Per far cresce i giovani c’è bisogno del Chelsea B, come accade in Spagna nel caso di Barcellona, Real Madrid e di altre compagini di alto rango. Questa in estrema sintesi l’idea di André Villas-Boas per risolvere uno dei crescenti problemi della Premier, dove i talenti prodotti dal settore giovanile spesso non trovano spazio in prima squadra, mentre si potrebbero fare le ossa in campionati molto competitivi come la Championship. L’academy dei Blues negli ultimi anni ha sfornato un solo giocatore di grande livello – John Terry – e, secondo l’ex allenatore del Porto, mandare le nuove leve in prestito ad un altro club o farli competere nel cosiddetto campionato riserve non avrebbe la stessa ricaduta positiva di gestirli tramite una squadra satellite collegata in maniera diretta alla “casa madre”.
Un’entità dove si possono testare i progressi compiuti gradualmente e che costituirebbe un serbatoio continuo di campioni in nuce. Difficile che la proposta avanzata da Villas-Boas possa venir messa in pratica, vuoi per gli assetti attualmente esistenti nella Football League (che gestisce Championship, League One e Two ma non ha un rapporto diretto con la Premier League), vuoi per la presenza di numerosi club blasonati e con largo seguito di tifosi soprattutto in Championship. Forse la soluzione potrebbe essere semplicemente seguire l’esempio di Arsenal e Manchester United, che i giovani non hanno paura a farli esordire prestissimo in prima squadra. Nel 2010 il Chelsea ha vinto la FA Youth Cup, quindi non è da escludere che qualche promessa possa già fare il salto tra i “grandi”. Tutto sommato forse è meglio rischiare a costo zero su un giovane dell’academy che investire un 50 milioni di sterline su un centravanti che non segna mai, no?
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