Tre 6-0 nella stessa giornata non si erano mai visti in Premier. Frutto di un divario crescente tra le grandi e le piccole? La scontata conseguenza di una vera e propria fossa delle Marianne tra chi ha tanti campioni e chi solo qualche onesto lavoratore del pallone? Che Chelsea e Arsenal siano nettamente più forti delle loro povere vittime dello scorso sabato, Wigan e Blackpool, è evidente agli occhi di tutti. Proprio i Latics ne beccarono addirittura otto nella gara che laureò i Blues campioni d’Inghilterra 2009-10, per cui non deve stupire che questa volta Kirkland e compagni abbiano subito “solo” sei reti. Eppure proprio il Wigan fu capace di battere per 2-1 la compagine allenata da Carlo Ancelotti nella prima parte dello scorso campionato, così come va detto che nell’ultima campagna le grandi hanno perso più partite e punti (anche contro le cosiddette piccole) di quanto capitato negli anni precedenti. Basta pensare che il neopromosso Newcastle dello scatenato centravanti Andy Carroll ha giocato a tennis con una squadra che disputa l’Europa League come l’Aston Villa e aver dato un’occhiata all’ottima prova del Fulham contro il Manchester United nel posticipo domenicale per rendersi conto che forse il discorso dell’eccessivo squilibrio del campionato non è corretto al cento per cento. I Cottagers vengono da un dodicesimo posto nella passata stagione, ma nei due ultimi scontri diretti al Craven Cottage avevano sempre sonoramente battuto i Red Devils. Certo, se non fosse stato per il rigore sciupato da Nani e un calo di concentrazione nei secondi finali, ora lo United sarebbe a pari punti con la capolista Chelsea.
Gli uomini copertina delle due rivali del Nuovo Millennio sono Paul Scholes da una parte e i francesi Malouda & Anelka dall’altra. Al primo non devono aver fatto né caldo né freddo le dichiarazioni di Arsene Wenger, che in settimana lo aveva definito un “ottimo giocatore, ma non proprio corretto”, sui secondi, soprattutto sul plurisqualificato numero 39 dei Blues, non hanno pesato troppo i fastidiosi strascichi del Mondiale.
A proposito di francesi (almeno di nascita), ha faticato non poco ma poi è riuscito a segnare il suo primo gol inglese anche Marouane Chamakh, il centravanti classico (e bravo di testa) che Wenger non aveva praticamente mai avuto nei suoi primi tre lustri a Londra Nord. Ad affossare il povero Blackpool ci ha però pensato un Theo Walcott in forma strepitosa e autore della prima tripletta in maglia biancorossa. L’ultima volta che i Seasiders avevano incontrato l’Arsenal in campionato fu nel marzo del 1971. Si giocava ancora a Highbury e i Gunners di Charlie George e Franck McLintock si imposero per 1-0, finendo per vincere il loro primo, storico, double. Che sia di buon auspicio?
Niente esordio di Super Mario al City of Manchester, dove i Light Blues schiantano il Liverpool del transfuga Javier Mascherano. Se da una parte la fase offensiva dei ragazzi di Roberto Mancini manca ancora di un pizzico di fluidità (ma tre gol non sono pochi…), quella difensiva è già ai limiti della perfezione. Joe Hart si conferma in stato di grazia, mentre il nuovo arrivato James Milner giustifica gli oltre 25 milioni di euro spesi per garantirsi le sue prestazioni con una gara efficacissima. Il Liverpool perde a Eastlands dopo cinque anni e non può far altro che sperare che Fernando Torres ritorni presto in forma. Cinque punti di distacco dalla vetta sono già tantissimi, ma forse è meglio preoccuparsi della corsa al quarto posto.
Ultima menzione per il gol più bello e quello più fortunoso della giornata. Li ha realizzati entrambi Gareth Bale nell’importante vittoria del suo Tottenham sull’ostico campo dello Stoke. Viste le sue prestazioni nel 2010, il gallese è sulla rampa di lancio per diventare una stella di valore mondiale.
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