venerdì 27 febbraio 2009
Doppia beffa
Povero Paddy Kenny. Il portiere dello Sheffield United, ieri impegnato nel replay di quinto turno di FA Cup a Hull, al venticinquesimo del primo tempo ha subito un gol quanto meno singolare. A dirla tutta, la palla dopo aver incocciato la parte bassa della traversa non ha nemmeno attraversato la linea bianca, e poi la perfetta incornata che ha lasciato di stucco l’estremo difensore della Blades era pure opera del suo compagno di squadra Kyle Naughton. Roba da far invidia a bomber del calibro di Alan Shearer e Gary Lineker…
giovedì 26 febbraio 2009
Anche il Darlington perde punti
In League Two dopo Luton Town, Bournemouth e Rotherham United, anche il Darlington si è visto dedurre 10 punti in classifica. Il club del Nord dell’Inghilterra è infatti entrato in amministrazione controllata. In questi casi la penalizzazione si applica in automatico. La dirigenza fa dipendere la crisi economica che sta affliggendo i Quakers alla scarsa affluenza di pubblico, in buona parte da imputare a sua volta alla recessione che ha colpito il Paese. Nel match perso per 2-1 con il Rochdale lo scorso martedì, si sono presentati alla Darlington Arena solo poco più di 2.800 tifosi. Una miseria, specialmente in rapporto ai 25mila posti dell’impianto inaugurato nel 2003 – sebbene la capienza sia stata ridotta a sole 10mila unità dalle autorità locali per motivi di ordine pubblico. Al di là degli elementi contingenti, una domanda sorge spontanea: ma che se ne fa un club come il Darlington (da decenni “affezionato” alla quarta serie) di uno stadio così grande? Forse sarebbe stato meglio rimanere al glorioso Feethams, andato in pensione nel 2003 e demolito nel 2006 dopo ben 120 anni di onorato servizio (per un pieno di nostalgia: http://www.oldgrounds.co.uk/feethams_darlington.htm).
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martedì 24 febbraio 2009
Il City regala mezzo titolo allo United
Cose che capitano nel calcio. La metà azzurro chiara di Manchester ferma il Liverpool ad Anfield e assicura una fetta consistente di Premier agli odiati cugini dello United. Al di là degli ovvi propositi di Rafa Benitez di espugnare l’Old Trafford il prossimo 14 marzo, la sensazione è che sette punti di vantaggio da recuperare siano veramente troppi, specialmente se i Reds non migliorano la forma casalinga – domenica è arrivato il sesto pareggio su 13 partite.
Senza Gerrard e Xabi Alonso il Liverpool è troppo prevedibile e il Nino Torres si ritrova a disposizione pochi palloni giocabili. Basta un City finalmente attento in difesa e ordinato a centrocampo per mettere in difficoltà la compagine della Merseyside, che fino al pari dei Kuyt non è in grado di rispondere in maniera adeguata al gol dell’ex Bellamy. Buon per i Reds che Robinho si fa notare ben poco, cadendo presto in un irritante torpore.
Contro un Blackburn sceso all’Old Trafford con il piglio della grande impresa, il Manchester United prima domina, ma una volta passato in vantaggio con un gol del rientrante Rooney si vede raggiunto da una perla di Santa Cruz, quindi soffre da matti, per poi finire in gloria grazie a una prodezza balistica di Ronaldo. Trafitti per la prima volta in campionato dal lontano 8 novembre – ma sabato in porta c’era Kusczcak non Van Der Sar – i Red Devils rimediano la decima vittoria consecutiva, che sa tanto di cera lacca sulla terza Premier di fila.
Dal Villa Park arrivano delle brutte notizie per Claudio Ranieri e la sua Juve: la cura Hiddink ha già prodotto i suoi primi effetti. Il Chelsea batte l’Aston Villa e lo scalza dal terzo posto in classifica fornendo anche un’ottima prestazione in tutti i reparti. Il Re Mida olandese schiera contemporaneamente Drogba e Anelka. Il francese trova il quindicesimo gol stagionale in Premier sfruttando al meglio un assist da favola di un ritrovato Lampard. Mentre i padroni di casa danno l’addio a ogni remota speranza di titolo, il Chelsea può iniziare l’infinita litania dei rimpianti, che potrebbe però dissolversi in caso di una lunga corsa in Champions League.
A proposito della massima competizione europea, Spalletti & co. devono aver compreso che l’Arsenal che affronteranno nelle prossime ore sarà il più debole da anni a questa parte. Tra infortuni (tanti) e problemi tecnici, il team di Wenger continua a impressionare ben poco. Nello 0-0 interno contro il Sunderland (molto catenacciaro soprattutto nella ripresa) uno dei migliori è stato il russo Andrei Arshavin, finalmente al suo esordio con la maglia biancorossa. Ma l’ex Zenit San Pietroburgo in Europa non è eleggibile…
Il resto della classifica non propone particolari scossoni. Molti i pareggi, tra cui lo 0-0 del St James’ Park tra Newcastle e Everton. Un nulla di fatto che accontenta sia i Magpies, a più cinque dalla zona calda, che i Toffees, che consolidano il sesto posto. David Moyes però recrimina per l’ennesimo grave infortunio capitato a uno dei suoi giocatori. Lo spagnolo Arteta, infatti, dovrà stare ai box per il resto della stagione. Reti bianche anche tra Middlesbrough e Wigan, con i padroni di casa sempre più nei guai e ancorati alla penultima posizione. Va ancora peggio al West Bromwich Albion, sconfitto a Londra dal Fulham dopo una pessima prestazione, “degna” di una squadra ultima in classifica quale sono i Baggies.
Giornata negativa per il West Ham, cui non basta un secondo tempo scintillante per recuperare le due reti subite all’inizio dalla bestia nera Bolton. Rocambolesco pari tra Stoke e Portsmouth (con i padroni di casa agevolati da un paio di sviste arbitrali) e boccata di ossigeno per il Tottenham, che si aggiudica il Monday Night nei minuti finali nonostante un gol regalato ai Tigers a causa di una papera di Cudicini.
Scritto per Goal.com
Senza Gerrard e Xabi Alonso il Liverpool è troppo prevedibile e il Nino Torres si ritrova a disposizione pochi palloni giocabili. Basta un City finalmente attento in difesa e ordinato a centrocampo per mettere in difficoltà la compagine della Merseyside, che fino al pari dei Kuyt non è in grado di rispondere in maniera adeguata al gol dell’ex Bellamy. Buon per i Reds che Robinho si fa notare ben poco, cadendo presto in un irritante torpore.
Contro un Blackburn sceso all’Old Trafford con il piglio della grande impresa, il Manchester United prima domina, ma una volta passato in vantaggio con un gol del rientrante Rooney si vede raggiunto da una perla di Santa Cruz, quindi soffre da matti, per poi finire in gloria grazie a una prodezza balistica di Ronaldo. Trafitti per la prima volta in campionato dal lontano 8 novembre – ma sabato in porta c’era Kusczcak non Van Der Sar – i Red Devils rimediano la decima vittoria consecutiva, che sa tanto di cera lacca sulla terza Premier di fila.
Dal Villa Park arrivano delle brutte notizie per Claudio Ranieri e la sua Juve: la cura Hiddink ha già prodotto i suoi primi effetti. Il Chelsea batte l’Aston Villa e lo scalza dal terzo posto in classifica fornendo anche un’ottima prestazione in tutti i reparti. Il Re Mida olandese schiera contemporaneamente Drogba e Anelka. Il francese trova il quindicesimo gol stagionale in Premier sfruttando al meglio un assist da favola di un ritrovato Lampard. Mentre i padroni di casa danno l’addio a ogni remota speranza di titolo, il Chelsea può iniziare l’infinita litania dei rimpianti, che potrebbe però dissolversi in caso di una lunga corsa in Champions League.
A proposito della massima competizione europea, Spalletti & co. devono aver compreso che l’Arsenal che affronteranno nelle prossime ore sarà il più debole da anni a questa parte. Tra infortuni (tanti) e problemi tecnici, il team di Wenger continua a impressionare ben poco. Nello 0-0 interno contro il Sunderland (molto catenacciaro soprattutto nella ripresa) uno dei migliori è stato il russo Andrei Arshavin, finalmente al suo esordio con la maglia biancorossa. Ma l’ex Zenit San Pietroburgo in Europa non è eleggibile…
Il resto della classifica non propone particolari scossoni. Molti i pareggi, tra cui lo 0-0 del St James’ Park tra Newcastle e Everton. Un nulla di fatto che accontenta sia i Magpies, a più cinque dalla zona calda, che i Toffees, che consolidano il sesto posto. David Moyes però recrimina per l’ennesimo grave infortunio capitato a uno dei suoi giocatori. Lo spagnolo Arteta, infatti, dovrà stare ai box per il resto della stagione. Reti bianche anche tra Middlesbrough e Wigan, con i padroni di casa sempre più nei guai e ancorati alla penultima posizione. Va ancora peggio al West Bromwich Albion, sconfitto a Londra dal Fulham dopo una pessima prestazione, “degna” di una squadra ultima in classifica quale sono i Baggies.
Giornata negativa per il West Ham, cui non basta un secondo tempo scintillante per recuperare le due reti subite all’inizio dalla bestia nera Bolton. Rocambolesco pari tra Stoke e Portsmouth (con i padroni di casa agevolati da un paio di sviste arbitrali) e boccata di ossigeno per il Tottenham, che si aggiudica il Monday Night nei minuti finali nonostante un gol regalato ai Tigers a causa di una papera di Cudicini.
Scritto per Goal.com
lunedì 23 febbraio 2009
Dubbio
Siamo sicuri che con Robinho in squadra il destino di Felipao Scolari sarebbe stato ben altro? Quello visto ieri - ma non solo - mi e' sembrato un giocatore addirittura inutile. Ammetto che a volte parto un po' prevenuto nei confronti di alcune stelle - o presunte tali - nate in quel di Rio de Janeiro o Sao Paulo, però se non erro pure al Real Madrid il nostro non brillava per continuità e determinazione. Della serie, meglio prendere Guus Hiddink che rimpiangere Robinho...
sabato 21 febbraio 2009
I Villans dei miracoli
Forse per l’Aston Villa il sogno di diventare campione d’Inghilterra sarà destinato a rimanere tale, ma ci sono comunque ottime possibilità che il team di Birmingham possa scardinare la ferrea presa che le cosiddette Big Four del calcio inglese (Manchester United, Liverpool, Chelsea e Arsenal) hanno da tempo sulle prime quattro posizioni della classifica della Premier. Al momento i Villans sono terzi, a soli cinque punti dai campioni d’Europa dello United e con un discreto vantaggio sulle dirette inseguitrici (più due sul Chelsea e addirittura più sette sull’Arsenal).
Di solito in questi casi si tende a parlare di miracolo e a dare buona parte dei meriti all’allenatore. Il Villa non fa eccezione. Sulla sua panchina siede un tecnico esperto e capace come Martin O’Neill, in gioventù centrocampista dal carattere un po’ bizzoso in quel di Nottingham. Era il Forest dei miracoli, che sotto la guida del leggendario Brian Clough stupì l’Europa vincendo due Coppe dei Campioni consecutive nel 1979 e 1980. Da grande O’Neill, nordirlandese di fede cattolica e anche ex buon giocatore di calcio gaelico, ha provato a ripercorrere le orme del suo mentore al City Ground, senza deludere. Il nostro ha lasciato ottimi ricordi sia a Leicester che a Glasgow – ovviamente sponda Celtic. Al Parkhead era letteralmente venerato, non foss’altro perché ai tre campionati vinti in grande stile aggiunse anche la splendida cavalcata nella Coppa Uefa edizione 2002-03, culminata in una Siviglia invasa dai colori biancoverdi con la finale persa ai supplementari contro il Porto di José Mourinho.
L’avvento di O’Neill è coinciso con un altro importante arrivo nelle West Midlands: quello del milionario americano Randy Lerner. Lerner è forse il presidente straniero più amato di tutto il football d’Oltre Manica. Arrivato in punta dei piedi, non si è buttato a capofitto su nomi a sensazione, ma ha preferito impostare la sua gestione sull’oculatezza e i progressi a lungo termine, assecondando sempre il volere del tecnico, che ha preferito dare un’impronta molto britannica alla sua squadra. Non a caso nella formazione dell’Aston Villa si contano solo tre titolari stranieri – il portiere veterano Brad Friedel, l’ex Celtic Stilian Petrov e il centrale difensivo danese Martin Laursen, già visto in Italia con le maglie di Verona e Milan. Gli altri membri del team sono per buona parte giovani inglesi di grande qualità come gli attaccanti Ashley Young e Gabriel Agbonlahor, il difensore Curtis Davies e l’esterno James Milner, tutti nel giro della nazionale maggiore. Completano il mosaico dei punti cardine della compagine claret & blue gli esperti Gareth Barry e Emile Heskey. Un mix vincente, capace di giocare un calcio divertente ma anche efficace, di sana impronta britannica però attendista quanto basta da garantire una messe di successi lontano dal Villa Park – finora ben dieci, con una striscia aperta di sette, record del club.
In realtà Lerner, in patria proprietario della franchigia di football americano dei Cleveland Browns, è tanto amato dai supporter del Villa anche per un’altra ragione: li ha liberati dalla dittatura dell’ex padre-padrone Doug Ellis. Uno che ha retto le sorti societarie per una vita, prima dal 1968 fino al 1979 e poi dal 1983 al 2006, “intitolandosi” pure una delle tribune dello stadio (sebbene lui sostenga che furono gli altri membri del board a cambiare nome alla Witton Stand per “fargli un regalo di compleanno”). Curioso, o forse no, come le due grandi imprese dell’Aston Villa a inizio anni Ottanta arrivarono quando Ellis non faceva momentaneamente parte del club. Stiamo ovviamente parlando del campionato vinto nel 1981 e della Coppa dei Campioni – allora si chiamava ancora così – messa in bacheca il 26 maggio 1982. Ovvero quando a Rotterdam contro il Bayern Monaco la riserva Nigel Spink parò tutto a Rummenigge e compagni e un gol del “bisonte” Peter Withe (arrivato dopo una delle poche sortite offensive prodotte in tutta la partita dalla compagine inglese) regalò il loro momento di massimo fulgore ai vari Tony Morley, Gary Shaw e Gordon Cowans. Dopo quella splendida parentesi, ci sono state da registrare quasi esclusivamente cocenti delusioni, compresa una retrocessione in Second Division nel 1987. Prima che, nel 2006, Ellis si decidesse a cedere il club, al Villa Park le contestazioni si sprecavano. “We Want Ellis out” (Ellis vattene) era divenuto il coro più gettonato dai supporter, che non perdonavano all’anziano presidente una conduzione approssimativa della società e una tendenza inveterata a non voler spendere troppe sterline sul mercato. Insomma, di non essere in grado di onorare il blasone di uno dei club più antichi e gloriosi d’Inghilterra, che a cavallo tra la fine del Diciannovesimo secolo e l’inizio del Ventesimo seppe vincere sei campionati e altrettante coppe d’Inghilterra. All’epoca l’Aston Villa era una vera potenza, il primo squadrone degli albori del professionismo nel football. Non solo influenzò lo stile di gioco, fu anche imitato per la bellezza della mitica maglia claret & blue (celeste e vinaccia), successivamente adottata da altre celebri compagini come il West Ham o il Crystal Palace.
Per la verità dopo i fasti di inizio Novecento ed episodici revival negli anni Cinquanta e Ottana, i Villans hanno spesso attraversato periodi di vacche magrissime, il cui nadir è coinciso con l’eclatante capitombolo in terza serie nel 1969. L’attaccamento dei tifosi, di estrazione più borghese rispetto ai cugini working class del Birmingham City, tuttavia è sempre rimasto immutato. Anche in Third Division l’affluenza al Villa Park era intorno alle 40mila presenze. Qualche anno fa lo storico impianto ha subito un profondo maquillage. La vecchia, immensa curva, la Holte End, è stata completamente ricostruita. Stessa sorte è toccata alla Trinity Road Stand, la tribuna che fino al 2000, data della sua “sostituzione”, era ritenuta forse la più bella d’Inghilterra. Disegnata dal celebre architetto di stadi Archibald Leitch e inaugurata da Re Giorgio VI nel 1924, la decisione di buttare giù la sua elegante facciata di mattoncini rossi e le gloriose gradinate è un altro dei misfatti che i supporter non perdonano al povero Ellis.
Pubblicato ieri dal Manifesto
Di solito in questi casi si tende a parlare di miracolo e a dare buona parte dei meriti all’allenatore. Il Villa non fa eccezione. Sulla sua panchina siede un tecnico esperto e capace come Martin O’Neill, in gioventù centrocampista dal carattere un po’ bizzoso in quel di Nottingham. Era il Forest dei miracoli, che sotto la guida del leggendario Brian Clough stupì l’Europa vincendo due Coppe dei Campioni consecutive nel 1979 e 1980. Da grande O’Neill, nordirlandese di fede cattolica e anche ex buon giocatore di calcio gaelico, ha provato a ripercorrere le orme del suo mentore al City Ground, senza deludere. Il nostro ha lasciato ottimi ricordi sia a Leicester che a Glasgow – ovviamente sponda Celtic. Al Parkhead era letteralmente venerato, non foss’altro perché ai tre campionati vinti in grande stile aggiunse anche la splendida cavalcata nella Coppa Uefa edizione 2002-03, culminata in una Siviglia invasa dai colori biancoverdi con la finale persa ai supplementari contro il Porto di José Mourinho.
L’avvento di O’Neill è coinciso con un altro importante arrivo nelle West Midlands: quello del milionario americano Randy Lerner. Lerner è forse il presidente straniero più amato di tutto il football d’Oltre Manica. Arrivato in punta dei piedi, non si è buttato a capofitto su nomi a sensazione, ma ha preferito impostare la sua gestione sull’oculatezza e i progressi a lungo termine, assecondando sempre il volere del tecnico, che ha preferito dare un’impronta molto britannica alla sua squadra. Non a caso nella formazione dell’Aston Villa si contano solo tre titolari stranieri – il portiere veterano Brad Friedel, l’ex Celtic Stilian Petrov e il centrale difensivo danese Martin Laursen, già visto in Italia con le maglie di Verona e Milan. Gli altri membri del team sono per buona parte giovani inglesi di grande qualità come gli attaccanti Ashley Young e Gabriel Agbonlahor, il difensore Curtis Davies e l’esterno James Milner, tutti nel giro della nazionale maggiore. Completano il mosaico dei punti cardine della compagine claret & blue gli esperti Gareth Barry e Emile Heskey. Un mix vincente, capace di giocare un calcio divertente ma anche efficace, di sana impronta britannica però attendista quanto basta da garantire una messe di successi lontano dal Villa Park – finora ben dieci, con una striscia aperta di sette, record del club.
In realtà Lerner, in patria proprietario della franchigia di football americano dei Cleveland Browns, è tanto amato dai supporter del Villa anche per un’altra ragione: li ha liberati dalla dittatura dell’ex padre-padrone Doug Ellis. Uno che ha retto le sorti societarie per una vita, prima dal 1968 fino al 1979 e poi dal 1983 al 2006, “intitolandosi” pure una delle tribune dello stadio (sebbene lui sostenga che furono gli altri membri del board a cambiare nome alla Witton Stand per “fargli un regalo di compleanno”). Curioso, o forse no, come le due grandi imprese dell’Aston Villa a inizio anni Ottanta arrivarono quando Ellis non faceva momentaneamente parte del club. Stiamo ovviamente parlando del campionato vinto nel 1981 e della Coppa dei Campioni – allora si chiamava ancora così – messa in bacheca il 26 maggio 1982. Ovvero quando a Rotterdam contro il Bayern Monaco la riserva Nigel Spink parò tutto a Rummenigge e compagni e un gol del “bisonte” Peter Withe (arrivato dopo una delle poche sortite offensive prodotte in tutta la partita dalla compagine inglese) regalò il loro momento di massimo fulgore ai vari Tony Morley, Gary Shaw e Gordon Cowans. Dopo quella splendida parentesi, ci sono state da registrare quasi esclusivamente cocenti delusioni, compresa una retrocessione in Second Division nel 1987. Prima che, nel 2006, Ellis si decidesse a cedere il club, al Villa Park le contestazioni si sprecavano. “We Want Ellis out” (Ellis vattene) era divenuto il coro più gettonato dai supporter, che non perdonavano all’anziano presidente una conduzione approssimativa della società e una tendenza inveterata a non voler spendere troppe sterline sul mercato. Insomma, di non essere in grado di onorare il blasone di uno dei club più antichi e gloriosi d’Inghilterra, che a cavallo tra la fine del Diciannovesimo secolo e l’inizio del Ventesimo seppe vincere sei campionati e altrettante coppe d’Inghilterra. All’epoca l’Aston Villa era una vera potenza, il primo squadrone degli albori del professionismo nel football. Non solo influenzò lo stile di gioco, fu anche imitato per la bellezza della mitica maglia claret & blue (celeste e vinaccia), successivamente adottata da altre celebri compagini come il West Ham o il Crystal Palace.
Per la verità dopo i fasti di inizio Novecento ed episodici revival negli anni Cinquanta e Ottana, i Villans hanno spesso attraversato periodi di vacche magrissime, il cui nadir è coinciso con l’eclatante capitombolo in terza serie nel 1969. L’attaccamento dei tifosi, di estrazione più borghese rispetto ai cugini working class del Birmingham City, tuttavia è sempre rimasto immutato. Anche in Third Division l’affluenza al Villa Park era intorno alle 40mila presenze. Qualche anno fa lo storico impianto ha subito un profondo maquillage. La vecchia, immensa curva, la Holte End, è stata completamente ricostruita. Stessa sorte è toccata alla Trinity Road Stand, la tribuna che fino al 2000, data della sua “sostituzione”, era ritenuta forse la più bella d’Inghilterra. Disegnata dal celebre architetto di stadi Archibald Leitch e inaugurata da Re Giorgio VI nel 1924, la decisione di buttare giù la sua elegante facciata di mattoncini rossi e le gloriose gradinate è un altro dei misfatti che i supporter non perdonano al povero Ellis.
Pubblicato ieri dal Manifesto
giovedì 19 febbraio 2009
Sir Alex dixit
Alex Ferguson si gode il suo Manchester United schiacciasassi e inquadra cosi' la lotta per la Premier League: ''Credo che la decisione del Chelsea di cambiare allenatore abbia giocato a nostro favore, la corsa per il titolo ormai e' ristretta a noi e il Liverpool. Sono rimasto scioccato che il Chelsea abbia voluto licenziare cosi' presto un manager di tale esperienza e provato successo come Scolari. La loro fretta e' un riflesso del triste modo di pensare il calcio oggigiorno. Una mentalita' condivisa da tutti, dai presidenti fino all'ultimo tifoso, che pretendono un successo immediato e non hanno assolutamente pazienza. L'evidenza ha dimostrato come si vinca solo con la stabilita' e i piani a lunga scadenza. Purtroppo ancora troppo spesso quando ci sono problemi in un club, il buon senso viene dimenticato e si crede che una persona possa risolvere tutto all'istante''.
Da Gazzetta.it
Da Gazzetta.it
venerdì 13 febbraio 2009
Domenica c'e' l'Old Firm
Rangers vs Celtic sarà, manco a dirlo, una tappa decisiva per l'assegnazione del titolo di campione di Scozia 2008-09. Domenica in un pub al centro di Roma si terrà anche il 2° Meeting del club di tifosi "The Italian Celts CSC - est 2007". Per info http://memocelts.wordpress.com/. Purtroppo per problemi familiari non potrò fare una capatina. Peccato, mi sarebbe piaciuto sorseggiare una bella pinta di black stuff (aka Guinness) e godermi lo spettacolo di qualche decina di tifosi dei Celtic alle prese con le emozioni "da Old Firm in diretta tv". Uno spettacolo che ho già vissuto in passato, sempre in qualche pub romano, e che devo dire è veramente da non perdere. Sarà, spero, per la prossima volta.
lunedì 9 febbraio 2009
L’Aston Villa il terzo incomodo nella lotta al titolo?
Archiviato il mercato, la Premier si appresta a vivere i momenti decisivi di una stagione sempre più contraddistinta regalando dalla piacevole sorpresa dell’Aston Villa, ora terza a più sette sulla quinta (l’Arsenal), che non solo sta in parte scardinando la cassaforte dove fino a poco tempo fa si “celavano” le Big Four, ma sta anche facendo un pensierino a qualcosa di più grande…
Sotto gli occhi di Josè Mourinho il Manchester United viola il Boleyn Ground del West Ham, dove aveva perso le ultime due sfide di campionato. Ma che fatica e soprattutto che bella prestazione degli Irons, che devono senza dubbio ringraziare Gianfranco Zola per i netti miglioramenti fatti registrare nell’ultimo periodo. Lo United si impone grazie a una fantastica prodezza di Giggs, trascinatore della squadra al posto di un opaco Cristiano Ronaldo. Edwin Van Der Sar porta a 1.212 minuti il suo record di imbattibilità, scavalcando anche il precedente limite britannico, fino a domenica appartenuto all’ex estremo difensore dei Rangers Chris Woods.
Splendido match quello del Fratton Park, dove Benitez un po’ per scelta tecnica e molto per “ragioni d’infermeria” all’inizio manda in campo una formazione largamente rimaneggiata. Se la prima frazione è assolutamente godibile, è la seconda – dove fa la sua comparsa anche il fenomeno Torres – che regala emozioni a pioggia. I Reds si confermano team dai finali brucianti, ribaltando l’1-2 patito fino all’84°. Quasi superfluo aggiungere che il gol del 3-2 definitivo lo ha messo a segno El Nino. Il Portsmouth è ormai in caduta libera, un punto sopra la zona retrocessione. Il licenziamento di Tony Adams riuscirà a dare la scossa a un ambiente a dir poco depresso?
Allo Stamford Bridge tira una brutta aria. Alcuni tifosi sognano un ritorno delle vecchie glorie Di Matteo e Zola al posto dell’ormai sfiduciato (anche dalla dirigenza?) Scolari e i Blues non fanno nulla per farli ricredere. Il pareggio a reti bianche con un Hull in condizioni precarie di forma è la conferma del momento di crisi attraversato dal Chelsea. E nei minuti finali i Tigers hanno pure rischiato il clamoroso successo… Discreto l’esordio di Quaresima.
James Milner festeggia la meritata convocazione in nazionale regalando all’Aston Villa la settima vittoria consecutive in trasferta, nuovo record per il club di Birmingham, che così sale a più due sul Chelsea e rimane a meno cinque dal Manchester United. L’ex esterno di Leeds e Newcastle non solo apre lo score, ma è il migliore in campo contro il Blackburn all’Ewood Park (prima sconfitta della gestione Allardyce). I Villans meritano i tre punti e alla ripresa del campionato dopo la parentesi di FA Cup sono attesi dal big match interno contro il Chelsea.
Sono dieci anni che il Tottenham non trionfa in un derby di campionato contro l’Arsenal. Nonostante una discreta prestazione, nemmeno domenica gli uomini di Harry Redknapp hanno saputo avere la meglio dei Gunners. Questa volta i biancorossi erano falcidiati dagli infortuni, non esattamente reduci da un periodo di forma brillante e in corso d’opera hanno pure perso Adebayor (fuori anche per l’andata di Champions con la Roma) e Eboué (sciocca espulsione sul finire del primo tempo). Per la serie se gli Spurs del figliol prodigo Keane non ci sono riusciti questa volta, quando mai gli ricapiterà?
Consolida il sesto posto l’Everton, facile vincitore per 3-0 sul Bolton. Fa tutto il nuovo arrivato Jo; prima procura il rigore realizzato da Arteta e poi mette a segno una doppietta. L’ex squadra del brasiliano, il Manchester City, prosegue la sua stagione di alti a bassi. Questa volta supera in casa il Middlesbrough – penultimo e ormai giunto alla tredicesima partita senza vittorie – beneficiando della grande prova tra i pali di Shay Given.
In coda male lo Stoke, sconfitto 2-0 a Sunderland e il West Bromwich Albion, che capitola in casa di fronte al Newcastle. I Magpies, privi del loro allenatore Joe Kinnear, ricoverato d’urgenza in ospedale per accertamenti, sfruttano al meglio le tante amnesie difensive dei Baggies, ancora ultimi ma a soli due punti dal miraggio salvezza.
Il prossimo fine settimana la Premier si ferma, va di scena il quinto turno di FA Cup.
Articolo scritto per Goal.com
Sotto gli occhi di Josè Mourinho il Manchester United viola il Boleyn Ground del West Ham, dove aveva perso le ultime due sfide di campionato. Ma che fatica e soprattutto che bella prestazione degli Irons, che devono senza dubbio ringraziare Gianfranco Zola per i netti miglioramenti fatti registrare nell’ultimo periodo. Lo United si impone grazie a una fantastica prodezza di Giggs, trascinatore della squadra al posto di un opaco Cristiano Ronaldo. Edwin Van Der Sar porta a 1.212 minuti il suo record di imbattibilità, scavalcando anche il precedente limite britannico, fino a domenica appartenuto all’ex estremo difensore dei Rangers Chris Woods.
Splendido match quello del Fratton Park, dove Benitez un po’ per scelta tecnica e molto per “ragioni d’infermeria” all’inizio manda in campo una formazione largamente rimaneggiata. Se la prima frazione è assolutamente godibile, è la seconda – dove fa la sua comparsa anche il fenomeno Torres – che regala emozioni a pioggia. I Reds si confermano team dai finali brucianti, ribaltando l’1-2 patito fino all’84°. Quasi superfluo aggiungere che il gol del 3-2 definitivo lo ha messo a segno El Nino. Il Portsmouth è ormai in caduta libera, un punto sopra la zona retrocessione. Il licenziamento di Tony Adams riuscirà a dare la scossa a un ambiente a dir poco depresso?
Allo Stamford Bridge tira una brutta aria. Alcuni tifosi sognano un ritorno delle vecchie glorie Di Matteo e Zola al posto dell’ormai sfiduciato (anche dalla dirigenza?) Scolari e i Blues non fanno nulla per farli ricredere. Il pareggio a reti bianche con un Hull in condizioni precarie di forma è la conferma del momento di crisi attraversato dal Chelsea. E nei minuti finali i Tigers hanno pure rischiato il clamoroso successo… Discreto l’esordio di Quaresima.
James Milner festeggia la meritata convocazione in nazionale regalando all’Aston Villa la settima vittoria consecutive in trasferta, nuovo record per il club di Birmingham, che così sale a più due sul Chelsea e rimane a meno cinque dal Manchester United. L’ex esterno di Leeds e Newcastle non solo apre lo score, ma è il migliore in campo contro il Blackburn all’Ewood Park (prima sconfitta della gestione Allardyce). I Villans meritano i tre punti e alla ripresa del campionato dopo la parentesi di FA Cup sono attesi dal big match interno contro il Chelsea.
Sono dieci anni che il Tottenham non trionfa in un derby di campionato contro l’Arsenal. Nonostante una discreta prestazione, nemmeno domenica gli uomini di Harry Redknapp hanno saputo avere la meglio dei Gunners. Questa volta i biancorossi erano falcidiati dagli infortuni, non esattamente reduci da un periodo di forma brillante e in corso d’opera hanno pure perso Adebayor (fuori anche per l’andata di Champions con la Roma) e Eboué (sciocca espulsione sul finire del primo tempo). Per la serie se gli Spurs del figliol prodigo Keane non ci sono riusciti questa volta, quando mai gli ricapiterà?
Consolida il sesto posto l’Everton, facile vincitore per 3-0 sul Bolton. Fa tutto il nuovo arrivato Jo; prima procura il rigore realizzato da Arteta e poi mette a segno una doppietta. L’ex squadra del brasiliano, il Manchester City, prosegue la sua stagione di alti a bassi. Questa volta supera in casa il Middlesbrough – penultimo e ormai giunto alla tredicesima partita senza vittorie – beneficiando della grande prova tra i pali di Shay Given.
In coda male lo Stoke, sconfitto 2-0 a Sunderland e il West Bromwich Albion, che capitola in casa di fronte al Newcastle. I Magpies, privi del loro allenatore Joe Kinnear, ricoverato d’urgenza in ospedale per accertamenti, sfruttano al meglio le tante amnesie difensive dei Baggies, ancora ultimi ma a soli due punti dal miraggio salvezza.
Il prossimo fine settimana la Premier si ferma, va di scena il quinto turno di FA Cup.
Articolo scritto per Goal.com
sabato 7 febbraio 2009
Abbonamenti in saldo
“In un mondo di incertezze ci sono cose alle quali non si può rinunciare, segui il tuo cuore risparmiando”. Questo lo slogan che campeggia oggi sul sito del Sunderland, che ha deciso di offrire per il mese di marzo abbonamenti per la prossima stagione ridotti di una trentina di sterline. Ai bambini accompagnati di adulti viene proposta la tessera stagionale a sole 19 sterline (ovvero una sterlina a partita). Potenza del credit crunch…
venerdì 6 febbraio 2009
Il punto su mercato della Premier
L'articolo per la rubrica settimanale su Goal.com
Doveva essere il mercato dei colpi stellari del Manchester City, invece sarà ricordato per i trasferimenti mancati e per una serie di movimenti minori. Ma non c’è ormai bisogno di dilungarsi troppo sull’affaire Kakà. Poteva essere il colpo del secolo (per lo meno a livello economico), invece non se n’è fatto niente. Alla corte di Mark Hughes sono arrivati Wayne Bridge, Craig Bellamy, Nigel De Jong e Shay Given, che appena giunto nel Lancashire ne ha subito dette di cotte e di crude sul suo ex club, il Newcastle. Basteranno per risollevare le sorti dei malandati Citizens? Forse non essendo riusciti a prendere un fenomeno come Buffon, gli sceicchi potevano risparmiarsi l’acquisto dell’estremo difensore della nazionale irlandese, dando fiducia al promettente Joe Hart. Ma tant’è, lo shopping compulsivo ormai sembra essere una delle prerogative della compagine di Manchester.
I cugini dello United, in attesa di risolvere il rompicapo Tevez, si sono limitati a mettere sotto contratto due giovanissimi serbi: Zoran Tosic e Adem Ljajic. Se il loro rendimento sarà simile a quello dei vari Rafael e Possebom (solo per citare gli ultimi arrivati), ancora una volta Sir Alex avrà puntato su dei giovani cavalli vincenti.
Mentre il Liverpool ha pensato solo a disfarsi del deludente Robbie Keane – quanta fretta, Benitez! – rimettendoci 6-7 milioni di sterline, l’unico vero acquisto a sensazione l’ha fatto l’Arsenal, assicurandosi i servigi della stellina russa Andrei Arshavin. In realtà dovremmo usare il condizionale, perché al momento non è ancora sicuro che uno dei giocatori più concupiti di tutta Europa possa deliziare con le sue prodezze i tifosi biancorossi. Si vocifera infatti che l’Aston Villa, rivale dei Gunners per la corsa al quinto posto, avrebbe presentato ricorso sostenendo che l’ex regista dello Zenit sarebbe stato preso dopo la chiusura ufficiale del mercato. Staremo a vedere, anche se per adesso da Birmingham negano il compimento di qualsiasi atto formale. Quel che è certo è che Arshavin – non eleggibile in Champions League – è un grande prospetto che potrebbe dare un po’ di brio al gioco dei Gunners, di recente apparso fin troppo opaco.
Chissà se allo Stamford Bridge dal prossimo week end andrà di moda la trivela di Quaresma. Forse ha comprato meglio l’Aston Villa, strappando al Wigan un perfetto centravanti boa come Emile Heskey. Eppure Martin O’Neill ha confessato di odiare il mercato invernale, di trovarlo addirittura claustrofobico…
Le due squadre con proprietari stranieri intenzionati a vendere, Portsmouth e West Ham, hanno dovuto cedere qualche pezzo pregiato per poter poi comprare. I Pompey hanno lasciato andare Lassana Diarra al Real Madrid – d’altronde il francese aveva sempre detto che quella del Fratton Park era una fermata intermedia in direzione di ben altri lidi – e Jermain Defoe al Tottenham, prendendo poi giocatori ben navigati come Pelé, Hayden Mullins e Angelos Basinas, abili e arruolati per la lotta per non retrocedere. Gli Irons hanno intascato un bel gruzzoletto dalla cessione di Bellamy, però appaiono indeboliti anche per la cessione di Matthew Etherington (destinazione Stoke) e di Julien Faubert (in prestito al Real Madrid). Il solo Savio non è sufficiente a puntellare la rosa del team di Gianfranco Zola.
Capitolo a parte per il disastrato Tottenham edizione 2008-09. Al White Hart Lane è andato molto di moda il revival, o il brodino riscaldato, fate voi. Dopo un esilio più o meno breve, ecco allora tornare all’ovile Jermain Defoe Robbie Keane e Pascal Chimbonda – ai quali si sono aggiunti Carlo Cudicini e Wilson Palacios (pagato uno sproposito al Wigan). Chissà se i bookmaker hanno già fissato una quota per una loro eventuale, ennesima, cessione… A dirla tutta un paio di attaccanti di valore a Harry Redknapp fanno molto comodo, peccato che Defoe si sia già rotto.
Il resto del panorama della Premier ha proposto una manciata di affari interessanti, soprattutto il passaggio di Jimmy Bullard dal Fulham all’Hull e di Kevin Nolan dal Bolton al Newcastle. Ultimissima annotazione sul prestito di Jo, accordato dal Manchester City all’Everton, a corto di attaccanti causa infortuni a catena. Al Goodison Park il brasiliano deve dimostrare le sue qualità, per adesso date per disperse…
Doveva essere il mercato dei colpi stellari del Manchester City, invece sarà ricordato per i trasferimenti mancati e per una serie di movimenti minori. Ma non c’è ormai bisogno di dilungarsi troppo sull’affaire Kakà. Poteva essere il colpo del secolo (per lo meno a livello economico), invece non se n’è fatto niente. Alla corte di Mark Hughes sono arrivati Wayne Bridge, Craig Bellamy, Nigel De Jong e Shay Given, che appena giunto nel Lancashire ne ha subito dette di cotte e di crude sul suo ex club, il Newcastle. Basteranno per risollevare le sorti dei malandati Citizens? Forse non essendo riusciti a prendere un fenomeno come Buffon, gli sceicchi potevano risparmiarsi l’acquisto dell’estremo difensore della nazionale irlandese, dando fiducia al promettente Joe Hart. Ma tant’è, lo shopping compulsivo ormai sembra essere una delle prerogative della compagine di Manchester.
I cugini dello United, in attesa di risolvere il rompicapo Tevez, si sono limitati a mettere sotto contratto due giovanissimi serbi: Zoran Tosic e Adem Ljajic. Se il loro rendimento sarà simile a quello dei vari Rafael e Possebom (solo per citare gli ultimi arrivati), ancora una volta Sir Alex avrà puntato su dei giovani cavalli vincenti.
Mentre il Liverpool ha pensato solo a disfarsi del deludente Robbie Keane – quanta fretta, Benitez! – rimettendoci 6-7 milioni di sterline, l’unico vero acquisto a sensazione l’ha fatto l’Arsenal, assicurandosi i servigi della stellina russa Andrei Arshavin. In realtà dovremmo usare il condizionale, perché al momento non è ancora sicuro che uno dei giocatori più concupiti di tutta Europa possa deliziare con le sue prodezze i tifosi biancorossi. Si vocifera infatti che l’Aston Villa, rivale dei Gunners per la corsa al quinto posto, avrebbe presentato ricorso sostenendo che l’ex regista dello Zenit sarebbe stato preso dopo la chiusura ufficiale del mercato. Staremo a vedere, anche se per adesso da Birmingham negano il compimento di qualsiasi atto formale. Quel che è certo è che Arshavin – non eleggibile in Champions League – è un grande prospetto che potrebbe dare un po’ di brio al gioco dei Gunners, di recente apparso fin troppo opaco.
Chissà se allo Stamford Bridge dal prossimo week end andrà di moda la trivela di Quaresma. Forse ha comprato meglio l’Aston Villa, strappando al Wigan un perfetto centravanti boa come Emile Heskey. Eppure Martin O’Neill ha confessato di odiare il mercato invernale, di trovarlo addirittura claustrofobico…
Le due squadre con proprietari stranieri intenzionati a vendere, Portsmouth e West Ham, hanno dovuto cedere qualche pezzo pregiato per poter poi comprare. I Pompey hanno lasciato andare Lassana Diarra al Real Madrid – d’altronde il francese aveva sempre detto che quella del Fratton Park era una fermata intermedia in direzione di ben altri lidi – e Jermain Defoe al Tottenham, prendendo poi giocatori ben navigati come Pelé, Hayden Mullins e Angelos Basinas, abili e arruolati per la lotta per non retrocedere. Gli Irons hanno intascato un bel gruzzoletto dalla cessione di Bellamy, però appaiono indeboliti anche per la cessione di Matthew Etherington (destinazione Stoke) e di Julien Faubert (in prestito al Real Madrid). Il solo Savio non è sufficiente a puntellare la rosa del team di Gianfranco Zola.
Capitolo a parte per il disastrato Tottenham edizione 2008-09. Al White Hart Lane è andato molto di moda il revival, o il brodino riscaldato, fate voi. Dopo un esilio più o meno breve, ecco allora tornare all’ovile Jermain Defoe Robbie Keane e Pascal Chimbonda – ai quali si sono aggiunti Carlo Cudicini e Wilson Palacios (pagato uno sproposito al Wigan). Chissà se i bookmaker hanno già fissato una quota per una loro eventuale, ennesima, cessione… A dirla tutta un paio di attaccanti di valore a Harry Redknapp fanno molto comodo, peccato che Defoe si sia già rotto.
Il resto del panorama della Premier ha proposto una manciata di affari interessanti, soprattutto il passaggio di Jimmy Bullard dal Fulham all’Hull e di Kevin Nolan dal Bolton al Newcastle. Ultimissima annotazione sul prestito di Jo, accordato dal Manchester City all’Everton, a corto di attaccanti causa infortuni a catena. Al Goodison Park il brasiliano deve dimostrare le sue qualità, per adesso date per disperse…
giovedì 5 febbraio 2009
Tempismo imperfetto
Ieri è stata una serataccia per la rete televisiva ITV, che trasmetteva il replay del quarto turno di FA Cup tra Everton e Liverpool. Uno stacco pubblicitario “mal consigliato” ha fatto perdere il gol decisivo del match ai telespettatori di tutto il Sud dell’Inghilterra – al Nord sono riusciti a vederlo. La sede dell’ITV è stata bersagliata dalle lamentele di coloro che non avevano potuto godersi in presa diretta l’unica marcatura del derby della Merseyside. Come biasimarli…
mercoledì 4 febbraio 2009
Incroci pericolosi
Ieri sera a Londra erano in programma un mucchio di partite. Tra queste Arsenal-Cardiff (FA Cup), Crystal Palace-Birmingham (Championship), QPR-Swansea City (Championship), Leyton Orient-Leeds United (League One), Millwall-Colchester (League One). Insomma, in città si stavano per radunare tra le tifoserie più calde del Regno, tanto che la polizia si era già attivata per tempo per monitorare con la dovuta attenzione gli spostamenti dei supporter delle varie compagini. Poi è arrivata la neve, e pure tanta, a cancellare ogni incubo da congestione di calendario. In tutto il Sud dell’Inghilterra non si è disputato alcun match. Alla British Transport Police e alla Metropolitan Police hanno tirato un bel sospiro di sollievo…
martedì 3 febbraio 2009
Torres lancia la sfida al Manchester United
Ormai è ufficiale, salvo resurrezioni al momento del tutto improbabili, la Premier 2008-09 se la disputeranno le due squadre più titolate del calcio inglese: Manchester United e Liverpool.
I Reds hanno cancellato quasi del tutto le ambizioni del Chelsea, incappato nell’ennesima sconfitta in uno scontro diretto – nelle quattro partite con Liverpool e Manchester United i Blues hanno raccolto un solo punto. Ad Anfield Road si è assistito a un match piuttosto bloccato tatticamente fino all’espulsione (forse un po’ severa) di un Lampard apparso invero ben lontano dai suoi standard migliori. Da quel momento la compagine allenata da Rafa Benitez ha dominato, trovando i gol decisivi negli ultimi minuti grazie al solito, immenso, Torres.
Il Manchester United mantiene due punti di vantaggio sugli eterni rivali, avendo però da recuperare anche la gara casalinga contro il Fulham. I Red Devils sono riusciti ad avere la meglio di un Everton molto scorbutico grazie a un rigore realizzato da Ronaldo. Nel complesso i ragazzi di Sir Alex hanno giocato meglio degli avversari, non correndo quasi mai rischi. Ora il record di imbattibilità di Van Der Sar è giunto a ben 1.122 minuti e se la difesa guidata dagli insuperabili Vidic e Ferdinand e il centrocampo sorretto dal fantastico Carrick di questi tempi continuano a offrire prestazioni come quella di sabato, sarà sempre più difficile trafiggere il portiere olandese.
L’Aston Villa spreca la chance di salire addirittura al terzo posto (ora e a pari punti con il Chelsea, ma ha una peggiore differenza reti). Contro il Wigan, i Villans soffrono nel primo tempo, per poi scatenarsi nella ripresa, chiusa “solo” con due pali e tre salvataggi sulla linea da parte dei difensori dei Latics, ormai consci di avere una possibilità di agguantare un posto in Coppa Uefa.
Non approfitta del mezzo passo falso interno del team di Birmingham l’Arsenal, ben imbrigliato all’Emirates dal West Ham, giunto all’ottava partite senza sconfitte tra campionato e coppe. Gli Irons sembrano aver superato la fase critica, che li aveva portati a un passo dalla zona retrocessione, e sembrano in grado di levarsi qualche bella soddisfazione nella parte conclusiva della stagione. Maluccio i Gunners, ai quali manca la verve dei giorni migliori.
Al Manchester City non basta la presenza di Robinho, regolarmente in campo dopo le note vicissitudini settimanali. Il secondo centro in tre partite dell’ex bomber del Southampton James Beattie risolleva lo Stoke e mantiene nel limbo i Citizens – a proposito, ma siamo sicuri che serva un portiere, pur ottimo come Given, per far uscire dalla crisi il City?
Nel resto della giornata spiccava il derby del Tyne-Wear, con il Sunderland che al St James’ Park va vicino al primo double in 42 anni. Alla fine il pari è giusto e costituisce una considerevole boccata d’ossigeno per i Magpies, a più due dalla zona caldissima della classifica.
Pessimo il Portsmouth, reduce dall’eliminazione shock in FA Cup per mano dello Swansea. I Pompey non riescono mai ad impensierire il Fulham, che domina il match e getta gli uomini di Adams nella più totale disperazione. Continua la sofferenza del Tottenham, che a Bolton prima va sotto di brutto, quindi recupera, per poi cadere nel finale. L’impressione è che gli Spurs debbano lottare fino al termine della campagna per evitare una clamorosa retrocessione in Championship.
Le ultime tre posizioni della graduatoria sono ora appannaggio di Blackburn, Middlesbrough e West Bromwich Albion. Le prima due hanno dato vita a una gara poco spettacolare e molto nervosa al Riverside Stadium, finita – ovviamente – sullo 0-0. I Baggies trascinati dalla stellina di proprietà dell’Arsenal Jay Simpson hanno racimolato un punto d’oro a Hull.
Ora, in attesa della venticinquesima giornata, in settimana si disputeranno i replay di Coppa d’Inghilterra. Prepariamoci allora per l’ennesimo derby della Merseyside di inizio 2009!
Da Goal.com
I Reds hanno cancellato quasi del tutto le ambizioni del Chelsea, incappato nell’ennesima sconfitta in uno scontro diretto – nelle quattro partite con Liverpool e Manchester United i Blues hanno raccolto un solo punto. Ad Anfield Road si è assistito a un match piuttosto bloccato tatticamente fino all’espulsione (forse un po’ severa) di un Lampard apparso invero ben lontano dai suoi standard migliori. Da quel momento la compagine allenata da Rafa Benitez ha dominato, trovando i gol decisivi negli ultimi minuti grazie al solito, immenso, Torres.
Il Manchester United mantiene due punti di vantaggio sugli eterni rivali, avendo però da recuperare anche la gara casalinga contro il Fulham. I Red Devils sono riusciti ad avere la meglio di un Everton molto scorbutico grazie a un rigore realizzato da Ronaldo. Nel complesso i ragazzi di Sir Alex hanno giocato meglio degli avversari, non correndo quasi mai rischi. Ora il record di imbattibilità di Van Der Sar è giunto a ben 1.122 minuti e se la difesa guidata dagli insuperabili Vidic e Ferdinand e il centrocampo sorretto dal fantastico Carrick di questi tempi continuano a offrire prestazioni come quella di sabato, sarà sempre più difficile trafiggere il portiere olandese.
L’Aston Villa spreca la chance di salire addirittura al terzo posto (ora e a pari punti con il Chelsea, ma ha una peggiore differenza reti). Contro il Wigan, i Villans soffrono nel primo tempo, per poi scatenarsi nella ripresa, chiusa “solo” con due pali e tre salvataggi sulla linea da parte dei difensori dei Latics, ormai consci di avere una possibilità di agguantare un posto in Coppa Uefa.
Non approfitta del mezzo passo falso interno del team di Birmingham l’Arsenal, ben imbrigliato all’Emirates dal West Ham, giunto all’ottava partite senza sconfitte tra campionato e coppe. Gli Irons sembrano aver superato la fase critica, che li aveva portati a un passo dalla zona retrocessione, e sembrano in grado di levarsi qualche bella soddisfazione nella parte conclusiva della stagione. Maluccio i Gunners, ai quali manca la verve dei giorni migliori.
Al Manchester City non basta la presenza di Robinho, regolarmente in campo dopo le note vicissitudini settimanali. Il secondo centro in tre partite dell’ex bomber del Southampton James Beattie risolleva lo Stoke e mantiene nel limbo i Citizens – a proposito, ma siamo sicuri che serva un portiere, pur ottimo come Given, per far uscire dalla crisi il City?
Nel resto della giornata spiccava il derby del Tyne-Wear, con il Sunderland che al St James’ Park va vicino al primo double in 42 anni. Alla fine il pari è giusto e costituisce una considerevole boccata d’ossigeno per i Magpies, a più due dalla zona caldissima della classifica.
Pessimo il Portsmouth, reduce dall’eliminazione shock in FA Cup per mano dello Swansea. I Pompey non riescono mai ad impensierire il Fulham, che domina il match e getta gli uomini di Adams nella più totale disperazione. Continua la sofferenza del Tottenham, che a Bolton prima va sotto di brutto, quindi recupera, per poi cadere nel finale. L’impressione è che gli Spurs debbano lottare fino al termine della campagna per evitare una clamorosa retrocessione in Championship.
Le ultime tre posizioni della graduatoria sono ora appannaggio di Blackburn, Middlesbrough e West Bromwich Albion. Le prima due hanno dato vita a una gara poco spettacolare e molto nervosa al Riverside Stadium, finita – ovviamente – sullo 0-0. I Baggies trascinati dalla stellina di proprietà dell’Arsenal Jay Simpson hanno racimolato un punto d’oro a Hull.
Ora, in attesa della venticinquesima giornata, in settimana si disputeranno i replay di Coppa d’Inghilterra. Prepariamoci allora per l’ennesimo derby della Merseyside di inizio 2009!
Da Goal.com
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