Lo champagne è in frigo, pronto per essere stappato. Il pullman scoperto per la parata nelle vie di Chelsea è già tirato a lucido, mentre in bacheca è stato fatto posto per il quarto trofeo di campioni d’Inghilterra della storia dei Blues. Domenica rimane solo l’ostacolo Wigan e poi Carlo Ancelotti diverrà il primo allenatore italiano a vincere un titolo della Premier.
Eppure il primo scorcio di partita all’Anfield Road – campo notoriamente ostico per il Chelsea, specialmente in Champions League – sembrava preannunciare qualche brutta sorpresa per il club londinese, apparso fin troppo timoroso e a corto di idee. C’è voluto un gentile omaggio di Steven Gerrard, che non avrebbe “sfigurato” nella gara tra Lazio e Inter, per sbloccare la contesa e rendere la vita facile ai Blues. Intendiamoci, i Reds la partita se la sono giocata, anche dopo la marcatura di Frank Lampard (25 reti stagionali per lui). Va anche detto che una minoranza di tifosi del Liverpool, sicura ormai di doversi accontentare dell’Europa League e di dover abbandonare i sogni di notti magiche in Champions League, non si è stracciata le vesti per l’ennesima sconfitta di una campagna disgraziata. Anzi…Quella di domenica molto probabilmente è stata l’ultima apparizione ad Anfield di Rafa Benitez in qualità di tecnico dei padroni di casa. I tifosi della Juventus farebbero bene ad augurarsi che strafalcioni tattici come quello di schierare Javier Mascherano terzino destro in quel di Torino non si ripetano, altrimenti i tanti milioni che percepirà lo spagnolo finirebbero per essere poco giustificati.
Con il terzo gol in quattro partite di Nani, ma l’ennesima prestazione deludente di Dimitar Berbatov, il Manchester United si mantiene in linea di galleggiamento. Alex Ferguson è ben conscio che serve solo un miracolo per conquistare il quarto campionato di fila, intanto rimane imbattuto in 14 sfide contro il suo ex pupillo Steve Bruce. Non che il Sunderland, altra squadra che non ha lesinato l’impegno, abbia una tradizione così positiva nei confronti dei Red Devils. I Black Cats non battono i rivali del Lancashire dal 1997 (negli ultimi 16 scontri diretti hanno racimolato un tre soli punti).
La lotta per il quarto posto si restringe a due contendenti, ma rischia di allargarsi addirittura alla terza posizione. Merito del Tottenham, che supera a fatica il Bolton grazie a una prodezza balistica di Tom Huddlestone, e del Manchester City, bravo a riacciuffare l’Aston Villa e a estrometterlo dalla rincorsa alla Champions League. Demerito dello spento Arsenal di queste ultime settimane, sconfitto a Blackburn e ora obbligato a battere il Fulham nell’ultimo impegno del 2009-10. I Gunners non vincono da quattro match (tre sconfitte e un pareggio) e tra infortuni e giocatori in evidente calo di forma sono solo la timida ombra del team spettacolare ammirato nei mesi passati. Intanto mercoledì a Eastlands City e Spurs disputeranno un recupero di importanza vitale. I ragazzi di Mancini sono obbligati a vincere, altrimenti si fa durissima.
Per il resto da segnalare l’ufficialità della retrocessione dell’Hull – ma a causa di una pessima differenza reti il salto in Championship era già sicuro dalla scorsa settimana – e il secondo gol in Premier di Stefano Okaka. Ora Hodgson potrebbe prolungare il prestito del giovane attaccante di proprietà della Roma. Sempre che l’anno prossimo non si sia spostato dal Craven Cottage all’Anfield Road.
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