Grandi manovre nel West End londinese. Sia il Chelsea che il QPR hanno manifestato la concreta intenzione di trasferirsi in nuovi impianti, più moderni e capienti rispetto ai loro stadi attuali. Ai Blues non bastano i 41.800 posti dello Stamford Bridge, ne occorrono almeno 60mila. Prima di tutto, però, serve ricomprare con almeno una decina di milioni di sterline le quote del Bridge vendute a12mila tifosi nel 1997 proprio per evitare – ironia della sorte – che il Chelsea abbandonasse la sua storica “casa” (l'unica dal 1905, anno di fondazione del club). La dirigenza biancoblu è molto determinata a convincere i supporter, anche perché vari architetti hanno già fatto sapere che tecnicamente è molto difficile ampliare in maniera significativa l'arena esistente.
Già circola qualche nome sui possibili siti alternativi, tutti nel nord-ovest della capitale inglese. Oltre a Earls Court, Imperial Wharf e White City, c'è la suggestiva ipotesi di costruire il nuovo stadio nei pressi della Battersea Park Power Station. La vecchia centrale elettrica, ora in disuso, si trova a due passi dal Tamigi ed è famosa per essere comparsa sulla copertina di “Animals” dei Pink Floyd.
Il QPR per adesso non ha fornito troppi dettagli, ma per bocca del suo amministratore delegato ha chiarito che il Loftus Road, “nonostante fornisca un'atmosfera eccezionale”, è troppo piccolo (meno di 20mila posti) per una compagine che ha l'ambizione di rimanere a lungo in Premier League.
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