Craig Bellamy, è cosa risaputa, è uno dei giocatori più fumantini del panorama calcistico britannico, oseremmo dire mondiale. Non ci stupisce, quindi, che abbia trovato il modo di alzare le mani su un non proprio irreprensibile tifoso del Manchester United entrato in campo per festeggiare il gol vittoria di Michael Owen nel derby di domenica scorsa. Al di là delle possibili illazioni su chi dei due protagonisti di questa vicenda abbia più o meno colpe, rimane il fatto che il gallese – questa volta graziato dalla Football Association – è di quei giocatori da prendere veramente con le molle, in tutti i sensi. Ben nota è la rissa con l’ex compagno di squadra ai tempi del Liverpool, John Arne Riise, alla vigilia di un match di Champions League a Barcellona. Bellamy, piuttosto brillo, finì per inseguire l’attuale difensore della Roma con una mazza da golf. Poi al Nou Camp segnò un gol fondamentale per le sorti dei Reds, festeggiando con uno swing immaginario che non avrebbe sfigurato al cospetto di Tiger Woods.
Tornando agli accadimenti dell’Old Trafford, va rimarcato che nella lunga storia del football inglese ci sono stati altri episodi di “forte tensione” tra giocatori e fan. Il più celebre risale al gennaio 1995. Eric Cantona è stato appena espulso dall’arbitro di Crystal Palace-Manchester United. Mentre si avvia verso gli spogliatoi, dagli spalti tale Matthew Simmons – che a dirla tutta è un sostenitore del Fulham – riserva parole poco gentili nei confronti della madre e dei compatrioti di The King. Cantona vede rosso e si esibisce nel famosissimo “kung fu kick”, trasmesso migliaia di volte in televisione e immortalato anche su un disco di un gruppo abbastanza di successo all’epoca (The Ash). Quel gesto di follia molto probabilmente costò ai Red Devils la vittoria in campionato, al francese ben nove mesi di squalifica e 120 ore di servizi sociali, che sostituirono la prima sentenza di due settimane di prigione. L’ex numero sette dello United lo scorso anno in un’intervista rilasciata al Daily Mirror ha affermato che l’unico suo rimpianto in tutta quella storia è di “non aver colpito Simmons più forte”. Ai tempi dell’incidente fu però molto più diplomatico e in certo qual modo “poetico”. Riferendosi a come da quel fatidico giorno in poi la stampa avrebbe costantemente posto sotto una lente d’ingrandimento le sue azioni, pronunciò una delle frasi culto della storia del calcio d’oltre Manica: “quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine”.
Cantona ha avuto un illustre predecessore in uno dei giocatori che hanno fatto la storia dell’Aston Villa: Tom Waring, detto Pongo per la rassomiglianza con un cartone animato dell’epoca. Si narra che negli anni Trenta il centravanti dei Villans corse a raccogliere un pallone uscito dal campo e udì un commento non esattamente oxfordiano nei suoi confronti. Waring pensò bene di salire in tribuna e dare più di una tirata d’orecchie all’irriguardoso supporter. Un gesto molto apprezzato dalla tifoseria dell’Aston Villa, che infatti applaudì con convinzione uno dei suoi grandi idoli.
Per finire questa rapida panoramica sul genere, come non citare un altro personaggio tra i più amati e discussi del beautiful game: Brian Clough. A fine gara di un Nottingham-QPR di Coppa di Lega, vinto dal Forest per 5-2, centinaia di tifosi invasero il campo da gioco per festeggiare i loro beniamini. Clough la prese molto male. Tra un calcio di qua, un destro sulla mascella di là, furono almeno in quattro a passarsela brutta (anche se poi il tecnico fu squalificato per un bel po’ di settimane). Guai a far arrabbiare il vecchio Cloughie e i suoi simili…
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