Nella settimana degli adii alla Premier di Alberto Aquilani e Alessandro Diamanti, la giornata di campionato si rivela molto amara per altri due italiani: Roberto Mancini e Carlo Cudicini. Le loro squadre incassano dei brutti e inaspettati rovesci, a parziale smentita della supposta mancanza di equilibrio e di sorprese in un inizio stagione che era stato caratterizzato quasi solo da fragorose goleade.
Il Manchester City rimedia la prima sconfitta stagionale sul campo di un Sunderland imbottito di ex United (l’allenatore Steve Bruce, Phil Bardsley, Kieran Richardson, Frazier Campbell e Danny Welbek). Brutta la partita, soprattutto nel secondo tempo, dei Light Blues, ancora con il solo Carlitos Tevez in avanti. Proprio l’Apache nei primi 45 minuti commette l’errore dell’anno, sbagliando un gol facile facile a porta ormai incustodita. Ora per al Mancio si propongono alcuni interrogativi di fondamentale importanza, tra cui quello se impiegare o meno un secondo attaccante. I dilemmi vanno risolti presto, il distacco dalla vetta è già di cinque punti e, a seguito della sua faraonica campagna acquisti, dal City è più che lecito aspettarsi molto di più.
Il terribile incidente in moto occorsogli 10 mesi fa sembrava averne chiuso anzitempo la carriera, e invece sabato Cudicini è tornato a difendere la porta del Tottenham dal primo minuto, anche a causa dell’infortunio del titolare Aurelho Gomes. Purtroppo per lui è stato protagonista in negativo con una mezza papera sul gol del colombiano Hugo Rodallega del clamoroso stop interno degli Spurs al cospetto del Wigan. Sì, proprio i Latics, quelli che l’anno scorso al White Hart Lane avevano subito un umiliante 1-9 e che nelle prime due partite del 2010-11 avevano incassato la bellezza di 10 gol senza segnarne nemmeno uno…
Red Devils e Blues se la sono vista che i fanalini di coda del campionato e, come previsto, non hanno incontrato particolari difficoltà. L’unica nota stonata per la compagine allenata da Carlo Ancelotti è stato l’infortunio a Frank Lampard – che ha pure sbagliato il suo terzo rigore sugli ultimi trenta tirati – costretto così a saltare anche gli incombenti impegni in nazionale. Nulla di troppo serio, però, e quindi allo Stamford Bridge ci si può godere il quarto gol in Premier sia di Florent Malouda che di Didier Drogba. Contro il solito, deludente West Ham (che bella però la maglia da trasferta, che fa molto bei tempi che furono!) il Manchester United ritrova il gol di Wayne Rooney, a secco da marzo, e si stropiccia gli occhi per l’ennesima bella prestazione di Dimitar Berbatov. Che l’arrivo del Chicharito Hernandez e la crescita di Chico Macheda abbiano fatto bene al bulgaro, “ispirato” dalla maggiore concorrenza in attacco?
Per l’Arsenal ancora sugli scudi Theo Walcott, che ha aperto lo score all’Ewood Park di Blackburn, dove lo scorso anno i Gunners erano usciti con le ossa rotte (finì 2-1 per i padroni di casa). Nel complesso meritato il successo della formazione di Arsene Wenger, che in settimana aveva alimentato una discreta polemica nei confronti dei Rovers e del loro allenatore Sam Allardyce, accusandoli di praticare una sorta di calcio-rugby, mettendo i suoi giocatori in guardia da possibili interventi al di sopra delle righe da parte degli avversari. Per la serie, le schermaglie dialettiche non sono un’esclusiva solo di Josè Mourinho o di qualche allenatore nostrano.
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