venerdì 3 dicembre 2010

Inghilterra, un’altra delusione Mondiale

Una volta deciso che il Mondiale del 2018 sarà organizzato dalla Russia e non dall’Inghilterra, si è scatenata la caccia alle ragioni del fallimento del progetto messo in piedi dalla Football Association e dal governo di Sua Maestà. La solita arroganza britannica – vista la presenza a Zurigo per la decisione finale del principe William e del Premier David Cameron – e i media troppo ficcanaso, le motivazioni più gettonate.

Al di là del mea culpa subito recitato da David Beckham – “chiediamo scusa ai tifosi per quanto accaduto”, dal campo inglese si sono invece sprecate le accuse, sia da parte dell’inquilino di Downing Street – “secondo la Fifa noi abbiamo presentato la migliore candidatura sia da un punto di vista tecnico che commerciale, siamo anche appassionati di calcio, ma tutto questo stranamente non è bastato” – che del presidente del comitato organizzatore, Andy Anson, il quale non ci è andato certo leggero. "Non sono sicuro di quello che è successo. È chiaro che ci hanno promesso il loro voto e poi non ci hanno scelti.

Non siamo stati ingenui, sapevamo tutto quello che stava accadendo” si è lamentato, paventando complotti di palazzo che hanno sbarrato la strada alla candidatura inglese sin dal primo turno di votazioni. La real politik e gli interessi geopolitici della Fifa hanno quindi avuto il sopravvento. Le inchieste di BBC e Sunday Times sui comportamenti poco puliti di alcuni membri del governo mondiale del calcio avranno pure inciso, ma, visto che scoperchiavano un vaso di pandora e denotavano un accurato lavoro giornalistico non possono subire alcun tipo di critica – oltre Manica c’è chi le ha definite “antinazionalistiche”, temendo i possibili impatti negativi che poi forse ci sono stati – ma vanno solo elogiate.

La delusione è tanta. Certo è singolare che il Paese che ha dato il football al mondo e che al momento ha degli impianti e un’organizzazione magistrale ha sinora ospitato solo una fase finale della Coppa del Mondo – peraltro nel lontano 1966. I puristi e i tradizionalisti, però, se ne sono subito fatti una ragione, pensando che alcuni stadi – City Ground di Nottingham in primis – non andranno così in pensione e centri con poca tradizione calcistica come Milton Keynes non ospiteranno (un po’ immeritatamente, visto che fino a pochi anni fa non aveva una squadra di calcio e l’ha dovuta “scippare” al Wimbledon) niente meno che qualche gara di un Mondiale.

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