lunedì 19 settembre 2011

ll Punto sulla Premier – Lo United domina, al City non basta Aguero

I Red Devils vincono il quarto scontro diretto consecutivo contro il Chelsea, che però non ha demeritato. Il Fulham fa lo sgambetto al team allenato da Mancini. Dopo cinque giornate appare ormai evidente che l'Arsenal non ha alcuna possibilità di competere per la vittoria finale. Anche il Liverpool è in difficoltà e dovrà sudare per mettere le mani sul quarto posto. Sorprendono le matricole.

COS'E' SUCCESSO – Terzo match casalingo contro una big londinese e terza vittoria per l'inarrestabile Manchester United di questo primo scorcio di stagione. Il Chelsea gioca meglio rispetto al recente passato, ma deve fare i conti con il rendimento altalenante del Nino Torres e un Frankie Lampard ormai sul viale del tramonto. Tuttavia secondo noi i Blues possono ancora dire la loro nella corsa al titolo. Rallenta il Manchester City, vittima di un calo di tensione fatale nel secondo tempo del Craven Cottage. Risorgono gli Spurs, ai danni di un Liverpool che ne combina di tutti i colori, soprattutto sul piano disciplinare. La difesa è da cabaret e l'Arsenal alza bandiera bianca sul campo del disastrato Blackburn, che quasi non crede a tanta grazia da parte dei Gunners. La lunga trasferta di Kyev ha fiaccato lo Stoke, strapazzato allo Stadium of Light da un Sunderland che così incamera la prima vittoria stagionale. Sale in quarta posizione il Newcastle, reduce da un ottimo pareggio al Villa Park. Gli attacchi di QPR e Swansea, fin qui a dir poco asfittici, si sbloccano alla grande, come si sono accorti i Wolves e il West Bromwich Albion, entrambi team autori di una prestazione a dir poco imbarazzante.

IL TOP – Sergio Aguero ci ha messo pochissimo ad ambientarsi nella Premier. La cosa non era così scontata, a dispetto dei suoi notevoli mezzi tecnici. Otto goal nelle prime cinque uscite stagionali in campionato rappresentano un biglietto da visita fantastico e certificano come all'Apache Tevez nei Citizens attuali spetti ormai solo un ruolo di comprimario.

IL FLOP – Tre dei quattro gol subito al White Hart Lane il Liverpool li ha presi quando era già sotto di due uomini, ma questa non può essere una giustificazione per un rovescio di tali dimensioni. Primo perché Charlie Adam e Martin Skrtel si sono abbondantemente meritati l'espulsione, secondo perché i Reds anche in 11 sono apparsi poco brillanti e timorosi al cospetto di un avversario diretto per un posto nella prossima Champions League. Piuttosto che prendersela con gli arbitri, Kenny Dalglish deve lavorare ancora parecchio per riportare la sua squadra in orbita europea.

LA SORPRESA – Non solo ha imposto il pareggio alla corazzata City, ma il Fulham lo ha fatto in grande stile, rimontando ben due gol di svantaggio. E se per i Light blues può aver senso parlare di un pizzico di stanchezza dopo l'incontro con il Napoli, non va dimenticato che anche i Cottagers erano impegnati nelle coppe europee, e per giunta di giovedì. La loro classifica è ancora deficitaria, ma i margini per migliorarla ci sono, eccome.

TOH CHI SI RIVEDE – Può un ex idolo della North Bank diventare un beniamino dei tifosi del Tottenham? Se Emmanuel Adebayor continua a segnare con tale costanza (tre reti negli ultimi due match) non ci sono dubbi, la risposta è sì. Harry Redknapp sembra aver finalmente trovato il centravanti che fa al caso suo, mentre il club può prendersi la rivincita per il celebre “tradimento” di Sol Campbell, che nel 2001 passò dagli Spurs ai Gunners tra un mare di polemiche.

LA CHICCA – Era dal febbraio del 2007 che le neo-promosse non vincevano tutte e tre nella stessa giornata. Norwich, QPR e Swansea sono la riprova dell'ottima qualità espressa dalla serie cadetta, la Championship, tanto che non ci meraviglieremmo qualora dovessero evitare la retrocessione a scapito di compagini sulla carta più attrezzate per rimanere in Premier. Per il momento nessuna delle tre occupa le ultimissime posizioni della classifica.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Scott Sinclair ha trascorso ben cinque stagioni al Chelsea, sebbene tra prestiti e scelte tecniche varie alla fine abbia collezionato solo cinque presenze. Adesso sembra aver trovato la sua dimensione a Swansea, dove ha guidato gli Swans alla promozione in Premier League. Non sarà forte come Drogba o Anelka, ma può essere una minaccia anche per la difese dei club del massimo campionato inglese.

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