settimana fa. Proprio nella città da dove partì il Titanic il buon Alan stava provando a rifarsi una carriera dopo i fragorosi fallimenti sia al West Ham che al Charlton. Certo, di esperienza in Premier Pardew ne ha, quel che gli difettano sono i risultati… Nel frattempo il capitano Kevin Nolan e il super-veterano Sol Campbell non l’hanno certo mandata a dire: per loro, e il resto dello spogliatoio, con Hughton si lavorava molto bene e non meritava una sorte del genere. Licenziarlo è stato un provvedimento “senza senso”. E oggi la Toon Army promette contestazioni, sia per Ashley che per Pardew. Diciamo che la cosa non mi sorprende.
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